Super Bocelli torna a Napoli: «Il mio bis al teatro San Carlo»

Super Bocelli torna a Napoli: «Il mio bis al teatro San Carlo»
di Andrea Spinelli
Sabato 9 Febbraio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 10:41
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Dopo tredici anni di lontananza dal palcoscenico del San Carlo, Andrea Bocelli torna nel teatro «più bello del mondo» con lo stesso programma lirico che eseguirà fra qualche giorno al Metropolitan Opera House di New York, per sfogliare pagine dei massimi compositori italiani e francesi: da Gaetano Donizetti a Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, da Charles Gounod a Jules Massenet, e perfino il francese adottivo Jacques Offenbach. In scena con lui il soprano Maria Aleida, mentre la direzione è di Eugene Kohn: tutto esaurito in prevendita per il recital «Tre Secoli d'Amore» del 20 maggio, c'è il bis: è il 22 maggio (la direzione del teatro ha riservato la vendita dei biglietti per la replica nelle giornate di ieri, oggi e domani agli abbonati alla stagione 2018/19. Da lunedì 11 alle 10 vendita aperta al resto del pubblico). «Napoli è la città della musica e dell'amore» spiega il tenore reduce dal trionfo sanremese. «Ed è proprio dal desiderio di condividere bellezza e amore, declinandole attraverso le suggestioni della grande musica, che ringrazio Generali per portare al San Carlo centocinquanta studenti provenienti dall'hinterland napoletano, regalandogli la possibilità di assistere al concerto ed incontrare il cast. Che io ami la città, la sua canzone a cui ho dedicato l'intero album Incanto, ma anche la sua bellezza naturale, artistica, storica, culturale, non lo devo nemmeno ripetere, credo». «La presenza di Andrea Bocelli al San Carlo afferma la Sovrintendente Rosanna Purchia rafforza e dà ulteriore significato al progetto Valore Cultura di Generali Italia che ci affianca nel coinvolgimento dei giovani alla vita culturale. Aprire le porte a centocinquanta studenti provenienti dall'hinterland napoletano, offrendo loro non solo la possibilità di assistere al concerto ma anche di avvicinare l'artista, credo che sia un'esperienza unica per i ragazzi. E per questo ringrazio il Maestro Bocelli per la grande disponibilità e generosità dimostrata».
 
In attesa del San Carlo, Bocelli senior si porta ancora dentro l'emozione di un altro teatro, altrimenti storico, l'Ariston, dove martedì sera Andrea ha riportato una delle più grandi avventure artistiche mai partite da quel palco duettando con Claudio Baglioni «Il mare calmo della sera», il brano da cui è nata la sua carriera, e «Fall on me» assieme al figlio Matteo. «Tre o quattro anni fa, passavamo da Sanremo e il babbo mi portò a vedere l'Ariston, qualcuno ce lo aprì e lo trovai più piccolo di come me l'immaginavo dai video delle sue esibizioni» dice Boicelli jr, nato tre anni dopo quella prima esperienza in Riviera. «Ricordo che, entrati dalla platea, lui si appoggiò per un attimo al muro sul fondo alla sala dicendo, con una punta di commozione, che quello era il punto da cui il nonno l'aveva guardato debuttare al Festival». Storie di famiglia, insomma, di generazioni da raccontare con una romanza.

Era il primo atto di una storia da novanta milioni di dischi venduti culminato tre mesi fa nel primo posto della classifica americana e di quella inglese dell'ultimo album «Sì». Trionfo replicato al Festival se è vero che, oltre al picco d'ascolti della prima giornata, «Fall on me» ha conquistato il pieno di download, schizzando in testa alla classifica di ascolti su iTunes. All'Ariston padre e figlio si sono scambiati il giubbotto di pelle con cui Andrea cantò nel '94 «Il mare calmo della sera», ma il tenorissimo toscano tiene a precisare che non s'è trattato di un passaggio di consegne. «Sarebbe troppo presto per me» assicura. «E poi lui, che sta ancora studiando, non è ancora in grado di riceverlo. È uno scambio simbolico: un augurio paterno affinché questo inizio si concretizzi in una carriera seria».

Sanremo? Per Andrea Bocelli «è come il vino: c'è l'annata buona e annata meno buona». E, soprattutto, «in 5 minuti ti puoi giocare la carriera». Lui, il figlio, ha affrontato oneri ed onori del debutto sanremese con consapevolezza: «Sinceramente, avrei voluto iniziare dal fondo, come il babbo. Ma ho sempre saputo che, con questo cognome, non sarebbe stato possibile. Invece che dalle Nuove Proposte di Sanremo o da X-Factor mi sono ritrovato a partire da numero uno internazionale. Anche se l'impresa l'ha fatta il babbo e io mi sono limitato a dare solo il mio contributo ad un pezzo del disco».
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