«Titanic» al cinema in un versione nuova di zecca, James Cameron: «Il nostro Titanic oggi è il disastro ecologico»

Con «Titanic» i due protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet divennero superstar mondiali

La scena iconica con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet
La scena iconica con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet
di Titta Fiore
Sabato 4 Febbraio 2023, 09:00
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Dopo 25 anni, e proprio mentre il suo «Avatar - La via dell'acqua», continua a fare sfracelli al botteghino superando i due miliardi di dollari d'incasso, James Cameron torna in sala con il film che lo ha consacrato, «Titanic», in un versione nuova di zecca sul piano tecnologico che regala alle immagini un diverso splendore. Ma la storia d'amore di Rose e Jack finita tragicamente nel naufragio del transatlantico, ora rimasterizzata in 4K digitale 3D con audio Dolby Atmos e distribuita dalla Disney (in uscita in Italia il 9 febbraio), per il regista conserva intatta la sua freschezza. «Ci sono stati drammi peggiori nella storia, la prima e la seconda guerra mondiale hanno fatto milioni di morti, eppure l'affondamento del Titanic continua a darci le stesse emozioni», dice Cameron via zoom dalla Nuova Zelanda, affiancato dall'amico produttore Jon Landau. «I temi dell'amore e del sacrificio portato alle estreme conseguenze lo rendono mitico, e quindi eterno. In più, questo racconto è anche un apologo sull'arroganza umana e un monito a non riporre eccessiva fiducia nella tecnologia e nelle nostre capacità. Il Titanic era considerato una nave inaffondabile, ma l'hanno gestita male ed è colata a picco».

L'umanità non impara dai propri errori, continua il regista, oggi ci troviamo tutti metaforicamente su un Titanic, sull'orlo dell'abisso, e il nostro iceberg è il cambiamento climatico: «Il disastro ecologico è alle porte e a salvarsi, come accadde allora, saranno i ricchi.

Uno dei temi più importanti del mio film riguarda proprio la differenza di classe, il divario tra ricchi e poveri. Nel naufragio quasi tutte le persone che viaggiavano in terza classe morirono, mentre in prima metà degli uomini e quasi tutte le donne e i bambini si salvarono. Ora siamo in una gravissima crisi climatica e stiamo andando a sbatterci contro senza riuscire a cambiare la rotta della nave. A soffrirne di più saranno i paesi poveri e non le nazioni ricche che hanno provocato questo disastro. Furono i ricchi con la loro impazienza di arrivare in fretta a New York a causare il disastro del transatlantico, oggi accade la stessa cosa con il cambiamento climatico. Stiamo a andando diritti verso quel maledetto iceberg e nell'impatto saranno le nazioni più povere ad avere la peggio». 

Con «Titanic» i due protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet divennero superstar mondiali. Eppure, racconta Cameron, non fu facile convincere il giovane Leo: «Lui era già lanciato, aveva girato Romeo+Juliet e Buon compleanno Mr. Grape e all'inizio non era molto interessato, gli sembrava che il suo ruolo fosse noioso. Voleva qualcosa di più impegnativo, cercava una sfida. Ha accettato solo quando l'ho convinto che Jack era il motore della storia, che era la sua energia a trasformare Rose, a farla crescere». Kate Winslet, invece, ha sostenuto regolari provini: «All'inizio ero dubbioso perché aveva già fatto molti film in costume, non volevo rischiare il cliché, ma l'alchimia con Leo è stata immediata e Kate ha una personalità molto forte, riesce sempre a ottenere quello che vuole e farlo al meglio, tant'è che oggi è anche diventata produttrice dei suoi film. Il personaggio di Rose dice molto sul fronte dell'emancipazione femminile. A quei tempi la società imponeva alle donne di non poter mai essere davvero se stesse e alle ragazze, qual era Rose, non concedeva alcuna autonomia. Ma lei è diversa, fa di testa sua e sopravvive alla tragedia, continuando a tenere nel cuore il ricordo di Jack e a 103 anni crede ancora fermamente che un giorno si riunirà a lui. È un desiderio che tutti conoscono perché l'idea che la morte ci separi da una persona cara è inaccettabile». 

Ma com'è nata l'idea di un film che è entrato a far parte dell'immaginario collettivo, terzo maggiore incasso della storia del cinema e vincitore di undici premi Oscar? «Da ragazzo il mio eroe era Jacques Cousteau e prima di diventare regista ho fatto dieci anni di immersioni nelle acque profonde. Titanic ha messo insieme le mie passioni, l'amore per le grandi storie, per la tecnologia e per l'oceano». Quanto è importante la sala per questo tipo di narrazione? «Moltissimo, gli schermi di casa sono meravigliosi, ma andare al cinema fa la differenza. In sala c'è la condivisione totale delle emozioni, le persone diventano i guardiani dell'esperienza di qualcun altro, come in un legame di amicizia o di affetto». Rifarebbe «Titanic» allo stesso modo o cambierebbe qualcosa? «La mia visione di regista non è cambiata, oggi utilizzerei molti più effetti speciali, ma racconterei ancora questa storia d'amore». 

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