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Il Santuario termale degli Dei con la statua di Igea riaffiora dai fanghi tiepidi di San Casciano Bagni

di Laura Larcan
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 31 Marzo 2021, 14:17 - Ultimo agg. : 18 Febbraio, 17:14
4 Minuti di Lettura

Sono riaffiorati dagli strati di fango caldo con quelle iscrizioni perfettamente conservate che hanno regalato un’emozione agli archeologi. Prima l’altare marmoreo con la dedica ad Apollo. Poi, gli altri, dedicati alla Fortuna Primigenia e a Iside. Fino alla statua in marmo finemente scolpita che evocava Igea. Divinità legate all’acqua, a quel mondo di acque sorgive termali, lenitive e curative, tanto amate da dedicare loro un grande Santuario, la cui storia affonda le radici all’epoca di Augusto. Eccolo il tesoro archeologico scoperto presso il Bagno Grande di San Casciano dei Bagni  (Siena), prezioso borgo termale nel cuore della Valdichiana, in quella Toscana meravigliosa di confine storico con l’originaria terra degli Etruschi, amata e vigilata dai romani. Soprattutto dalle potenti famiglie senatorie che qui venivano a curarsi con i Bagni termali.

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Siamo di fronte ad un complesso di altari con iscrizioni, elementi architettonici monumentali, colonne ed elementi decorativi a rilievo, una grande vasca d’acqua termale, e un giacimento di ex-voto in bronzo. Un monumento che spicca incredibilmente a pochi passi dalle polle d’acqua sorgiva termale che ancora oggi sono utilizzate dal pubblico (salvo le misure di sicurezza anti-Covid attuali). I resti del grande Santuario di età imperiale, che attesta un utilizzo continuo fino al V secolo d.C., sono stati illustrati da Agnese Carletti Sindaca del Comune di San Casciano dei Bagni, insieme al pool di tecnici che hanno curato lo scavo, entrato nel vivo lo scorso agosto 2020. I reperti dell’importante scoperta saranno visitabili dal 24 aprile anche grazie al nuovo allestimento museale delle Stanze Cassianensi.

Emanuele Mariotti, che ha diretto l’impresa nel cosiddetto “fango caldo” dell’area, racconta il ritrovamento. L’ingresso è lastricato in marmo, puntellato da basi di colonne che ne evocano tutta l’imponenza. Cuore dell’area sacra è la grande vasca circolare d’acqua termale, incorniciata dall’anello di altari votivi, e le colonne a fusto liscio (tuscanico) che sostenevano la copertura. Intorno, la recinzione in muratura e pilastrini. Un santuario dalla lunga vita, passato anche per un incendio e ricostruito con contrafforti per la copertura. Tra i rinvenimenti più significativi sono riemersi tanti ex voto in bronzo. Con forme di piedi, orecchie, fegato. «Il Santuario diventa parlante, grazie agli altari e alle loro epigrafi». Evocano il luogo considerato sacro per la salute, con la testimonianza delle potenti famiglie del Senato che venivano a controllare il terreno e il santuario termale. «L’emozione di leggere nel fango il nome di Apollo, Fortuna Primigenia, Iside. Sono iscrizioni ricche e leggibili del II secolo d.C. quando la peste aveva piagato il territorio e si invocano gli dei. Un ex-voto a forma di orecchio in bronzo era incastrato sotto un altare come a dire “ascoltaci” e proteggi la nostra salute».

Dal IV e V secolo il santuario viene «messo a dormire, smantellato, una scelta dovuta all’incipiente arrivo della cristianità». L’ultimo giorno di scavo l’archeologo Massimiliano Papini ha riconosciuto il simulacro di Igea, forse ospitata sopra gli altari. I materiali più delicati sono stati spostati nel museo comunale, sotto l’occhio vigile dei carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio. Possibile apertura, il 24 aprile. La scavo, in concessione al Comune di San Casciano, è stato condotto su terreni in parte acquisiti dall’amministrazione, in parte ancora privati.

Come si è arrivati alla scoperta? Già nel 2017 una ricognizione mappava le evidenze disposte intorno al Bagno Grande. Dal 2018, le indagini geofisiche indicavano la presenza di grandi strutture sotto il terreno. A luglio del 2020 è iniziata la campagna di scavo. Secondo Andrea Muzzi, soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, «il ritrovamento si va ad aggiungere all’altra grande scoperta dell’anfiteatro di Volterra, e all’inaugurazione del Museo delle Navi a Pisa». «Lo scorso agosto sono riemersi i primi resti del Santuario, l’emozione è stata forte. Le terme in particolare hanno una facilità di avvicinarci al mondo antico, un sistema di vita esteso per tutto l’impero romano, qualcosa di grandioso, da Bath alla Turchia». Jacopo Tabolli ha condotto i rilievi: «Siamo in una posizione strategica di confine con la terra etrusca di Chiusi, diventato territorio di demarcazione tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana, che nel termalismo ha riconosciuto il suo valore identitario. Luogo di attrazione pubblica fino ad oggi con le vasche termali medievali che nascondono però resti romani». Nell’area le sorgenti sono quasi 40. La più potente regala acqua a 42 gradi, convogliata nella vasca sacra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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