Il patron Gubitosi: «Cultura, legge speciale per Giffoni»

Il patron Gubitosi: «Cultura, legge speciale per Giffoni»
di Diego Del Pozzo
Lunedì 27 Luglio 2015, 10:56 - Ultimo agg. 11:07
3 Minuti di Lettura
Una macchina culturale come il Giffoni Experience, conosciuta in tutto il mondo e che da anni rappresenta anche una realtà economica di primo livello, può rischiare di vedersi ridimensionata, o quantomeno frenata nello sviluppo, a causa dei congeniti ritardi italiani in termini di pianificazione e certezza degli investimenti in un ambito come quello della cultura che, invece, dovrebbe essere considerato strategico?



A questa domanda, decisiva nella sua urgenza, il vulcanico fondatore e direttore del festival internazionale del cinema per ragazzi di Giffoni Valle Piana, Claudio Gubitosi, risponde con un deciso «no» durante il tradizionale incontro conclusivo della kermesse, di solito dedicato al bilancio e all’annuncio delle date dell’edizione successiva. Quest’anno, invece, Gubitosi lancia il suo grido di dolore, con sobrietà ma una certa perentorietà. «Così non si può più andare avanti», dice rivolto alle istituzioni pubbliche – europee, italiane, regionali – e a quei brand privati nazionali e internazionali, «che hanno nei giovani il loro target di riferimento, ma sono tanto miopi da non capire quanto sia conveniente investire in un marchio intimamente giovane come Giffoni». E non si può andare avanti così «perché – secondo Gubitosi – nei confronti di una realtà come il Giffoni Experience, l’Italia e la Campania rischiano di scoprirsi vecchie. Il problema è politico e tecnico.



Sul primo livello, chi amministra deve avere il coraggio di fare scelte coerenti, investendo con convinzione su quei soggetti che, poi, mostrano con i fatti e con i numeri di meritare quell’investimento, moltiplicandolo in termini economici e squisitamente culturali. I tecnici, invece, devono snellire le procedure per la concreta erogazione dei finanziamenti, altrimenti diventa difficile programmare sul medio-lungo periodo, se quanto è dovuto arriva con ritardi enormi. Basti pensare alla situazione di precarietà del mio team, giovane e motivato nonostante tutto, che a volte non percepisce stipendi anche per 14 mensilità. Sono loro, col loro lavoro, i primi sostenitori del Giffoni Experience, così come noi del consiglio d’amministrazione, che ogni anno mandiamo avanti la baracca grazie a fideiussioni personali». Gubitosi si rivolge sia al governo nazionale che a quello regionale: «Al ministro Franceschini chiedo una legge speciale per Giffoni, da tutelare come patrimonio nazionale, per quanto negli anni ha saputo dare all’Italia, in termini di promozione all’estero e arricchimento culturale di migliaia e migliaia di giovani. Non servono cifre enormi, ma certezza della loro disponibilità. E, inoltre, una piattaforma di una decina di eventi culturali nazionali sui quali investire, senza disperdere le risorse in mille, inutili rivoli. Lo stesso coraggio nelle scelte – prosegue Gubitosi – chiedo anche al neogovernatore campano Vincenzo De Luca, che incontrerò al più presto e che dovrebbe puntare sulle realtà regionali capaci di produrre ricchezza sul territorio, e Giffoni crea un indotto annuale di 13 milioni di euro e restituisce 2 euro e 50 per ogni euro investito, piuttosto che finanziare rassegne prive di significato.



Lo spreco del Forum delle Culture è ancora fresco: che cosa è rimasto a Napoli di tutti i soldi spesi? Che cosa ha prodotto quel carrozzone? Alla Regione, però, chiedo anche di sburocratizzare i finanziamenti e renderne più veloce l’erogazione. Il nostro progetto, in occasione dei controlli legati alla realizzazione della Multimedia Valley, è stato visionato dai commissari europei, che hanno dato la bandiera verde, nonostante il terribile deficit legato agli anni 2007 e 2009, che ci videro spendere regolarmente i soldi promessi senza che poi questi ci fossero davvero dati». La macchina culturale che oggi si chiama Giffoni Experience e che nacque 45 anni fa come Giffoni Film Festival è pronta al nuovo salto di qualità proprio col varo, a marzo 2016, della Multimedia Valley.



«Ma in un momento così importante – aggiunge Gubitosi – siamo stanchi di continuare così. Giffoni, in questi anni, ha fatto tanto per la Campania e per l’Italia, pur costando un terzo della Festa di Roma e un sesto della Mostra di Venezia. Adesso, è giunto il momento che anche la Campania e l’Italia facciano qualcosa di più per Giffoni, un’idea di sviluppo culturale che va meritata. Nei 150 giorni che mancano alla fine dell’anno tireremo le somme e capiremo come andare avanti in futuro, se col sorriso che ci ha sempre caratterizzati, o magari con un po’ di arrabbiatura in più. Ma, se noi e le migliaia di nostri giovani ci arrabbiamo, allora – conclude grintoso Gubitosi – potrebbero anche verificarsi azioni di protesta clamorose nei confronti di coloro che continuano a sottovalutarci: dal bombing telematico al boicottaggio di quei brand indifferenti verso il principale evento culturale del Mezzogiorno. I giovani vanno compresi e aiutati a crescere, non fatti arrabbiare».