Giffoni, che entusiasmo al via. Tea Falco: «Vorrei un figlio da Stromae e adoro Marlon Brando» | Foto

Giffoni, che entusiasmo al via. Tea Falco: «Vorrei un figlio da Stromae e adoro Marlon Brando» | Foto
di Oscar Cosulich
Sabato 18 Luglio 2015, 11:15 - Ultimo agg. 11:19
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Tea Falco, madrina della 45esima edizione del Giffoni Eperience, intitolata «Carpe diem», è anche la prima ospite a calcare il blue carpet della rassegna. Con una botticelliana coroncina di fiori in testa («Mi sono vestita così per questi ragazzi», dice lei, «volevo essere la loro fata Turchina vivente») la fotografa e attrice ha firmato autografi e si è fatta immortalare in ripetuti selfie, prima di entrare nella «fossa dei leoni» e rispondere alle domande dei ragazzi, spaziando dal suo rapporto con Bernardo Bertolucci alla fisica quantistica, senza dimenticare l'ormai famoso post su Facebook, dove rispondeva polemicamente a chi l'aveva accusata, a proposito della sua recitazione in «1992», di parlare con un tale accento dialettale da rendere incomprensibili le sue battute.

«Sono convinta – ha detto Falco – che dietro gli attacchi ingiustificati spesso vi sia solo invidia dettata da gelosie di vario genere. Le migliori armi per me sono l'ironia e il sorriso. Bisogna rispondere agli attacchi con una battuta». Le invidie e le gelosie, nel suo caso, sarebbero state causate dalla sua bellezza.

Poi Tea Falco ricorda che, in realtà, «fin da piccola» è sempre stata «molto timida, tanto che a volte non riuscivo nemmeno a difendermi, poi crescendo sono diventata ancora più timida, ma ho imparato a nasconderlo meglio», per poi rivelare di sentirsi un «brutto anatroccolo».

«Prima ero cicciottella», spiega ancora, «ero arrivata a pesare settanta chili, ero come Tiziano Ferro. Poi sono dimagrita e diventata ”bella”, ma allo specchio non sono ancora sicura di quale sia la Tea che vedo riflessa. Ad ogni modo la mia infanzia è stato un periodo bellissimo, sognavo di diventare cantante ed è l'unico desiderio che non sono riuscita ad esaudire». Sarà per questo che ha accettato di apparire nel videoclip di «Io e Anna», la canzone di Cesare Cremonini? «Stimo molto Cesare, quando mi chiamata mi ha detto che questo, più che un videoclip, sarebbe stato un vero corto, girato in bianco e nero, io gli ho detto che avrei accettato comunque. Peccato solo che abbiamo girato separati, quel giorno ci siamo visti poco, però io dormito nel suo letto, perché una parte delle riprese era proprio a casa sua e lui in quell'occasione c'era ed è stato molto carino e gentile».

Esordire al cinema con Bertolucci è una fortuna rara e Tea Falco ne è consapevole: «Avevo conosciuto il suo cinema con “Io ballo da sola”, ricordo che c'era chi mi diceva che assomigliassi a Liv Tyler, anche se non capivo in cosa», ricorda l'attrice: «Quando mi ha chiamato è stata un'emozione fortissima. Mi sentivo come Marlon Brando! Sento in me l'energia dei grandi attori che Bertolucci ha diretto prima di me: Brando, De Niro, ed è una cosa meravigliosa, che non devo dimenticare mai».

Non sono mancate notazioni bizzarre, come quando Tea Falco ha dichiarato: «Voglio un figlio da Stromae, perché mi piacerebbe un figlio di colore», o quando ha confessato di aver iniziato la sua carriera di fotografa solo perché non aveva «niente da fare». «Non ho intenzione di abbandonare la passione per la fotografia – ha poi puntualizzato – perché mi ha aiutato a capire molte cose all'inizio della mia carriera di attrice: mi ha insegnato ad osservare gli altri e l'osservazione è una caratteristica fondamentale nella mia vita. Quando incontro una persona mi piace immaginare cosa ha fatto, che vita ha avuto, da dove viene. Il mio “carpe diem” è cogliere l'attimo e parlare con le persone perché, come diceva Pirandello, noi siamo il frutto di tutte le persone che abbiamo incontrato nella vita».

Appassionata di «Ritorno al futuro», vorrebbe poter viaggiare nel tempo per «conoscere Marlon Brando e anche Einstein: mi piace la fisica quantistica e anche voi dovreste studiarla», esorta i ragazzi. A Bertolucci affida il ruolo di padre spirituale, «perché da quando ho recitato per lui abbiamo continuato a sentirci regolarmente: è una persona fantastica e ironica». In chiusura Tea Falco ammette: «Senza la musica non potrei vivere». «A parte Stromae amo molte canzoni e quella della mia vita è “Le temps de l'amour” di Francoise Hardy».

La giornata, che ha visto ospite anche il bravo Stefano Fresi, si è poi conclusa con l'anteprima italiana di «Ant-Man» (in uscita il 12 agosto), di Peyton Reed, tra lanci di palloncini rossi e festa grande, mentre un uomo con il suo costume ha firmato autografi e si è concesso ai selfie al pubblico. «Il sogno di Giffoni ha inizio», ha detto entusiasta il direttore Claudio Gubitosi tagliando il nastro. Il film con Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man) e Michael Douglas nei panni dello scienziato Hank Pym, affiancati da Evangeline Lilly, Michael Peña e Jordi Mollà, è ambientato diversi mesi dopo gli eventi di «Avengers: Age of Ultron». È la storia del ladro Scott Lang che, per aiutare il dr. Pym a proteggere la tecnologia di Ant-Man (una tuta che permette di rimpicciolirsi e al contempo accrescere la propria forza fisica), diventa un supereroe. «Scott non è abituato a essere un eroe – ha spiegato il regista - è più simile al personaggio di George Clooney in “Ocean's Eleven”, un ragazzo che cerca di crearsi una nuova vita e cercare la redenzione».

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