Carrà, quel Tuca Tuca di Raffaella che scandalizzò l'Italia anni '70

Raffaella Carrà e Alberto Sordi nel Tuca Tuca a Canzonissima 1970
Raffaella Carrà e Alberto Sordi nel Tuca Tuca a Canzonissima 1970
di Leonardo Jattarelli
Lunedì 5 Luglio 2021, 19:39
2 Minuti di Lettura

«Tuca Tuca Tuuuucaaa, l’ho inventato iooooo, per poterti diiiire mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi pià». Eccolo là, l’ombelico del mondo attorno al quale girarono gli interi anni Settanta del nostro Paese che finalmente trovava un alibi in musica e dance per lo stravizio nazionale del guardare sempre e solo il proprio ombelico. Era la Canzonissima tv del ‘70, una manciata di mesi in più di 50 anni fa, quando nacque questa sorta di ballo a due a distanza (che sfidava il famigerato Ballo del mattone pavoniano), più carnale di un tango, una “sfiorata” d’intimità che t’avvolgeva per gradi dai piedi ai capelli come un amplesso in sezione anatomica.

 

L'ITALIA ADDORMENTATA


 Per un attimo tutti dimenticarono il “Chissà se va...ma sì che va” della Raffa nazionale che apriva la mitica trasmissione, manifesto di un’Italia che bene o male alla fine se la cava sempre e gli occhi di milioni di spettatori s’incantarono lì, proprio lì, sul “pancino” (come lo chiamerà Alberto Sordi ballando il Tuca con la Carrà), un’isola felice e spudorata che s’apriva tra la fine di un pantalone imbrillantinato a vita bassa e l’inizio di una blusa attillatissima che scintillava sotto i riflettori del Teatro Delle Vittorie. Firmato dal solito Boncompagni con Pisano e inventato coreograficamente da Enzo Paolo Turchi, il Tuca Tuca si libererà della tv e spopolerà nelle case, nelle feste dei ragazzi tra coca e aranciata, si ballerà perfino in discoteca. Un “must” come si direbbe oggi, l’antesignano dei contorsionismi pop di Shakira e del suo Waka Waka Africa. Tuca Tuca, Toccami; Madonna ancora era una ragazzina e il suo Touch me non lo partoriva neanche nella testa. C’era un po’ tutto nel Tuca: la dichiarazione: «Mi piaci ah ah, sembra incredibile ma sono cotta di te»; il desiderio: «Ti voglio ah ah»; l’ammiccamento palese: «E quando ti guardo lo sai cosa voglio da te, e quando mi guardi lo so cosa tu vuoi da me». Insomma “vietatissimo”, per un tv ancora non svezzata, se anche la censura, che in quegli anni metteva al rogo Ultimo tango a Parigi, non si fosse fatta ammaliare da questo girotondo spudorato acceso dal sorriso irresistibile di 
Raffaella tristemente se ne va e il suo indimenticabile Tuca Tuca fa 50. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA