Alessio Alba: nei miei brani canto la leggerezza della vita

Alessio Alba: nei miei brani canto la leggerezza della vita
Mercoledì 23 Giugno 2021, 21:34 - Ultimo agg. 21:45
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Alessio Alba, come nasce il progetto e la collaborazione con Andy Milesi e Francesco Tosoni di Noise Symphony, che hanno lavorato alla produzione del suo brano?

«La collaborazione con Andy è nata dal mio desiderio di raccogliere pareri sui brani che stavo scrivendo. Ancora è tutto nuovo per me e credo che avere un feedback sia la cosa più importante in questo momento. Tramite la mia insegnante di canto, ho mandato alcuni pezzi ad Andy, che se ne è interessato e abbiamo iniziato così a collaborare. Andy mi ha seguito e supportato sin da subito, avendo lui già una visione più chiara della direzione verso cui indirizzare in nostro progetto. Abbiamo quindi spedito i pezzi che più ci piacevano a Francesco, che ha apprezzato la nostra idea. Avevo già avuto la possibilità di incontrare Francesco durante la mia partecipazione al Tour Music Fest 2019 ed ero stato colpito sia dal suo modo di lavorare, sia da come trasmette la passione per quello che fa. Quindi quando abbiamo appreso del suo interesse nel collaborare ero fuori di me dalla gioia».

“Ah ha” è il suo primo singolo ispirato dalle difficoltà con le ragazze. Qual è il messaggio che intende mandare con questa canzone?

«Il messaggio è quello di non affrontare le cose con pesantezza. Specialmente in amore, la percentuale degli insuccessi è sempre maggiore rispetto a quella dei successi, ma questo non significa che ci sia qualcosa che non vada in noi, come persone. Per questo spingo sempre i miei amici e le mie amiche a tentare la sorte, perché se si vuole vincere la lotteria bisogna almeno comprare il biglietto!»

Qual è il modo per sbloccare una situazione come quella che descrive nel brano?

«Credo di aver trovato il modo per superare questo blocco quando ho vissuto il primo appuntamento con la mia attuale compagna...ero così emozionato che le ho rovesciato addosso una bottiglia di vino! Però non mi sono perso d’animo e ho pensato “non preoccuparti, può capitare, non devi essere perfetto”. Forse il modo per superare gli attimi in cui non si sa che dire o che fare è il pensare che nessuno è perfetto, che può suonare banale, ma è la cosa che tutti puntualmente ci scordiamo».

C'è sempre qualcosa di autobiografico nella sua musica o si ispira anche alla realtà che la circonda?

«Cerco sempre di rimanere fedele al detto “parla di quello che sai”, quindi per adesso sto esplorando il mio mondo interiore e quello dei miei ricordi. Quello che però cerco di fare quando scrivo un testo è di non essere troppo legato alla mia persona, ma di essere il più possibile universale e duttile, così da poter entrare in contatto con tutti quelli che mi ascoltano e lasciare a loro lo spazio da riempire con le proprie esperienze e le proprie idee».

Come nasce l'idea del videoclip e del gioco di forme e colori?

«L’idea parte proprio dal gioco. Con il videomaker Mattia Nicolai ci siamo trovati a condividere idee saltando di qua e di là con la fantasia, per poi atterrare su questo video caleidoscopico. L’idea era quella di rappresentare l’energia del brano e di far divertire chiunque lo vedesse e se ci sono delle cose che fanno ridere a ogni età, sono proprio le facce strane e buffe (le boccacce)».

Sta lavorando ad un disco? Può anticiparci qualcosa?

«Sto lavorando a vari brani che spero di riunire presto in un disco. Nel frattempo stiamo preparando anche un altro singolo, dai toni e ritmi diversi, ma sempre con l’intento di stupire chi l’ascolta».

Lei è anche attore teatrale e di cabaret. Quanto è utile nella musica e quanto questi due aspetti si influenzano a vicenda?

«La recitazione credo che sia uno degli insegnamenti che dovrebbero entrare di diritto tra le materie di scuola.

Il teatro da a ognuno gli strumenti e la consapevolezza di sé indispensabili per ogni aspetto della vita. A me ha dato innanzitutto la capacità di stare sul palco senza timori e una forte tecnica vocale, ma anche la consapevolezza delle mie capacità e la forza di osare, di uscire fuori dai parametri per scoprire nuove opportunità. Invece il cabaret è nato un po’ per necessità, ho iniziato a lavorare facendo animazione alle feste dei bambini e lì ho scoperto di avere una vena comica spontanea, improvvisando con genitori e con i migliori attori sulla terra, i bambini».

Quali sono gli artisti con i quali le piacerebbe collaborare nel panorama italiano ed internazionale?

«Nel panorama italiano sarebbe il mio sogno da sempre collaborare con Elisa, un’Artista con la A maiuscolissima. Poi adoro Francesca Michielin e Mahmood, credo che loro stiano davvero regalando molto alla musica italiana. Nel panorama internazionale ho il cuore un po’ spezzato da quando si sono divisi i Daft Punk, che sono il mio gruppo preferito, ma non potrei non nominarli per primi. Sicuramente Lady Gaga e Bruno Mars, che per me rappresentano dei punti d’arrivo, in ogni aspetto: presenza scenica, vocalità, capacità di suonare e capacità di scrittura».

Come si trova a suonare dal vivo e quanto le manca farlo in questo periodo storico?

«Fare concerti dal vivo è il motivo per cui ho iniziato a scrivere e a cantare. Stare di fronte a un pubblico è un’esperienza che veramente tocca qualche mia corda interna e mi fa suonare. Riesco a essere più intimo e vero di fronte a tante persone; questo il pubblico lo sente e risponde sempre con grande trasporto. In questo periodo così strano è la cosa che più mi manca, è come essere lontano da casa. Per questo non ho fatto concerti o esibizioni online, perché purtroppo senza contatto diretto sarebbe stato come un tavolo che traballa, funziona ma non è proprio così che dovrebbe essere».

Quali sono le sue passioni oltre alla musica e al teatro?

«Sono un appassionato di cucina e pasticceria. Ci sono giornate in cui cucino dalla mattina alla sera, per la gioia mia, della mia compagna e degli amici che invito. La passione per la pasticceria è nata da poco ma mi ha preso totalmente, faccio una torta a settimana quando posso e mi riempie di soddisfazione...e di zuccheri».

Le piace viaggiare? E quali sono i posti che preferisce?

«Amo viaggiare ma non sono un grande amante dell’aereo. Per questo mi piace girare in Italia, che è piena di posti incredibili. Adoro andare a Roma, abitando anche vicino alla capitale, perché credo sia un privilegio anche solo poter fare una passeggiata per il centro. Poi sono stato spesso a Napoli (essendo anche una buona forchetta), che credo essere una città unica al mondo, viva in ogni sua via e piena di sorprese nascoste a ogni angolo o cortile. Essendo la mia compagna veneta, ho potuto scoprire anche più in profondità questa regione, che tutti relegano solo a Venezia, ma che invece è piena di posti mozzafiato, come le Dolomiti Bellunesi e tutto l’entroterra».

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