Michael Jackson, 12 anni fa la morte: le accuse, i successi, i dischi, i suoi pensieri

Michael Jackson, morto dodici anni fa a 51 anni
Michael Jackson, morto dodici anni fa a 51 anni
di Leonardo Jattarelli
Venerdì 25 Giugno 2021, 15:40
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Un re, il re della pop music e non solo. Michael Jackson è stata ed è l’icona di un empireo musicale zeppo di successi strabilianti, di arte inarrivabile, quella che oggi viene scopiazzata un po’ in tutto il mondo e, allo stesso tempo, la vittima di un mondo che può brutalizzare, far precipitare da un attimo all’altro dal paradiso all’inferno. Jackson vittima di se stesso e di una accolita di manager, musicisti, produttori, colossi dei media, che hanno lavorato sì ma anche sfruttato, adulato e bruciato, osannato e criticato senza possibilità di appello. Da nero a bianco dall’anima dark, Jackson ha cercato di mascherarsi e di mascherare la sua vita anche quando non era necessario, anche quando i suoi miliardi di fan non glielo chiedevano. Michael dalle mille personalità e da un solo cuore: «Alcuni uomini hanno le loro Ferrari, i loro aerei, i loro elicotteri, nelle quali trovano la loro felicità. La mia felicità consiste nel dare e nel condividere e avere semplicemente del divertimento innocente» diceva lui. 

Quel cuore,  il 25 giugno 2009, esattamente dodici anni fa, mentre si trovava in una villa presa in affitto a Holmby Hills a Los Angeles, lo abbandonò. Un arresto cardiaco in seguito a un’intossicazione acuta da propofol, un potente anestetico somministratogli da un medico sotto contratto con la AEG, la società produttrice dei concerti di Londra; Conrad Murray, questo il suo nome, fu condannato poi a quattro anni di carcere, per omicidio colposo, sia in primo grado, che in appello. 
Pochi giorni dopo, il 13 luglio, Michael Jackson avrebbe dovuto iniziare una lunga serie di concerti a Londra. Negli ultimi anni il cantante soffriva d’insonnia cronica e alcuni medici gli somministravano questo anestetico per tentare in modo sbagliato di farlo riposare, dato che gli anestetici non inducono il sonno, come dichiarato da alcuni testimoni al processo che ne seguì. 
Secondo quanto rilevarono gli accertamenti medici dopo la morte, Jackson era molto magro, il corpo pieno di cicatrici a causa dei molteplici interventi di chirurgia estetica a cui si era sottoposto. Sulla testa portava una parrucca, dopo che i suoi capelli erano rimasti bruciati in un incidente sul set di uno spot pubblicitario per la Pepsi. Anche per questo, assumeva potenti antidolorifici da cui era dipendente. Negli ultimi tempi, la figlia Paris Jackson, oggi celebre modella 22enne, ha sostenuto che il padre sarebbe stato ucciso.
La morte di Michael Jackson è stata definita «l’evento mediatico più grande di sempre» e molti siti Internet andarono in titl sotto il peso delle continue ricerche riguardanti la morte dell’artista. La cerimonia funebre pubblica tenutasi il 7 luglio allo Staples Center venne seguita da un’audience stimata tra i 2,5 e i 3 miliardi di persone in tutto il mondo, rendendola la trasmissione televisiva e l’evento in streaming-on line più visto della storia. 

Il 3 settembre successivo venne organizzata una cerimonia funebre in forma privata al Forest Lawn Memorial Park di Glendale, il cimitero delle celebrità, dove il corpo di Jackson è stato sepolto. Le vendite dei suoi album superarono gli 8 milioni di copie negli Stati Uniti e gli oltre 30 nel resto del mondo, facendo di Jackson l’artista più venduto del 2009. Il 28 ottobre la Sony pubblicò un film documentario contenente le riprese delle prove dei concerti previsti a Londra, Michael Jackson’s This Is It. Nonostante il numero limitato di due settimane (ma il termine venne prorogato in diversi Paesi data la straordinaria affluenza di pubblico), divenne la pellicola con il più alto incasso per un documentario o un film concerto, incassando oltre 261 milioni di dollari in tutto il mondo.

LA SUA PARABOLA UMANA E ARTISTICA

“Re del pop” e “eterno Peter Pan” della musica leggera, Michael Joseph Jackson nasce il 29 agosto 1958 nella città di Gary, Indiana. Di famiglia non certo benestante, Michael è fin dall’infanzia interessato alla musica, come del resto tutti gli altri componenti (la madre cantava frequentemente, il padre suonava la chitarra in una piccola band R&B), mentre i suoi fratelli maggiori lo accompagnavano suonando e cantando.
Joseph Jackson, il padre-padrone della famiglia, intuendo il talento dei figli, decide di costituire un gruppo: mai intuizione si rivelò più azzeccata.
I neonati “Jackson Five”, aiutati dalla musica estremamente ritmica e coinvolgente, guidati dallo scatenato Michael passano velocemente dai piccoli show locali a un contratto con la leggendaria etichetta discografica “Motown”. Realizzeranno qualcosa come quindici album (di cui quattro vedevano protagonista assoluto Michael Jackson come cantante solista) in soli sette anni, scalando le classifiche e sostenendo affollati tour.
Michael registra anche alcuni album da solista con la Motown, ma nel 1975, a causa della limitata libertà artistica concessagli, il gruppo decide di non rinnovare il contratto e scegliere una nuova etichetta. Tutti, tranne Jermaine, il quale decide di continuare a registrare album per la stessa etichetta.

L'ACCORDO
Siglato un accordo con la Epic, i “Jackson Five” diventano semplicemente i “Jacksons” (il marchio e il nome del gruppo erano stati registrati dalla Motown), anche se ormai il successo sembrava averli abbandonati.
Michael decide di intraprendere la carriera solista e nel 1978, partecipa come attore alle riprese del film “The Wiz”, con Diana Ross, del quale incide anche la colonna sonora (partecipando in ben quattro canzoni, fra cui “You Can’t Win” e “Easy on down on the road”); durante le registrazioni della colonna sonora del film conosce il leggendario Quincy Jones. Nel 1979 decide di collaborare proprio con lui e registra il primo album solista per la Epic Records/CBS, “Off the Wall” (Con la Motown aveva già registrato ben quattro album come solista).
Il disco oscura il declino dei Jacksons, raggiungendo la vetta delle classifiche americane e del mondo intero. La strada per l’exploit successivo, quello che lo farà entrare nella storia come autore dell’album più venduto di sempre, è segnata. Dopo essersi riunito ai fratelli per un altro album e tour, Michael Jackson realizza il secondo album solista: “Thriller”.
Siamo nel 1982 e servirà almeno un decennio per smaltire l’orgia dance che il disco “Thriller” ha prodotto. L’album rimane in cima alle classifiche per 37 settimane e ad oggi ha venduto oltre 40 milioni di copie. Celebre è anche diventato l’innovativo video di lancio dell’omonimo singolo “Thriller”, un videoclip di quindici minuti diretto dal regista cinematografico John Landis.
Nonostante il nuovo status da superstar, Jackson ancora una volta si esibisce con i fratelli nel 1984 (Victory Tour), evento che spinge qualcuno degli altri membri di famiglia alla carriera solista (come le sorelle Janet Jackson e La Toya Jackson).

Intanto, il sempre più paranoico Michael compra un enorme ranch in California, ribattezzato “Neverland”, attrezzandolo a parco giochi e invitando ragazzi sempre più piccoli a visitarlo e rimanere ospiti da lui.
La sua propensione per la chirurgia plastica e comportamenti talvolta bizzarri (come indossare mascherine mediche in pubblico) fanno di lui un bersaglio gradito per i tabloid di tutto il mondo. Inoltre la sua riluttanza a concedere interviste aumenta inevitabilmente l’interesse sulla sua vita, dando àdito a “leggende metropolitane” come quella secondo cui la star dormirebbe in una sorta di camera iperbarica.
Nel 1985 acquista la ATV Publishing, che possiede i diritti di molte canzoni dei Beatles (oltre a materiale di Elvis Presley, Little Richard e altri), una mossa che a quanto sembra rovinò i suoi rapporti con Paul McCartney.
Lo stesso anno Michael è promotore insieme a Lionel Richie del progetto “We are the world”, un singolo i cui proventi sono destinati ai bambini africani; all’interpretazione partecipano le più grandi stelle USA della canzone: il successo è planetario.
Nel 1987 esce l’attesissimo album Bad che, sebbene raggiunga facilmente la vetta delle classifiche internazionali (vendendo in breve tempo ben 28 milioni di copie), fallisce nel tentativo di raggiungere il successo di “Thriller”.

LE ACCUSE DI MOLESTIE
Nel 1991 “Dangerous” è un altro successo, nonostante la concorrenza con “Nevermind” dei Nirvana, che segna il distacco dal pop al “grunge” per la MTV Generation. Negli USA l’immagine di Michael Jackson inizia a venire pesantemente ridimensionata dalle voci di improbabili molestie ai minori. «Le bugie sono velociste, ma la verità corre una maratona» commenterà Jacko.
L’amore di Jackson per i bambini è noto, ma le sue continue, troppe attenzioni generano sospetti a non finire, regolarmente corroborati, nel 1993, dalla denuncia di un bambino “amico” del cantante, che lo accusa di molestie. Il fatto si risolve con un accordo tra Jackson e l’accusatore (il padre del piccolo).
Nel tentativo di dare fondamento alla sua “normalità”, il 26 maggio 1994 si unisce in matrimonio con Lisa Marie Presley, figlia del grande Elvis. Ma il matrimonio naufraga solo due anni dopo, anche se Jackson rimedia celermente sposando la sua infermiera che fra l’altro darà alla luce il primo figlio di Michael Jackson nel febbraio 1997.
Non si ferma neanche la voglia di fare musica ed ecco che nel frattempo esce “History”, accompagnato come di consueto da un’enorme campagna promozionale, tra cui video di statue enormi di Jackson che vagano per le strade d’Europa. L’album è doppio e consiste in un disco di “greatest hits” e in uno di materiale nuovo, tra cui il singolo “Scream” (in duetto con la sorella Janet) e la canzone “They don’t care about us” che diventa oggetto di controversie per i testi ritenuti da alcuni anti-semiti e quindi successivamente modificati. L’uscita viene supportata da un’altra tourné. Il blitz multimediale viene scalato per il successivo e più recente disco del 1997, “Blood on the dance floor”.
Michael Jackson viene inserito nella Rock’n’Roll Hall of fame nel marzo 2001. Lo stesso anno viene organizzato un mega concerto al NYC ‘s Madison Square Garden per celebrare i 30 anni di carriera.
Oltre ai tributi in suo onore da Whitney Houston, Britney Spears, ‘N Sync e Liza Minnelli (sua carissima amica), il concerto vede la partecipazione dei Jacksons, insieme sul palco dopo quasi 20 anni. Lo spettacolo, già sold-out, viene trasmesso dalla CBS e batte tutti i precedenti record di ascolto con oltre 25 milioni di telespettatori.
Subito dopo il secondo concerto la città di New York viene sconvolta dalla tragedia delle Twin Towers.
Michael decide di reagire a questo duro colpo scrivendo una canzone dedicata alle vittime di quella tragedia.

Raccoglie intorno a sé 40 star (Celin Dion, Shakira, Mariah Carey, Backstreet Boys, Santana) e registra il brano “What More Can I Give?” (Accompagnato da una versione in lingua spagnola dal titolo “Todo para ti”, che vede la partecipazione fra gli altri anche di Laura Pausini).

LE TORRI GEMELLE

Il 25 ottobre 2001 Michael e i suoi migliori amici si riuniscono a Whashington per un concerto benefico durante il quale viene presentata ufficialmente la canzone All-Star per le vittime delle Torri Gemelle.
Nell’ottobre 2001 viene pubblicato “Invincible”, che contiene il singolo “You rock my world” accompagnato da un clip che, nella tradizione di Jackson, vede l’apparizione cameo di Marlon Brandoe altre canzoni che vedono l’apparizione di grandi star della musica come Carlos Santana nella canzone “Whatever happens”.
Nel novembre del 2003 esce la raccolta di successi “Number ones”, ma anche la notizia che Michael Jackson dovrà essere arrestato per accuse plurime di molestie a bambini, con la possibilità di pagare una cauzione di tre milioni di dollari.

Il processo si conclude il 14 giugno 2005, dopo che la giuria del tribunale di Santa Maria lo dichiara non colpevole, per tutti e dieci i capi di accusa che lo vedevano imputato.
Dopo la chiusura del Neverland ranch, dopo presunti problemi di salute, con molti debiti da evadere e dopo molto tempo lontano dalle scene, nel mese di marzo del 2009 torna in pubblico organizzando a Londra una conferenza stampa per presentare il suo nuovo tour mondiale che proprio dalla capitale britannica avrebbe dovuto partire a luglio. Ma il tour non sarebbe mai iniziato: Michael Jackson muore a 51 anni non ancora compiuti.
A poche settimane di distanza dal fatto si parla sempre più di un caso di omicidio, perpetrato ai danni del cantante dal suo medico personale, il quale gli avrebbe somministrato una dose letale di anestetico. L’ipotesi viene poi ufficializzata all’inizio del 2010. «In un mondo pieno d’odio, dobbiamo avere ancora il coraggio di sperare. In un mondo pieno di rabbia, dobbiamo avere ancora il coraggio di confortare. In un mondo pieno di disperazione, dobbiamo avere ancora il coraggio di sognare. In un mondo pieno di sfiducia, dobbiamo avere ancora il coraggio di credere» non si stancava di ripetere. A chi gli chiedeva come componesse la sua musica, diceva: «E’ un sentimento. Tu tratti l’aria come una tela e la pittura è lo strumento che passa attraverso le tue mani, fuori dalla tastiera. Così, mentre suono, è come se dipingessi un sentimento nell’aria».

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