Il sottosegretario alla Cultura Orrico inaugura i 50 anni di Giffoni Film Festival

Il sottosegretario alla Cultura Orrico inaugura i 50 anni di Giffoni Film Festival
di Barbara Landi
Giovedì 16 Luglio 2020, 15:59
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«Il futuro si costruisce oggi, Giffoni è la migliore espressione del Sud. È una concentrazione di energia e di creatività, che riesce a dare senso al mio impegno politico, per costruire un Paese all’altezza della aspettative dei ragazzi. Giffoni è tanto, le parole non riescono a descriverlo. Da adolescente aspettavo con ansia la striscia quotidiana in tv. E’ ciò di meglio che abbiamo in Italia, è dialogo, è interculturalità, è formazione, è costruzione di futuro. Forza Giffoni per quello che sei. Cinquant’anni di emozioni, di visioni, di speranza»: confessa di trattenere a stento la commozione e le lacrime il sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con delega al Cinema, Anna Laura Orrico, guest che apre le celebrazioni dedicate a #Giffoni50. In sala Truffaut scorrono le immagini del video emozionale che racconta i 50 anni di storia del Festival, inaugurato da una lunga lettera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che rivolge il suo più caro saluto ai giovani Giffoners, con l’auspicio che “la 50esima edizione del sia l’inizio di una nuova e feconda stagione di ulteriori successi”: «Il cinema, con la sua potenza espressiva, può costruire un formidabile strumento educativo – scrive Mattarella -  ed è merito del Giffoni Film Festival aver contribuito ad elevare il cinema per ragazzi dalla posizione marginale che occupava un tempo a genere di qualità”.
 



Ad accogliere il sottosegretario è il direttore Claudio Gubitosi, insieme ad una rappresentanza di sindaci del territorio e alcune figure simbolo che hanno contribuito alla crescita della manifestazione. Un festival resiliente, che affronta le normative post covid con quella che gubitosi definisce una geometria completamente nuova, con distanziamento sociale, sanificazione continua degli spazi, oltre ad un numero di presenze contingentate, ma rafforzate da ambassador ed hub in tutto il mondo. Un’edizione che si protrarrà al 2020 con Giffoni 50 Plus, e che da agosto a dicembre si snoderà in 4 momenti, il cui programma sarà definito il prossimo 10 agosto, per la notte delle stelle nell’area archeologica di Velia.   

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«Giffoni non si celebra, ma va vissuto. Qui c’è il cuore che batte, l’energia che migliora il mondo, la grande bellezza italiana. Ogni minuto è prezioso, niente va sprecato. Giffoni è arricchimento di conoscenze, è identità, gioia, emozione, nato da un’idea, dal 20 novembre del 1970, quando un’ intuizione devastante entrò nella mia vita di allora diciottenne – afferma Gubitosi -  Giffoni è distruggere e ricostruire, non è un mito né un rito, ma evoluzione. È apprezzare la bellezza della vita, l’accoglienza, la libertà di esprimersi e di essere ascoltato. È una famiglia, dove tutti devono sentirsi a casa».

Intanto di si dichiara “onorata da meridionale e da persona che ha sempre lavorato nel Sud dell’Italia” la sottosegretaria Orrico: «Sono convinta che qui ci siano tutte le potenzialità per dare una scossa importante, positiva, al riequilibrio economico e sociale del nostro Pese. Giffoni dimostra tutte queste potenzialità. In 50 anni non è affatto invecchiato, ma ha dimostrato la stessa energia e spontaneità trasmessa dai nostri giovani che sono i protagonisti – e insiste - Tutti i giovani dovrebbero venire a Giffoni e il Festival dovrebbe essere in tutte le città d’Italia e del mondo, perchè quello che i giovani imparano qui è il senso della vita, del ritrovarsi, al di là delle barriere, delle differenze culturali, provando a costruire una visione di futuro dove tutti possano stare in pace, serenamente e vivere con dignità alla ricerca della felicità”.

Si sofferma anche sulla profonda crisi vissuta dal mondo dello spettacolo, della cultura e dell’arte a causa dell’emergenza Covid. «Un momento delicato – esordisce Anna Laura Orrico - Ci siamo impegnati tantissimo durante il periodo del lockdown, tra il decreto Cura Italia e il decreto Rilancio, mettendo a disposizione del settore cultura circa un miliardo di euro, tradotto in 3 fondi per la cultura: uno da 245milioni dedicato al cinema, all’audiovisivo e allo spettacolo, un altro da 210milioni per il mondo del libro, le imprese culturali e i musei non statali, e ancora il fondo cultura da 100milioni per affiancare gli investimenti privati con l’intervento del pubblico e creare un fondo di garanzia affinchè le imprese culturali possano accedere al credito bancario. E ancora un bando extra Fus di 26,8milioni di euro per tutte le realtà del mondo del teatro, della danza, che non accedono al fondo unico per lo spettacolo, ma sono fondamentali per il nostro territorio. Continueremo a fare tanto anche con l’indennizzo, il bonus per i lavoratori autonomi dello spettacolo, e gli intermittenti più fragili e precari».
E’ di pochi giorni fa la firma di un ulteriore decreto a cura del ministro Franceschini che mette a disposizione 20milioni per le sale cinematografiche e 2milioni per la partenza delle arene questa estate.


Una categoria dello spettacolo da ripensare dal punto di vista organizzativo: «Da settembre i ministri Catalfo e Franceschini avvieranno un tavolo di lavoro per iniziare un percorso di riforma che riguarda le tutele e gli ammortizzatori sociali a favore delle imprese e del mondo dello spettacolo. Abbiamo bisogno in questo Paese di valorizzare i nostri artisti, i nostri creativi dimostrando che sono dei professionisti. Dobbiamo valorizzarli non solo in occasione dei festival, ma tutti i giorni dell’ano garantendo loro le stesse opportunità di tutti i lavoratori».
Infine il ruolo delle film commission, da rinvigorirle al sud: “Ho chiesto al ministro di avere un mandato speciale proprio sulle film commission e sulla formazione per far emergere i nuovi talenti.
Sono uno strumento straordinario, perché ci aiutano a creare l’ecosistema, l’humus che fa nascere i grandi registri, gli sceneggiatori e le maestranze che abbiamo in Italia. È un sistema complesso che dobbiamo provare ad armonizzare, a rafforzare, affinchè ci sia un dialogo complementare tra Stato e Regioni, sempre a supporto del cinema, che è una grande espressione del Made in Italy, che ci consente di raccontare la nostra Italia in tutto il mondo – aggiunge il sottosegretario, che rivolge un augurio ai Giffoners – Il mio auspicio per i ragazzi è di continuare ad essere ciò che sono sempre stati, creativi, anche in questa nuova modalità di vivere il Festival. Nonostante la distanza, saranno uniti dalla stessa identica emozione ed adrenalina che si prova qui a Giffoni».   

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