Lillo & Greg, risate a Giffoni: «L'uomorismo deve essere super partes»

Lillo & Greg, risate a Giffoni: «L'uomorismo deve essere super partes»
Lunedì 20 Luglio 2015, 14:29
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«L'umorismo dovrebbe essere super partes ma devi avere anche il gusto di capire se travalichi offendendo qualcuno». Hanno per un attimo lasciato il tono scanzonato Lillo e Greg, ospiti questo pomeriggio al Giffoni Film Festival dove hanno incontrato i giurati, e hanno affrontato una tematica quanto mai attuale e delicata: l'umorismo al tempo degli estremismi. «Bisogna anche considerare - aggiungono - che si potrebbero offendere persone che reagiscono in maniera esagerata. In ogni caso più che di umorismo nero, a noi piace l'umorismo cinico. Preferiamo focalizzarci sui vizi, sulle cattiverie che abbiamo tutti. Di base, infatti, siamo stati tutti un po' buoni e un po' cattivi, un po' tutto e il suo contrario. In questo senso, peschiamo cose negative che sono divertenti. Il cinismo è un modo per raccontare la vita, nelle sue sfaccettature. Penso ai film di Monicelli, ma anche a commedie come Il Vedovo: in quel cinema c'era la voglia di arrivare a tutti ma anche di raccontare una storia». La coppia arriva nel centro picentino passando per 'Gomorra': è bastato l'annuncio di «Natale a Gomorra», prodotto da Filmauro, per scatenare polemiche. Ma i due, baluardi della comicità cinica e surreale italiana, approfittano del clima rilassato del GFF per raccontare la loro idea del film.
Lo fa Lillo, che chiama in causa la commedia alla Billy Wilder: «La nostra non è una parodia di Gomorra, né vuole esserlo. Pensiamo piuttosto a un »action movie comedy« sullo stile di »A qualcuno piace caldo« senza volerci paragonare però a quel capolavoro, sia detto. Ma l'idea è quello di 'fuggire' da una mafia che ricordi quella che inseguiva Tony Curtis, Jack Lemmon e Marilyn Monroe». Sulla loro storia professionale, dicono: «Noi siamo stati fortunati. Abbiamo iniziato a muovere i primi passi in un tempo in cui potevi anche sbagliare all'inizio e poi avere un'altra opportunità. Oggi, invece, un comico se non fa ridere subito è finito. Le nuove leve nascono per la tv, se non funzionano subito, sono fuori». Sui loro sogni, poi, aggiungono: «Il nostro sogno è quello di fare un film scritto da noi, interpretato da noi e diretto da noi. Ci stiamo avvicinando piano piano». Il pensiero corre anche a due colonne del cinema italiano e della comicità partenopea come Totò e Peppino: «Geni assoluti, tuttora moderni. Da loro abbiamo preso tanto, anche senza accorgercene, li abbiamo proprio metabolizzati».
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