Yaya e Lennie The walking liberty: «Cercando la libertà nella giungla di Napoli»

Yaya e Lennie The walking liberty: «Cercando la libertà nella giungla di Napoli»
di Alessandra Farro
Mercoledì 3 Novembre 2021, 12:00
4 Minuti di Lettura

In un futuro lontano, la natura si riappropria della terra: brandelli di civiltà palazzi, treni, strade cercano di emergere tra radici di alberi spettacolari e animali selvaggi, anche Napoli è irriconoscibile, un coacervo di verde e rottami spaziali. Due adolescenti sono figli liberi di quella giungla, senza una famiglia, contano solamente l'uno sull'altro. «Yaya e Lennie The walking liberty» è il terzo film d'animazione diretto da Alessandro Rak («L'arte della felicità» e «Gatta Cenerentola», vincitore di due David di Donatello e un Nastro d'argento), prodotto dalla partenopea Mad Entertainment e Rai Cinema, con la collaborazione della Film Commission Campania, e distribuito da Nexo Digital. Nelle sale da domani a domenica, è stato presentato ieri sera in anteprima al Metropolitan dal regista e dal cast artistico al pubblico, accolto alle porte del cinema dalla chitarra di Dario Sansone (aiuto regia e direttore artistico del film e frontman dei Foja), tra gli spettatori in prima fila anche il sindaco Manfredi.

Lennie, a cui ha prestato la voce Ciro Priello, irriconoscibile, è un omone forzuto con un lieve disturbo di apprendimento, Yaya, interpretata dalla diciottenne Fabiola Balestriere, è una ragazza coraggiosa, dalla corazza impenetrabile. Insieme hanno fatto della giungla la loro casa, senza adagiarsi in una fissa dimora, per sopravvivere ricordano i consigli della defunta Zia Claire (Lina Sastri). 

«Noi siamo Yaya e Lennie», recita il trailer, un mantra che i due ripeteranno spesso durante la storia. La loro quiete viene spezzata dall'Istituzione, un'organizzazione capitanata da Lux (voce di Massimiliano Gallo), che cerca di ristabilire l'impianto societario del vecchio mondo, con diritti da rispettare a pena di galera. Cerca di strapparli alla loro libertà per portarli nel loro quartier generale, Yaya riuscirà a sfuggirgli a suo modo, nonostante l'incontro ravvicinato con Andrea, un giovane comandante che vede nell'organizzazione lo strumento per costruire un futuro migliore («Non voglio morire per un'infezione, perché non so come curarmi. Non voglio vivere come un selvaggio», racconta alla ragazza), mentre Lennie verrà portato nel palazzone fatto di tubi di ferro grigio in cui opera l'Istituzione, dove incontrerà dei vecchi amici, tra i quali lo spagnolo Rospoleón, un ometto dall'accento spagnolo con Maradona tatuato sul braccio (voce di Francesco Pannofino). Anche Maurizio De Giovanni (il banconista) e Jago (l'istitutore) prestano l'ugola per due divertenti camei.

«Solitamente si compie il processo inverso: i doppiatori lavorano mentre guardano le scene in cui ci sono i personaggi che interpretano», spiega Sansone. «Noi, invece, chiediamo agli attori di doppiare senza guardare, addirittura senza avere un'immagine precisa dei personaggi.

Vogliamo che siano le loro interpretazioni ad ispirare i nostri disegni e non il contrario. Non è un metodo canonico e non è facile da seguire, lo stesso Pannofino ha avuto difficoltà durante le registrazioni, ma, per noi, è più autentico nella resa finale». 

Il film si propone come un atto di ribellione, citando anche il Chaplin del famoso monologo di «Il grande dittatore», che viene proiettato in sottofondo a una cena nella foresta con Yaya e Lennie. Tre gli anni di lavoro per la realizzazione, il primo pre-Covid, gli altri due in smart working: «Questo mi ha consentito di avvicinarmi a Dario per la realizzazione della colonna sonora», racconta Rak. «Le nostre case non sono troppo lontane e, durante la pandemia, cercavamo di avere uno scambio che andasse oltre alla videochiamata per far quadrare il lavoro».

La colonna sonora originale in ogni brano (di cui è stato realizzato un disco, anche in vinile, con tre illustrazioni inedite di Rak per la Fullhead), fuorché per la rivisitazione napoletana di «Motherless Child» di Eric Clapton che diventa «Figli e nisciuno» e «Ora chiudi gli occhi» di Francesco Forni e Ilaria Graziano (che presta la voce alla maggior parte delle canzoni), è composta da Sansone che ha lanciato una settimana fa con i Foja il videoclip di «Duje comm nuje», singolo tratto dal film con il regista ed Enzo Foniciello.

«Il marchio Mad», spiega il produttore Luciano Stella, «tiene insieme effetti speciali e affetti speciali, le storie su cui investiamo sono fatte con il cuore. La sfida più grande è raccontare attraverso l'animazione i temi attuali, nel film compaiono riferimenti al tempo che stavamo vivendo durante il periodo di lavorazione e, se le mascherine erano una scelta pre-Covid, l'uso del termine dpcm è nato successivamente al coronavirus». 

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