I BoomDaBash: «I nostri tormentoni?
Nascono d'inverno, al camino»

BoomDaBash con Baby K
BoomDaBash con Baby K
di Federico Vacalebre
Venerdì 11 Giugno 2021, 15:34
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Fedeli al loro nome, i BoomDaBash battono un colpo quando tutti se lo aspettano da loro: domani esce «Mohicani» che, forte di un «feat» con Baby K, come di una scrittura divisa con Rocco Hunt, azzarda un’ipoteca sul titolo di tormentone dell’estate 2021. Un reggae multikulturale, un video girato a San Pietro in Bevagna che cita i party «passa passa» di Kingston: «In Giamaica, ma anche in Salento, la Giamaica d’Italia, dopo un bel concerto si usa occupare i parcheggi con le macchine messe in cerchio, i fari accesi e gli stereo a palla che sparano buone vibrazioni per continuare a fare notte, ad assembrarci. Una cosa che ci mancherà ancora quest’estate, ma almeno abbiamo il ritmo giusto per aspettare il momento in cui questo incubo sarà finito», racconta Biggie Bash, uno dei due cantanti del collettivo: l’altro è Payà, ai beat pensano Blazon e Mr.Ketra.
L’estate scorsa hanno battuto tutti con «Karaoke» e Alessandra Amoroso, che già era stata al loro fianco nella stagione calda precedente, con «Mambo salentino», ma anche in quella del 2015 con «A tre passi da te». Nel 2018 c’era la Loredana Berté di «Non ti dico no».
Dice il vostro amico Rocco Hunt che quest’estate sarà un derby tra lui (con Ana Mena e «Un bacio all’improvviso») e voi, a ripetere la gara al fotofinish dell’anno scorso.
«Tanto lui, vince comunque, come coautore. Ma non è una gara, non c’è competizione, solo il gusto di far ballare la gente, di usare al meglio l’estate: per divertirsi, muovere i corpi, farli danzare, liberarli».
Ormai, comunque, siete i re dei tormentoni. Ma quando nasce la canzone per l’estate? Davvero davanti a un camino, ammesso che lo si accenda mai in Salento?
«Negli ultimi anni qualche volta lo accendiamo. E, sì, noi iniziamo a pensarci subito dopo Natale, ed entriamo in studio di registrazione tra febbraio e marzo. Serve il groove giusto, il testo accattivante, bisogna evocare la voglia spensierata di divertimento».
E poi serve la complice giusta. Dopo la Bertè e la Amoroso è arrivata un’altra delle regine del settore, Baby K. Come l’avete scelta?
«Lei ha un background simile al nostro, viene dal reggae, dal dancefloor, dopo tanti anni di militanza in levare prima o poi una cosa insieme la dovevamo fare».
Ma chi sono i «Mohicani» del testo?
«Noi, e tutti i cittadini del mondo uniti dal verbo di Marley: “One love”. Nelle notte salentine che tanto ci mancano avevamo la fortuna di suonare per migliaia di ragazzi che venivano da tutt’Italia, tutt’Europa, a volte da tutto il mondo. In giro c’è chi vuol dividere le persone per razza, religione, casta, pelle. E chi li vuole unire: con la musica. I mohicani erano indiani guerrieri, per rispondere ai razzisti bisogna essere guerrieri, sia pur armati solo di musica».
L’estate è anche uno «state of mind». Come affrontare la stagione che verrà e ci troverà ancora con le mascherine e lo spettro della pandemia?
«Con un po’ di ottimismo in più della passata estate. L’anno scorso avevamo paura che al rientro in città potessimo tornare prigionieri del virus, com’è successo. Questa volta siamo più ottimisti, le vaccinazioni stanno facendo il loro dovere».
Nel frattempo avete raccontato la vostra terra in un libro, «Salentu d’amare» (De Agostini, pagine 224, euro 17, ebook 7.99).
«Non è una guida come le altre: è il nostro Salento. Ai posti che tutti conoscono si uniscono quelli, finora sconosciuti ai più, delle nostre infanzie, delle nostre notti brave, delle nostre educazioni sentimentali e musicali e politiche. Speriamo che chi approfitterà delle nostre dritte rispetti la nostra terra e il nostro popolo, accoglienti e inclusivi entrambi».
Altrimenti?
«Altrimenti ci arrabbiamo, come Bud Spencer e Terence Hill».

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