«Il senso del Mattino»: a Giffoni il vostro giornale diventa un film

«Il senso del Mattino»: a Giffoni il vostro giornale diventa un film
di Titta Fiore
Mercoledì 22 Luglio 2015, 08:31 - Ultimo agg. 23 Luglio, 08:48
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C'è qualcosa di speciale nel legame che unisce un giornale alla sua città. Fiducia, consuetudine, dialettica, autorevolezza, la difficile alchimia tra novità e tradizione, tutto si tiene nella pratica quotidiana della scelta. Il gesto di andare all’edicola, lo sfoglio della copia digitale sul tablet o sullo smartphone, e il rapporto tra chi racconta e chi si vede raccontato si rinnova. È il senso del nostro lavoro. Di Napoli «Il Mattino» è voce e specchio, coscienza critica e compagno di strada. Da 123 anni racconta la città e il suo territorio facendosi ponte tra una comunità e il resto del Paese, attraversando cambiamenti epocali, diventando testimone del proprio tempo e della storia e dei luoghi.



La delega non è mai stata in bianco, si capisce, ma quando si dice che «Il Mattino» è il giornale del Mezzogiorno, è di questo che si parla. Di un ruolo che il lettore ci riconosce sulla scorta di una lunga e tenace militanza nel sistema dell'informazione. Di una funzione di presidio nei confronti degli accadimenti e delle istituzioni esercitata con professionalità e onestà intellettuale. Pochi giornali sono radicati così profondamente nel proprio territorio quanto «Il Mattino».



È forte il senso di appartenenza, la riconoscibilità, la capacità di farsi punto di riferimento nei momenti più difficili, drammatici, gioiosi della città, della regione, per le donne e gli uomini di una parte importante d'Italia troppo spesso sbrigativamente derubricata a «questione meridionale». Su questo legame ci ritroviamo a ragionare ogni giorno, nella fattura del giornale, e da qui è nata l'idea di aprire le porte di via Chiatamone a quanti avessero voglia e curiosità di vedere com'è stare «dentro la notizia», di capire come nasce quel particolare feeling che aggancia il quotidiano alla città, di dare alle parole che ogni giorno stampiamo la concretezza delle immagini. L'idea di un film. «Il senso del Mattino», l'abbiamo intitolato così, ha preso corpo a poco a poco, tra gli entusiasmi e le difficoltà che attengono ad ogni «prima volta». Perché è la prima volta, in Italia, che un giornale affronta un'operazione del genere: interrogarsi sull'essenza del proprio lavoro e sull'interazione con i lettori e con il territorio. E grazie all'entusiasmo, alla disponibilità di Claudio Gubitosi, fondatore e anima del Festival di Giffoni Experience, il progetto è diventato realtà nelle mani dei giovani, talentuosi professionisti cresciuti e formati nella miracolosa factory dell'audiovisivo nata tra i Monti Picentini.



Luca Apolito autore e regista, Gianvincenzo Nastasi produttore esecutivo, e i loro tecnici sono diventati per sei mesi i nostri compagni di viaggio, affiancandoci nelle riunioni di redazione, riprendendo il lavoro di desk e quello sul campo, in strada assieme ai nostri cronisti di punta, intervistando intellettuali, opinion leader, giornalisti di lungo corso, lettori, per comporre il mosaico di una realtà che va molto oltre la notizia.
Lo sottolinea bene, in un passaggio, lo scrittore Maurizio de Giovanni: «Nel suo racconto per frammenti, come in un caleidoscopio, ”Il Mattino” costruisce giorno dopo giorno il grande romanzo di una città e di una regione». Perché se diversi sono i fatti con i quali quotidianamente ci si confronta, nell'industria mediatica, il sottotesto dell'identità resta forte: «Il giornale legge la città e la città legge il giornale», dice il filosofo Aldo Masullo con un felice paradosso. Era questa, in fondo, la strada percorsa da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao fin dalla fondazione del nostro quotidiano, e lo ricorda con puntualità Pietro Gargano, che ne è stato a lungo una delle colonne. Accanto alla vita di redazione il docufilm, che oggi si vedrà a Giffoni in anteprima assoluta, affronta inoltre un discorso più ampio, una riflessione di metodo su quale sarà il destino della carta stampata nel prossimo futuro, e quali le strategie più adatte a rispondere alle sollecitazioni della rete, fornendo anche allo spettatore meno esperto una panoramica sullo stato dell'editoria arrivata ad un passaggio fondante della sua storia. Passato, presente e sviluppi del giornalismo si fondono così nei cinquanta minuti del film che in autunno a Napoli sarà al centro di un importante evento. Sullo schermo la rotativa gira veloce, ed è una bella immagine, un bel segnale.
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