La Ruggiero: «Dopo l'Ariston canterò Travaglio ed Erri De Luca»

Antonella Ruggiero
Antonella Ruggiero
di Federico Vacalebre
Sabato 18 Gennaio 2014, 16:32 - Ultimo agg. 19:06
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Svecchiando svecchiando, di artisti veterosanremesi al Festival 2014 non ne rimasto nessuno. E tocca proprio alla regina di presenze di quest’edizione - arrivata a quota 10, 11 se si conta anche quella dell’anno scorso come ospite dei Marta sui Tubi - intonare l’elogio del rottamatatore buonista Fazio. Antonella Ruggiero stata in gara all’Ariston cinque volte con la sua ex band, i Matia Bazar (la prima nel 1977, l’anno dopo vinsero con ... E dirsi ciao), altrettante come solista (l’ultima nel 2007). «Da ospite l’anno scorso ho visto che c’era un’atmosfera nuova, diversa dal passato», spiega: «Il gioco delle due canzoni cancella l’assurdità di una gara ad eleminazione, ma lascia la suspense dell’incertezza Quale brano resterà in gara? Ho visto colleghi stupirsi per il risultato, magari succederà anche a me».



Quindi ben venga il nuovo corso faziano e fazioso? «Certo. Mi fa piacere che ci sia ancora spazio per me, ma mi fa ancor più piacere che almeno tre quarti dei 14 concorrenti siano dei giovani. Per troppi anni Sanremo era ingessato, museificato, sembrava un posto dove niente potesse cambiare. E invece...». Invece tra i Perturbazione e Giuliano Palma torna lei con il suo pop raffinato, sempre più obliquo, con quell’intonazione assoluta che molti divi della lirica le dovrebbero invidiare. Pop che forse è ormai difficile definire come tale, anche pensando al repertorio dei suoi concerti: domani a Mantova si muoverà tra Purcell e Dowland con i Fiati Associati; il 20 sarà in Lussemburgo con il suo «Stralunato recital» in cui passa dal suo repertorio a brani di tradizione religiosa e popolare, da Tenco e Battisti a Cesaria Evora; il 29 sarà al Blue Note di Milano con l’Hyperion Ensemble per «Contemporanea tango».



Che suono dobbiamo aspettarci al Festival da «Quando balliamo» e «Da lontano»?

«Sono due pezzi intensi, costruiti con attenzione, diversi. Li ho scritti con Roberto Colombo, che come sempre firma anche gli arrangiamenti dei miei brani, e, per i testi, uno con Simone Lenzi, scrittore e voce dei Virginiana Miller, e l’altro con Orlando Graziano, cantautore romano».



Da «Registrazioni moderne» all’ospitata sanremese al fianco dei Marta sui Tubi il filo rosso che la collega alla scena giovanile è evidente.

«Sono curiosa, in Italia ci sono tanti giovani di valore, anche se non li passano alle radio, e alcuni di loro troveranno spazio nel mio nuovo disco. Lo stiamo ultimando, spero sia pronto per il Festival».



Titolo? Direzione sonora?

«In ”L’impossibile è certo” il pop lascerà spazio alla musica contemporanea, dopo dieci anni torno a registrare un album di inediti e mi piace farlo con un prodotto particolare, non scontato. Alla stesura dei testi hanno contributo scrittori come Eraldo Affinati, Michela Murgia e Erri De Luca, oltre a Marco Travaglio. C'è un corposo utilizzo dell’elettronica, unita a strumenti tradizionali, fra cui primeggiano la fisarmonica, le percussioni e gli archi. Viviamo forse il peggior momento della storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, ma nella musica intorno a noi succedono cose egregie, anche se i network mostrano di non accorgersene: dai cori alle jazz band, dai giovani autori ai gruppi underground c’è un fermento che mi piace intercettare ogni volta che posso. Ed è giusto che un palcoscenico come quello dell’Ariston accolga soprattutto queste proposte».
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