San Valentino e le poesie sull'amore ai tempi delle migrazioni

San Valentino e le poesie sull'amore ai tempi delle migrazioni
Mercoledì 13 Febbraio 2019, 21:16 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 16:36
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Come è vissuto e si è trasformato il sentimento dell’amore in questi anni di epocali migrazioni quando uomini donne e bambini scappano dalla fame, dalla miseria, dalla guerra e dalla morte? Cosa si spezza, si frantuma e cosa si rigenera in questi percorsi di solitudine e di disperazione, superando frontiere in cerca di una speranza, lottando per vivere, con il desiderio di un futuro migliore?

Nel giorno della festa degli innamorati e dell’amore i versi tutti inediti di tredici poeti italiani che offrono al Messaggero le loro parole e le loro riflessioni su un tema così cruciale.

MORIRE SENZA NOME
di Franco Arminio

Dentro i bar
dentro le automobili
davanti al computer
una vita di chiasso e polvere
e di poco amore.
Io e lui
nell'acqua
in pochi secondi abbiamo aperto
le costole di dio
e lui si è vergognato
di vederci morire
senza nome.


ALLA FINE CI SARÀ UN'UNICA STORIA
di Silvia Bre

Avevamo pensato bastasse
essere vivi
alta tra le mani mulinanti
l'ambizione incendiaria
pensavamo
che quel nuotare vivi bastasse
a entrare nelle menti, essere visti
nero fiore dell'acqua
nella notte, nello sciame di onde,
orde, eserciti di mare
contro paia d'occhi pronti
a sparire, entrare a corpo morto
nel nero delle menti
di bianco solo il bianco
dell'occhio. Nessuno mai
riposa in pace
sul fondo di menti senza pace
il vostro eterno il nostro
la perla dell'occhio svuotato dai pesci
cinque metri più sotto.

COME SI DICE AMORE NELLA TUA LINGUA
di Maria Grazia Calandrone

Fekrì, Hubùn, Dashùri
Sirèl, Bhālabāsā, Agàpi
Uthàndo, Ài, Jeclahày
Süyüü, Obichàm, Aròha
Lyubòv', Hkyithkyinnmayttàr
Khairtài, Cariàd, Upéndo
Amour, Is bràe, Snēhàṁ
Maxabbàt, Szerelém, Rudo,
Ādaràya, Fitiavàna
Liebe, Evîn, Miq’vàrs.
Continuate in settenari chiari
con questi suoni, nuovi come il mondo
che dicono da prati
e da foreste, igloo, capanne
e palafitte, grattacieli e canoe: io, questo niente
caduto nel sogno della materia, avrò cura di te
fino alla fine del mondo.


ESODO
di Ennio Cavalli

Anche nell'Esodo,
nel cupo deflusso,
i bimbi saltellano, avanzando.
Prendono per gioco una parte del tutto
gioiscono quel tanto come niente.
Ritaglio, appiglio, risveglio.
Ogni bimbo una Bibbia
ogni salto una pagina,
dal Libro dei libri
all'Europa dei muri.


BARCONI SENZA MEMORIA
di Daniele Cavicchia

Stanno i petali arresi
alla propria radice
stanno come onde di schiuma
su barconi senza memoria
porterà il vento altro polline
altro da te su cime innevate
sarà una siepe di spine
di mirtilli o ortiche
sarà quando ti volterai
per guardare gli occhi di lei
solo allora la zolla rivolterà il seme
e tu andrai lungo una strada
che non ha destinazione.


UNA PIETÀ SEGRETA
di Giuseppe Conte

Era nudo, il corpo incrostato di sale,
i capelli di alghe, e aveva il volto
marchiato dalla stanchezza e dalla fame.
“Chi sei? So che devi aver sofferto molto”
Era lì, un naufrago, un errante
che la rabbia infeconda delle onde
aveva portato sino ai tuoi piedi.
“Chi sei, perché sei qui, che cosa chiedi?”
Esiste una pietà segreta che il mare
-mare intriso di sperma, lacrime e vino-
ridesta con la sua voce barbara e antica.
E a quello straniero ti sei seduta vicino
e hai offerto del cibo, e una veste,
e sogni d’amore, Nausicaa.


NELL'ISOLA DEGLI SCHIAVI
di Maurizio Cucchi

Dakar sul barcone fino all’isola
di Gorée, l’isola cosiddetta
degli schiavi. Mi accompagnava
una gentile studentessa di italiano,
dolce ragazza di colore e non dico
che sarebbe stato amore ma certo,
davanti a una birra in riva al mare,
mi sentivo un caro zio affettuoso
mentre vedevo in pace passeggiare
atletiche, e non solo, coppiette
di un’Africa mite, in’Africa da amare.


GUARDANDO IL MARE
di Claudio Damiani

E questo canto, amore mio, di cicale
sotto il sole di luglio, in una campagna italiana,
cielo azzurro e poche nuvole, piccole,
odore forte di rosmarino e ginestre
e questo canto pazzo che non si ferma
nell’aria bianca bruciata
e noi, io e te, sotto questi pini
alziamo i calici e brindiamo, silenziosi,
tu vestita come una dea, con lunghe ciocche annodate
e perle tra i capelli,
là sulla collina il nostro capanno di legno
e giù lo scoglio dove passo tutte le notti
a piangere guardando il mare.


AMORI AL CHIARO
di Biancamaria Frabotta

Amori al chiaro - chiedete
ma siamo nelle tenebre
amori al tempo delle rose
già scheggiati di guazza
e il sangue non è acqua
senza patria e senza lingua
toccano le nostre corde pazze
come adesso, di fronte al mondo
staccarsi, è meglio, dalla dipendenza
Valentino, santo sbarazzino, libera
Nos dai musi di pietra, di libertà
ambasciatore, veglia sui nostri
canti in contumacia, sia mercede
agli amanti, ai poeti. Alcuni
all’Indice, altri fuori dagli indici.


LA LETTERA DI SAMIR
di Renato Minore

“Mio adorato amore
per favore non morire.
se mi leggi sarò salvo,
avremo il futuro”.
All’imbarco di Zuhara,
la sigillò in plastica,
che gli spruzzi
non la bagnassero.
Ma i segni inzuppati
consumano lo spettacolino
della nostra indignata
indifferenza.

UNA NENIA ANTICA
di Renzo Paris

Penso alla govane africana
scesa da un gommone
che avanza piedi nudi su una spiaggia siciliana.
 Ha piedi sottilie fianchi magri da gare invidia
 a una top model,gli occhi grandi e vellutati.
L'ho riconosciuta
dalla mia finestra smagrita,
 accucciata sull'asfalto
 che canta una nenia antica.
Dorme all'aperto, non accetta elemosine,
divora spaghetti nei cassonetti.
Ha morso la mano a un ragazzo
che pretendeva l'amore.

LORO DUE
di Umberto Piersanti

Varcarono le savane
e i deserti,
loro due, sempre insieme,
quasi attaccati,
partiti dal villaggio
di paglia e canne
dove il fiume svolta
e il coccodrillo
tra le erbe acquattato
spia la preda
li hanno divisi a forza
e poi gettati in barconi diversi,
non ha il finale lieto
d 'altri tempi
la favola crudele dei nostri anni.

GLI INSORTI
di Luigia Sorrentino

Noi fummo poco o nulla
poi, notte e niente
quel che non esisteva
spuntava lento e largo
di molti altri,
nel nome di colui che venne
la carne si avventò su noi
l’uno nell’altro ci stringemmo
il corpo sollevato
dal nostro forte peso
chiede l’umano il movimento
la notte adolescente canta
il cuore orfano del nulla
 
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