«Chi è papà?»: un brano neomelodico per i padri separati allontanati dai figli

Una scena del videoclip Chi è papà di Daniele Bianco
Una scena del videoclip Chi è papà di Daniele Bianco
di Gennaro Morra
Giovedì 16 Luglio 2020, 20:49
3 Minuti di Lettura
Quello dei padri separati costretti a vedere i propri figli in lassi di tempo contingentati, perché un giudice li ha affidati alla madre, è un tema di cui si discute ancora troppo poco. Se poi a occuparsi di questa scottante problematica è un cantautore neomelodico con un brano autobiografico, riscotendo anche un discreto successo, è il segno che quel disagio accomuna molti uomini, che spesso non hanno nemmeno modo di far sentire il proprio dolore per una genitorialità ridotta a brandelli.

Così con Chi è papà? Daniele Bianco, al secolo Davide Chianese, racconta un disagio personale che condivide con molti altri uomini. Una sorta di lettera in versi dedicata al suo bimbo di quattro anni che sta crescendo senza conoscere davvero suo padre: «Io sono separato, anche se non formalmente, da 15 mesi – racconta il 37enne –. Un mese fa circa venni a conoscenza di un fatto che turbò molto la mia serenità. E allora la rabbia prese il sopravvento e dal mio animo ferito nacque questa canzone. Un brano venuto fuori spontaneamente quando l’album a cui stavo lavorando era già chiuso, ma l’amore per mio figlio è stato più forte di tutto e ho voluto che anche questa traccia facesse parte del nuovo disco».
 
LEGGI ANCHE «È nu juorno importante»: un brano neomelodico contro la transfobia

Parole e musica ispirate da una nuova consapevolezza: «Quando ti separi, all’inizio non sei a conoscenza di tante cose, poi pian piano inizi a capire che tuo figlio sarà ancora tuo, ma solo al 50 per cento – spiega il cantautore –. Sarà tuo per qualche ora o per qualche giorno, perché, come si suol dire a Napoli “’a mamma è sempe a mamma”. Quindi dorme con lei e fa famiglia con lei». E prosegue: «Chi è papà? nasce dall’esigenza di ricordare a tuo figlio che sei tu suo padre, anche nel caso in cui la mamma decida di rifarsi una vita con un altro uomo».
 
Un’esigenza che nel videoclip che accompagna il brano è espressa da altri sei papà che per motivi simili sono costretti a vivere lontano dai propri figli: «Prima di girarlo, pensando a come volevamo strutturarlo, io e il regista, Antonio Levita, pensammo di lanciare una storia su Instagram, invitando tutti i papà separati che fanno il loro dovere a sostenere il nostro progetto per amplificare il loro amore verso i loro figli – spiega Daniele –. Sono ragazzi che ho conosciuto sul web che si sono riconosciuti nel mio dolore condividendo con me quasi la stessa storia, anche se io con la mia ex moglie ho un ottimo rapporto e mio figlio lo vedo quando voglio. Abbiamo avuto una quarantina di adesioni, ma per motivi tecnici abbiamo potuto inserire solo sei testimonianze».
 
Napoletano di Mergellina, Daniele Bianco è sulla scena musicale partenopea dal 2007 e già in passato ha composto brani riguardanti tematiche sociali: «Ho scritto canzoni sulla violenza sulle donne e sui minori, una dedicata ad Annalisa Durante, ma non le ho mai incise – confessa –. Il genere neomelodico è dedicato a un certo tipo di pubblico, che vuole identificarsi nelle storie che cantiamo, perciò è difficile affrontare tematiche che non riguardano tutti». Ma stavolta ha voluto andare oltre questio scoglio: «Questa canzone e dedicata a mio figlio e anche se l’ascoltasse soltanto lui, quando sarà più grande per capire chi è suo padre, già mi basta. Poi, se arriverà anche a chi vive il mio stesso problema, ne sarò felice».
© RIPRODUZIONE RISERVATA