Sergio Rubini al Giffoni Film Festival: «Che emozione quella volta con Fellini»

Sergio Rubini al Giffoni Film Festival: «Che emozione quella volta con Fellini»
di Antonella Santoro
Mercoledì 27 Luglio 2022, 22:10 - Ultimo agg. 28 Luglio, 15:06
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Ha dimostrato grande sensibilità nell’affrontare determinate tematiche ed è stato per tutti molto piacevole da ascoltare: l’attore, regista e sceneggiatore Sergio Rubini dopo diversi anni ritorna al Giffoni Film Festival con una calorosa accoglienza da parte dei giovani giurati.

Professionista a tutto tondo, con quattro film in uscita, racconta con grande naturalezza la sua passione per il cinema: «Tutto è nato quando avevo 15 anni. Nonostante provenissi da una famiglia semplice e lontana dall’ambiente, decisi di studiare recitazione. Da quel momento non ho smesso più». L’attore barese ha una media di 1-2 film all’anno: «Nel corso della mia carriera ho recitato in tanti ruoli. L’esperienza che ricordo con maggiore emozione è stata quando ho recitato interpretando il giovane Federico Fellini. Quando il Maestro mi incontrò per la prima volta, si complimentò perché somigliavo tanto alle mie foto. Teneva a farmi capire che è fondamentale somigliare a noi stessi e io ero uno dei pochi attori che ci riusciva. Questo suo commento mi colpì molto». 

Sul tema del Festival di Giffoni, gli invisibili, commenta: «Nella professione di un attore è essenziale, necessario essere visibili.

Il periodo di pandemia ha cambiato completamente il nostro modo di essere visibili». E continua: «La visibilità dei social network è opacità, oggi manca il desiderio di raccontarsi, raccontare la propria storia, le proprie origini. Purtroppo noi italiani non ci raccontiamo più, lo facciamo fare agli stranieri che non vivono in Italia. Abbiamo bisogno di poeti, di visionari, per recuperare di nuovo la percezione del mondo».

L’instabilità è l’essenza per un attore: «Forse comporta proprio questo, ho imparato ad accettare i miei momenti di instabilità. Abbiamo tutti bisogno di sognare, soprattutto in questi ultimi tempi, quindi cerchiamo finali lieti; sta a noi “addetti ai lavori” scrivere storie che abbiano queste caratteristiche». 

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Chiosa, infine, con un pensiero sul cinema: «La sala è in crisi, non il cinema. Gli facciamo solo del male se diciamo così. Sono solo cambiati i supporti grazie ai quali guardiamo un film. Per esempio ora non si usano più i vinili, eppure la musica non è morta, è solo cambiato come la ascoltiamo».

Giffoni non ha dimenticato di festeggiarlo: dopo aver parlato con i ragazzi durante la masterclass, Sergio Rubini è stato premiato con il Giffoni Special Award.

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