Salvatore Esposito alla conquista dell'America: «Da Gomorra a padrino, una carriera nel crimine»

Salvatore Esposito alla conquista dell'America: «Da Gomorra a padrino, una carriera nel crimine»
di Francesca Scorcucchi
Sabato 14 Novembre 2020, 12:00 - Ultimo agg. 20:02
4 Minuti di Lettura

Arriva in scena dalla seconda puntata e si impone. Salvatore Esposito, forte del successo che anche in America ha avuto il Genny Savastano di «Gomorra» (appena iniziate le riprese della quinta, e ultima serie), sbarca negli Stati Uniti, con la quarta stagione di «Fargo», la serie creata da Noah Hawley e prodotta dai fratelli Coen che ogni anno si reinventa con una crime story diversa ma che, come il film da cui ha preso ispirazione, inizia sempre con la stessa premessa: «Questa è una storia vera. Su richiesta dei sopravvissuti i nomi sono stati cambiati, per rispetto dei morti tutto il resto è raccontato esattamente come è accaduto». In realtà niente di vero c'è nelle storie, slegate fra loro, raccontate nella serie (come niente c'era di vero nel film), ma tutte raccontano una finzione che ruba alla realtà l'avidità umana, la sete di soldi e di potere.

Quella raccontata nella quarta stagione, da lunedì 16 novembre su Sky e Now Tv, è una storia di mafia con due famiglie, una italiana e l'altra afroamericana, in costante competizione, sulla scena del crimine di Kansas City.

Accanto a Chris Rock, Jessie Buckley, Emyri Crutchfield e Jason Schwartzman recitano gli italiani Salvatore Esposito, Tommaso Ragno, Francesco Acquaroli (il Samurai di «Suburra) e Gaetano Bruno.

Il capostipite della famiglia italiana è Donatello Fadda, interpretato da Tommaso Ragno: «Sul copione, per presentare il mio personaggio era descritto come una tigre della foresta, venuto in America a placare la fame per sempre», racconta lui. Salvatore Esposito invece interpreta Gaetano Fadda, più giovane ma altrettanto agguerrito esponente del ramo italiano della famiglia Fadda, che giunge negli Usa quando il gioco si fa duro. Non era facile far dimenticare Genny Savastano in un ruolo così simile - per cultura e radici se non per periodo storico: «Sono stato fortunato ad essere stato scelto per questo pazzo personaggio», racconta lui ora con buon inglese ed una massiccia dose di modestia, entusiasta dell'esperienza americana e del rapporto nato fra colleghi: «Con Jason Schwartzman è nata un'amicizia fraterna. Da ottobre a marzo, prima del Covid-19, siamo andati spesso al cinema insieme; Chris Rock poi è così divertente sul set». Dai due non ha avuto consigli su come maneggiare Hollywood ma l'esperienza di recitare con un cast internazionale è servita: «Sono cresciuto molto come attore, negli Stati Uniti la macchina produttiva è davvero grande e tu devi essere bravo abbastanza da riuscire a competere con questi meravigliosi attori. Spero di essere pronto, di essermi giocato bene le mie carte con questa serie, perché è la mia prima esperienza negli Stati Uniti ma mi auguro che sia la prima di numerose altre».

Del suo personaggio dice: «Gaetano è una bomba che può esplodere in ogni momento, è un toro. Ti può uccidere in un attimo. I suoi occhi, il suo modo di respirare sono quelli di un toro. C'è questa rabbia dentro di lui». Quando si tratta di recitare, Esposito studia gli animali: «Perché credo che le loro espressioni possano esprimere cose che un essere umano non sempre riesce a esprimere».

La storia raccontata nella quarta stagione di Fargo è ambientata negli anni Cinquanta e Esposito spiega di aver preso spunto da quel capolavoro cinematografico che è «Il Padrino»: «Per me il film di Coppola è come una religione. Ho seguito le carriere di Marlon Brando e Al Pacino, che erano divinità per me. Con Gaetano però ho voluto seguire una mia strada nella rappresentazione dei gangster degli anni Cinquanta: si trova negli Stati Uniti ma viene dall'Italia, quindi è a metà fra i due mondi». Esattamente come l'attore, ora a metà fra i due mondi: «Il 2020 è stato un anno pazzo, molti lo vogliono dimenticare. Io no, per me è stato un anno di grandissime opportunità, di lavoro e di vita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA