La storia di Minichiello, dal Vietnam al dirottamento aereo in “The Hijacker” nuovo film di Infascelli

Il regista Alex Infascelli
Il regista Alex Infascelli
Martedì 23 Febbraio 2021, 13:34 - Ultimo agg. 13:38
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Inizieranno alla metà del 2021 le riprese di The Hijacker,  il nuovo progetto del regista Alex Infascelli (tra i suoi tanti lavori, Almost Blue, S is for Stanley e Mi chiamo Francesco Totti). Il documentario è scritto da Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, tratto dal libro “Il Marine” di Pierluigi Vercesi e Raffaele Minichiello, edito in Italia da Mondadori. La storia di Raffaele Minichiello ha ispirato il personaggio di Rambo, interpretato da Sylvester Stallone nel film cult degli anni ‘80 diretto da Ted Kotcheff. 
Alex Infascelli spiega: «Dopo Kubrick e Totti, racconto la storia di un uomo comune, la cui vicenda straordinaria e controversa, è quella tipica dell’antieroe hollywoodiano: tra cielo e terra, tra Bene e Male, senza soluzione di continuità».

Raffaele Minichiello in Vietnam

Lorenzo Mieli, CEO di The Apartment, e Gabriele Immirzi, CEO di Fremantle Italia, hanno commentato in una dichiarazione congiunta:«Alex è uno dei registi più ispirati della sua generazione. Siamo molto fieri di far parte di questo nuovo capitolo della sua opera creativa e siamo fermamente convinti che la storia di Minichiello abbia, per tanti versi - sorprendenti e affascinanti - un forte impatto nel nostro mondo di oggi». 
Raffaele Minichiello, conosciuto anche come Ralph (Melito Irpino, 1 novembre 1949), è un ex militare italiano naturalizzato statunitense. È considerato il responsabile del primo caso di dirottamento aereo intercontinentale e del dirottamento più lungo nella storia dell'aviazione civile: oltre 19 ore da Los Angeles a Roma per un totale di quasi 11 mila chilometri in aria.

Nel suo libro, Vercesi racconta il personaggio, Il 31 ottobre 1969 le telescriventi di tutto il mondo battono una notizia che ha dell'incredibile.

Ralph Minichiello, marine italo-americano di vent'anni, decorato in Vietnam per le sue azioni «eroiche», sta dirottando un aereo decollato da Los Angeles. All'aeroporto di New York, dove il Boeing 707 atterra per rifornirsi di carburante, Minichiello riesce a beffare l'imponente dispiegamento di forze dell'Fbi coordinato da John E. Hoover in persona. L'aereo sembra diretto al Cairo ma all'alba del 1° novembre si ferma a Roma, dove il marine, su un'auto della polizia guidata da un vicequestore, comincia una disperata fuga verso Napoli e il paese in cui è nato, Melito Irpino. Dopo rocambolesche avventure nella campagna romana, viene arrestato e condotto nel carcere di Regina Coeli.

Gli inquirenti faticano a credere al suo racconto: un anno, il 1968, vissuto nelle giungle del Vietnam; il torto subìto al suo ritorno negli Stati Uniti; la decisione di sfidare, da solo, il Paese per cui era disposto a sacrificare la vita. Tutto per 200 maledetti dollari. Qualche giorno dopo cominciano a giungere, da ogni parte del mondo, messaggi di solidarietà per il ragazzo capace di sfidare «l'impero» impegnato nella «sporca guerra» diventata l'emblema di tutte le proteste che riempiono le piazze dell'Occidente. Se estradato, Minichiello, che a quattordici anni era emigrato in America con i genitori per fuggire dalla miseria dell'Irpinia colpita dal terremoto, rischia la pena di morte. Ma ormai è un simbolo: la sua vicenda si intreccia, involontariamente, con una storia che parte dalle proteste nelle università americane, passa per il Maggio francese, per Woodstock, la strage di Piazza Fontana a Milano, la ritirata americana dal Vietnam e gli Anni di piombo in Italia. Non è più la bravata di un ragazzo diventato uomo sparando raffiche di mitra in Vietnam ma la parabola di un'intera generazione che mette sotto accusa i propri genitori.

Di Minichiello hanno detto che ispirò Rambo, in verità la sua storia è più simile a quella di Forrest Gump. E non è destinata a concludersi in un carcere italiano. Dopo una battaglia giudiziaria romanzesca, con avvocati di Hollywood pronti a scendere nell'agone e la politica italiana che la cavalca, il suo destino lo riporta altre volte sull'orlo del baratro della disperazione e della sfida: da solo contro tutto il mondo.

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