Mastandrea, lezione al Petruzzelli: «Al cinema comandano le intenzioni»

L'attore Valerio Mastandrea
L'attore Valerio Mastandrea
Sabato 4 Maggio 2019, 21:18 - Ultimo agg. 21:35
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«Il mio lavoro mi ha aiutato a capire che vivere è un pò più complicato e che bisogna essere prima persone felici che bravi attori. Questo lavoro sostituiva alcune cose e quando ho capito che non era più il caso, che era finito il tempo delle menzogne, ho cambiato prospettiva. Pensare di esprimersi dietro la macchina da presa significa anche questo».

La lezione di cinema dell’attore e regista romano Valerio Mastandrea al teatro Petruzzelli di Bari nell’ultima giornata del Bif&st, il Bari International Film Festival, ha alternato momenti di riflessioni profonde ad ironia e aneddoti esilaranti. Il pubblico per più di un’ora ha riso e applaudito. Mastandrea spiega la sua evoluzione artistica e il passaggio alla regia «non a caso dopo essere diventato padre». «Fare gli attori è essere al centro dell’attenzione. Quando nella vita l’attenzione te la prende qualcun altro, - dice - vuoi essere attore in altro modo, assumendoti le responsabilità del racconto» e ammette che «rivedere un film dopo tanti anni è come un viaggio, perché ai film associ un percorso, un momento della vita. Poi lo rivedi e capisci cosa è cambiato da allora. In alcuni casi mi rivedo e mi disprezzo». Ironizza sul Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence che riceverà questa sera nel Petruzzelli, dicendo che «i premi, come quello di stasera, mi sembrano riconoscimenti alla carriera e poi è tutto finito», mentre «cerco di fuggire dalle sensazioni definitive, anche di gioia e di soddisfazione».

L’attore e regista romano rivela di usare molto se stesso nei personaggi e di essere «interessato al messaggio, a dire delle cose, poi il come dirle viene». Mastandrea ricorda l’esperienza della Scuola d’arte cinematografica di Roma Gian Maria Volonté, fondata nel 2011 con il regista Daniele Vicari e con altre personalità del cinema italiano, completamente pubblica e gratuita. «Lì si studia il cinema come fosse un mestiere normale, - spiega - lontano dal messaggio talent di oggi, e cioè diventare qualcuno prima di diventare qualcuno che ha da dire qualcosa». Nel cinema - dice Mastandrea - «comandano sempre le intenzioni, non gli esiti al botteghino». 
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