Stefano Accorsi torna con Ozpetek nella Dea Bendata: «Aspettavo da anni la sua telefonata»

Stefano Accorsi torna con Ozpetek nella Dea Bendata: «Aspettavo da anni la sua telefonata»
di Paolo Travisi
Martedì 17 Dicembre 2019, 18:07 - Ultimo agg. 19:31
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«Volevo parlare liberamente, mettere le musiche che volevo, fare un film che mi somigliasse molto», racconta il regista Ferzan Ozpetek, alla presentazione del suo ultimo film, La Dea Fortuna (al cinema dal 19 dicembre) dove i protagonisti sono Stefano Accorsi - alla sua terza collaborazione con il regista - Jasmine Trinca ed Edoardo Leo.
La storia del film è sospesa tra la leggerezza della commedia ed il dramma, in cui il perno è una storia d'amore di lunga data, quella tra Arturo (Stefano Accorsi) e Alessandro (Edoardo Leo), che dopo 15 anni di relazione sentono il peso della routine, a discapito della passione. Nonostante la trasformazione dell'amore in un affetto importante, il legame sentimentale è in crisi da tempo. Una crisi che viene accentuata dalla necessità di un'amica del cuore, Annamaria (Jasmine Trinca) che deve sottoporsi ad una serie di esami per problemi di salute, e vede nei suoi amici, i soli a cui si sente di poter affidare i due figli. 

Ozpetek, dal 19 dicembre il nuovo film “La Dea Fortuna”. Il trailer è sui social
 

 


«L'idea della Dea Fortunata à nata da una telefonata di mia cognata, perché mio fratello aveva un problema di salute molto serio e mi disse se accade qualcosa anche a me, devi occuparti dei nostri due figli. Da quello spunto abbiamo iniziato a scrivere la storia», precisa Ozpetek, che ha raccontato una storia d'amore da un punto di vista diverso. «Di solito quando si racconta di due persone dello stesso sesso, si parla dell’incontro non della fine della storia, ma in realtà poi ci si dimentica che sono due uomini i protagonisti, perché questo accade ad ogni coppia dopo 15 anni insieme. La passione cambia per tutti ed il rapporto di conseguenza, ma non ho mai pensato di voler dare un messaggio, volevo raccontare solo uno stato d’animo».
 



E' della stessa opinione Stefano Accorsi, che è entrato nella famiglia cinematografica di Ferzan Ozpetek ai tempi de Le Fate ignoranti. «Ozpetek raconta una storia unica, che però fa parte della vita di tutti, arriva nei cuori dello spettatore e dell’attore. E poi è stato bello vivere in 60 persone, troupe compresa, in un quartiere, perché Ferzan quando gira assedia veramente un intero quartiere» scherza Accorsi.

Edoardo Leo, spesso interprete di molte commedie di successo, definisce il personaggio scritto per lui «irrinunciabile. Quando ho chiuso la sceneggiatura, ho pensato che per me e per il mio momento professionale fosse un regalo. Confesso che da molti anni speravo in una chiamata di Ozpetek, e ha significato per me anche un impegno particolare, visto che sono maniacale nella preparazione dei personaggi, qui ancora di più per l’emozione, lo considero veramente un viaggio fatto insieme».

La donna interpretata da Jasmine Trinca, seppur con un vissuto personale molto complesso, due figli da due uomini diversi che non li hanno riconosciuti, una mamma distante (interpretata da Barbara Alberti) da cui è fuggita e che nel film si scoprirà molto malvagia ed una malattia da affrontare, è la chiave del film, perché risveglia antichi rancori nei due protagonisti, mettendoli davanti a scelte fondamentali. Ma ritornando al titolo del film, che si riferisce ad una divinità pagana, la Dea Fortuna dell'antica città di Praeneste, l'attuale Palestrina (vicino Roma), «il mio personaggio racconta la fortuna in senso classico, ovvero il caso, che irrompe nella vita di due uomini, trasformando la loro routine. Come nella vita, il caso bisogna cavalcarlo». 

Tornando invece alla scelta di Edoardo Leo, che interpreta un idraulico, Ozpetek ancora una volta ammette di essersi ispirato alla realtà. «Un idraulico è venuto a casa mia, era completamente pazzo, doveva aggiustare la Geberit, ma abbracciava la tazza, chiedeva come ti senti, aveva una sensibilità unica verso gli oggetti che mi è piaciuta molto». Aggiunge Leo. «Il mio personaggio fa un mestiere che nell’immaginario collettivo è legato a film degli anni Settanta, questo ruolo nuovo è stata l’insidia maggiore, ma non mi sono minimamente preoccupato, ho chiesto ad Ozpetek solo di smussare alcune cose, ma una delle scene più belle è stato il litigio furibondo sulla nave con Accorsi che non esisteva sul copione. E' nata da un’esigenza mia e di Stefano, Ozpetek ci ha riflettuto e l’abbiamo preparata tre ore prima di girarla».

E c'è molto di Ozpetek anche nel tema principale del film, il caso, che può essere positivo o negativo, in basa a come si sceglie di affrontare gli eventi. "Anche nella vita, nei momenti drammatici ho la capacità di poter ridere e prendere in giro, è un atteggiamento antico per alleggerire le cose, nella mia vita, così come nel cinema".
 

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