Top Gun, la censura cinese colpisce ancora: via la bandiera di Taiwan dalla giacca di Maverick

Top Gun, la censura cinese colpisce ancora: via la bandiera di Taiwan dalla giacca di Maverick
di Luca Marfé
Lunedì 22 Luglio 2019, 15:29 - Ultimo agg. 16:24
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La forza economica della Cina rende il mondo un po’ meno libero.
Meno libero di fingere, figurarsi di fare sul serio.
Fingere perché si tratta di Hollywood.
Sul serio perché, per quanto possa sembrare una banalità, si tratta invece di politica vera e propria.

Via la bandiera di Taiwan dalla giacca di Maverick.

Via, a dirla tutta, pure quella del Giappone.

Perché?

Perché ci sono dei simboli che a Xi Jinping e compagnia, no, non piacciono affatto.
Come quelli di un’indipendenza, sostenuta tra gli altri anche dai vicini di casa di Tokyo e dintorni, contesa dal 1949 e, prima ancora, dalla guerra civile cinese scoppiata nel 1946.

Taipei o Pechino, quale la capitale dell’isola?

Una domanda per molti ancora senza risposta, mentre ciascuno ritiene illegittimo il governo dell’altro.
Una contesa che sbarca, appunto, anche sul grande schermo.

Il trailer di “Top Gun: Maverick” arriva trentatré anni dopo il successo planetario del suo predecessore e al minuto 1:15 è ben visibile sulle spalle di Tom Cruise il bomber di pelle che ha letteralmente segnato un’epoca, tanto in termini di ricordi, quanto in termini di stile.

Il colpo d’occhio rassicura, ma inganna.
Le bandiere sono volutamente simili, ma colpevolmente diverse.
Mantengono gli stessi colori, ma cambiano le geometrie.
Il cerchio del sol levante è un triangolo, lo schema di Taiwan è stravolto, dunque non è più.




Ad alimentare le critiche, che vanno ben al di là di semplici sospetti, la collaborazione tra il colosso della tecnologia cinese Tencent e la Paramount Pictures, la leggendaria casa di produzione cinematografica a stelle e strisce.

Nonostante il carattere, la personalità e il coraggio che lo hanno reso protagonista negli anni ’80 e che lo renderanno di nuovo idolo nel 2020 (anno di uscita del film, ndr), il pilota deve arrendersi alle logiche di un investitore un bel po’ invadente. E, più in generale, a quelle di una politica accondiscendente che preoccupa chi nella politica ci lavora e ci vive per davvero.

I soldi comandano più degli ammiragli.
Via quei simboli, Maverick: è un ordine.
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