Khaby Lame, la webstar di TikTok a Giffoni:
«Il mondo è brutto, inseguite i vostri sogni»

Khaby Lame, la webstar di TikTok a Giffoni: «Il mondo è brutto, inseguite i vostri sogni»
di Erminia Pellecchia
Sabato 24 Luglio 2021, 10:00
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Sorriso aperto e contagioso, si siede a bordo palco e intreccia il dialogo con i juror in sala e quelli in collegamento da Taranto. Scherza con loro, li invita a superare la timidezza, a trovare la propria voce. Non solo a Giffoni, ma nella vita. Khaby Lame, star di TikTok che, con i suoi esilaranti video-reaction senza audio, ha conquistato un bacino impressionante di follower in poco più di un anno il suo profilo Instagram è il più seguito in Italia e il secondo al mondo più seguito su TikTok con più di 84 milioni di follower - è sicuramente l'ospite più atteso di #Giffoni50Plus. L'affetto si sente, l'energia pervade la sala Truffaut con i suoi posti dimezzati per le misure anti Covid, e gli applausi, le mani con i palmi girati verso il cielo a mimare il gesto che ha reso celebre nel mondo il ragazzone di origini senegalesi cresciuto in un complesso di case popolari di Chivasso, a pochi chilometri da Torino, colma il vuoto. «Conoscevo già qualcosa di Giffoni dice lui - non avrei mai pensato di essere un giorno qui e se lo sono è grazie alla forza di tutti quelli che mi seguono tutti i giorni e crescono sempre di più. Anche se per via delle restrizioni la sala non è piena come lo era in passato e dispiace un po', è bello comunque essere tra voi». Sogna gli abbracci veri dei suoi fan Lame, non solo quelli virtuali.

Ed è il sogno del sindaco di Procida, Raimondo Ambrosino, e del suo collega di Bergamo Giorgio Gori, che in mattinata hanno siglato con Claudio Gubitosi, direttore di Giffoni Experience, il patto che unirà le due capitali della cultura Procida 2022, Bergamo nel 2023 attraverso il ponte sud-nord lanciato dalla Cittadella del Cinema, simbolo dell'Italia che rinasce. «Siamo ripartiti dai giovani, come per noi è naturale afferma Gubitosi - ed allo stesso modo sto pensando ad una Procida giovane.

E lo stesso potrà valere per Bergamo. Mi piace immaginare un'invasione di ragazzi che potranno finalmente abbracciarsi, perché anche questo è cultura». É un bellissimo messaggio nella giornata di Khabane Khaby Lame, che con la fama raggiunta a soli 21 anni, è diventato una vera e propria icona, il testimonial del «se ci credi, se hai passione, puoi superare ostacoli e raggiungere il traguardo», come ripete agli adolescenti, quasi suoi coetanei, che lo guardano ammirati e a cui lui dà consigli per l'uso: «Non ascoltare chi sottolinea i tuoi limiti, superali e non ti lasciare influenzare». 

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Khaby, sei la nuova stella mondiale dei social, hai guadagnato anche il pollice in alto di Mark Zuckerberg, come spieghi le ragioni del suo successo?
«Con la semplicità e la naturalezza, la mia faccia funziona, le smorfie che faccio e il mio linguaggio muto che arriva a tutti hanno fatto il resto. Il mio sogno fin da bambino, quando vedevo i film di Eddie Murphy, era di fare il comico, divertirmi facendo divertire gli altri. Facevo già qualche video su Youtube, poi durante il lockdown, dopo essere stato licenziato dalla fabbrica dove lavoravo, ho aperto un account TikTok. Per noia. Era marzo del 2020, nel mio primo video ironizzavo su come mettere l'amuchina, ho continuato con parodie, prendendo in giro la stupidità e scherzando su cose innocue e leggere. Sono piaciute, vanno forte sul web. La gente vuole messaggi positivi, fuori il mondo può essere brutto e io porto un po' di gioia nella rete. Forse per questo sono diventato famoso. Ma sono rimasto quello di sempre, non ho mai rincorso il danaro, se pensi ai soldi non arrivi da nessuna parte. Devi seguire invece la passione».

E sei diventato un fenomeno, hai spodestato perfino Chiara Ferragni.
«Non punto alle classifiche anche se sono contento del risultato che ho ottenuto. E, chiariamo, non ho preso il suo posto; facciamo cose diverse, lei si occupa di moda, io cerco la comicità. Studio ore per trovare cose ridicole che possano raggiungere lo scopo. Ora ho un manager che mi aiuta e molti fan mi mandano video con persone che fanno cose strampalate. Ripeto, voglio far divertire, facendo quello che mi è sempre piaciuto fare. Nella vita ho fatto diversi lavori, il muratore, il lavapiatti, l'operaio, ma non mi sono fermato. I miei idoli sono Checco Zalone, Omar Sy. Adoro Will Smith, spero di fare un film con lui. Prima però devo studiare l'inglese. E vorrei anche frequentare l'Accademia. Non considero l'essere tiktoker il mio destino, continuerò a fare video ma il mio desiderio vero è di fare l'attore. Ai ragazzi che vorrebbero diventare come me ripeto sempre: inseguite come me le vostre passioni».

Ami il Senegal, ma ti senti italiano al cento per cento, hai subito mai atti di razzismo?
«Sono italiano, anche se non ho ancora la cittadinanza. E tifo Juventus, mi tremavano le mani quando il mio manager mi ha fatto la sorpresa di farmi trovare Alex Del Piero davanti al ristorante, siamo diventati amici, mi chiama nipotino... Mi emoziono ancora a raccontarlo. Razzismi no, mai subito. Piuttosto pregiudizi. Il quartiere dove ho vissuto per 13 anni è multietnico, ci sono africani, napoletani, calabresi, gente di ogni etnia. Ci sentivamo tutti eguali, uniti da un legame speciale. Eravamo ragazzini con qualche problema, ma non certo teppistelli. Gli hater? Gli specialisti dell'odio? Non mi spaventano, sono quelli che maggiormente mi seguono, i miei fan numero uno. Come farei senza di loro?». 

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