Coma_Cose a Sanremo 2023: «La canzone dell'amore difeso e non perduto»

«La crisi c'è stata, non una cosa improvvisa, avevamo accumulato incomprensione e frustrazioni come molte altre coppie»

Coma_Cose a Sanremo 2023
Coma_Cose a Sanremo 2023
di Federico Vacalebre
Domenica 29 Gennaio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 09:41
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La canzone dell'amore non perduto, la canzone dell'amore difeso, la canzone dell'ammissione della fragilità resiliente di una coppia nella vita e nell'arte. È «L'addio», il brano con cui i Coma_Cose torneranno dal 7 febbraio a Sanremo, dove il grande pubblico li ha scoperti nel 2021 con «Fiamme negli occhi». Questa volta hanno firmato una ballad che racconta di loro due: Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano, incontratisi nel negozio di borse e articoli da regalo in cui lavoravamo entrambi; di Fausto Lama e California, come li conosco i fan.

Un pezzo molto autobiografico, si direbbe: «Nel camerino il pianto cola il trucco... Davanti al mio cuore c'è una ringhiera/ sul tuo che è sempre stato uno strapiombo/ lo sai che mi è caduto anche caderci/ si, però mica poi toccare il fondo».
Lama: «La crisi c'è stata, non una cosa improvvisa, avevamo accumulato incomprensione e frustrazioni come molte altre coppie».
California: «L'addio è nel titolo, non nella nostra vita, anzi la canzone racconta il superamento di una crisi, invita a credere nell'amore, a lottare per il proprio amore».

«E sparirò ma tu promettimi che/ potrò sempre tornare da te/ Se mi dimentico me, com'ero/ quando l'orgoglio era ancora intero/ e comunque andrà/ l'addio non è una possibilità», cantate.
Fausto: «È bello sapere che c'è un porto, una persona a cui ritornare quando ti senti perso, quando ti sembra di aver perso l'orizzonte a cui tendevi, gli ideali che ti muovevano. È la richiesta di una grande promessa d'amore proprio quando l'amore traballa».

Come si supera quel momento?
California: «Ritrovando se stessi, innanzitutto, come entità singola.

Superando la morbosità dell'essere per forza sintonizzati l'una con l'altro. Diventando una coppia adulta, che vive meno di pancia. Inaugurando una nuova fase della propria storia, più ponderata. L'innamoramento succede, poi devi crescere».

«La costruzione di un amore/ spezza le vene delle mani/ mescola il sangue col sudore/ se te ne rimane./ La costruzione di un amore/ non ripaga del dolore/ è come un altare di sabbia/ in riva al mare», suggerisce il maestro Fossati.
California: «L'amore lo ricostruisci riconquistando il diritto alla solitudine, cercando di fare silenzio e ordine dentro se stessi per ritrovarsi, nutrirsi anche della libertà dell'altro, dall'altro».

Difficile farlo quando si è coppia anche nel lavoro.
California: «Certo, è come se vivessimo sempre in pubblico. Per questo prima dell'ultimo album eravamo scappati dai social, per questo abbiamo imparato che dobbiamo sempre prenderci del tempo come individui e come coppia».

Certo che andare all'Ariston non è l'ideale per starsene tranquilli.
Lama: «No, ma serve per accorciare i tempi legati alla promozione, all'esposizione massmediatica. Torniamo al Festival, che tanto ci ha dato e tanto ci ha consumati, con consapevolezza. E lo facciamo con una canzone intima e fragile».
California: «In fondo facciamo musica soprattutto per sentirci meno soli. E Sanremo questo effetto lo garantisce».

Al Sanremo 1995 Massimo Ranieri cantò la storia di un rapporto in crisi: lui provava a rimetterlo in piedi, ma «La vestaglia» che indossava lei appena tornati a casa da una serata con amici uccideva ogni possibilità di dialogo.
California: «Noi non abbiamo questo problema, il nostro problema è reclamare il diritto alla vestaglia. Di base siamo agli antipodi a livello caratteriale. Fausto, ma questo è anche il suo bello, analizza tutto, forse troppo».
Lama: «È vero, sono una persona abbastanza pignola, lei ha la capacità di buttarsi, ma poi centra sempre l'obiettivo e ha ragione lei».

Nel repack del vostro ultimo album, «Un meraviglioso modo di salvarsi», oltre a «L'addio» metterete anche la cover che proporrete all'Ariston?
California: «No».

Con voi in quella serata ci saranno i Baustelle. Che brano avete scelto?
Lama: «No comment, non possiamo svelare niente».

C'è una canzone della storia del Festival che ricordate particolarmente?
California: «Vado al massimo di Vasco Rossi, Festival del 1982».
Lama: «Esatto! di Francesco Salvi, Festival del 1989, impazzii per la coreografia con i ballerini che indossavano maschere di animali».

Ma voi una trovata scenica del genere la adottereste mai?
California e Lama all'unisono: «Ad avere la canzone giusta certo!».

Siete 28 in gara: c'è una canzone che morite dalla voglia di ascoltare?
California e Lama all'unisono: «Quella di Colapesce-Dimartino». 

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