«Il cinema di genere In Italia dà l’idea di essere qualcosa di poco affascinante, perché, a detta di molti, solo in America sono capaci di creare prodotti all’altezza dei gusti del pubblico. Invece la mia soddisfazione è avere materialmente la prova di quanto sia sbagliato tutto questo: anche in Italia il cinema di genere funziona e me ne rendo conto anche grazie ai social. Twitter è letteralmente impazzito quando è uscito il mio film “Freaks Out”: ritwittavano consigliando di andarlo a vedere»: attore, regista e produttore, Gabriele Mainetti ha incantato il Giffoni Film Festival con il suo workshop ai +18 e ha lasciato il segno. «Noi artisti abbiamo il dovere di offrire qualcosa di speciale al pubblico, perché altrimenti non avrebbe senso pagare la visione di un film in una sala di un cinema o un abbonamento su Netflix».
Gianmarco Saurino si racconta con due delle sue esperienze più belle, nonché le più recenti: Doc e Rotte-Storie e Migrazioni. «Entrare nel cast di Doc è stata una bellissima esperienza.