Carpentieri & De Carmine Principe, la Napoli moderna di Core Mio

Carpentieri & De Carmine Principe, la Napoli moderna di Core Mio
di Rita Vecchio
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 05:01 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 16:11
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E' una Napoli che cerca contemporaneità quella che viene fuori da Core Mio. Il nuovo singolo, rigorosamente in dialetto, del duo Frank Carpentieri e di Antonio De Carmine Principe racconta a mo' di dance d'autore una città che si evolve, «che ha voglia di rompere le catene cui è legata». Da una parte c'è Frank Carpentieri, deejay e percussionista (Enzo Avitabile, Almamegretta, Subsonica, Clementino, Rocco Hunt, e che ha aperto il concerto di Elton John a Napoli). Dall'altra Antonio De Carmine principe, musicista e produttore di dischi (Ornella Vanoni, Enzo Gragnaniello) e due partecipazioni al Festival di Sanremo con Socio M. (Mauro Spenillo): nel 2001 con Targato NA e nel 2008 come autori di Signorsì.
 



«Una volta si aprivano le finestre di casa, oggi quella dei social. Stiamo cercando di riportare in musica la voglia di vivere la realtà», racconta De Carmine che ha vissuto parte della sua vita (per questo è principe) all'interno del Maschio Angioino, simbolo di Napoli, perché il padre era qui il coordinatore e dove creò il suo primo studio di registrazione.



Core Mio, prodotto da Claudio Donato, è il primo singolo di un disco che uscirà nei prossimi mesi per Goody Music Production. «Ci stiamo lavorando: siamo alla ricerca di sensazioni, emozioni, neorealismo. È un esperimento prima di tutto musicale: cassa in quattro tempi, basso tecno più che pop. Probabilmente ci saranno featuring, ma per ora non facciamo nomi». Un'elettronica moderna che muove verso la canzone d'autore, un dj set con strumenti suonati, miscelando sonorità internazionali a influenze '80 e '90. Il singolo è già nella versione remix dei romani Cor Veleno. Il video di Core Mio è dedicato ad Antonio Pennarella, zio di Carpentieri e attore di Un posto al sole scomparso da poco e che avrebbe dovuto partecipare alle riprese. «Il video si muove, con ironia, su un binario parallelo a quello di Gomorra cercando di abbattere i muri dei luoghi comuni».

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