Talmente classico, ed entrato nell'Orecchio collettivo, che esistono i carillon con le melodie di Burt Bacharach. Sono sue le musiche che cercano di allietare l'attesa al telefono ancora oggi. Ha inventato lui gli intermezzi evocativi di pochi secondi che impreziosiscono le commedie romantiche e le pubblicità ammiccanti al jet set, le auto sportive, il mondo da scapoli, come sintetizza il Nyt. Bacharach ha raccontato con le sue atmosfere sognanti il passaggio dalla generazione boomer a quella della generazione X: la sua carriera inizia negli anni Cinquanta e fa capolino nel terzo millennio; risale al 1998 la composizione dell'ultima canzone (per Elvis Costello).
Compositore pop, arrangiatore, direttore d'orchestra, produttore discografico e occasionalmente anche cantante, Bacharach è morto a Los Angeles a 94 anni. Alcuni titoli: "The Look of Love" (la voce setosa di Dusty Springfield del 1967 nel film "Casino Royale"), "This Guy's in Love With You", "Close to You" (i Carpenters). E poi "(There's) Always Something There to Remind Me": la versione interpretata da Sandie Shaw è perfetta per capire la potenza della musica di Bacharach che orchestra il pop. "Raindrops Keep Falling on My Head" che vinse l'Oscar nel 1970 di cui esiste anche una fortunata versione italiana "Gocce di pioggia su di me".
I suoi sono standard internazionali e musiche indimenticabili, diventate colonne sonore di un decennio, gli anni Sessanta, e di quel mood: un mix di ottimismo romantico e voglia di trasgressione. Le sue melodie ruppero gli schemi. Il suo stile è stato definito "lounge music wagneriana". Prendete l'armonia di una musica sinfonica di fine Ottocento e fatele indossare un'orchestrazione pop, moderna, frizzante, disimpegnata, a volte allusiva e soffusa.
Il suo successo si deve anche al sodalizio con il paroliere Hal David, di sette anni più anziano, incontrato nel 1957 nell'ufficio di un editore musicale. L'affiatamento artistico della squadra si consolidò nel 1962, a partire dai successi che scrissero e produssero per Dionne Warwick. Con lei, aprono la strada a un'altra stagione musicale importantissima, quella dell'etichetta Motown. A partire da "Don't Make Me Over" nel 1962, infatti è un successo strepitoso che annovera pezzi come "Anyone Who Had a Heart", "Walk On By", "Alfie", "I Say a Little Prayer" e "Do You Know the Way to San Jose".
Una canzonetta su tutte? Il valzer "What the World Needs Now Is Love"; cucita dentro il testo di quella che si credeva una semplice, sdolcinata, ennesima canzone d'amore c'era la voglia di fermare la guerra, quella che imperversava in Vietnam. Bacharach l'ha sempre utilizzata come introduzione e finale nella maggior parte dei suoi concerti dal vivo fino agli anni 2000.
Joe Strummer: cosa resta del punk 20 anni dopo la scomparsa del suo filosofo