Il sogno di Daniel: «L'Orchestra Oren con ragazzi campani»

Il sogno di Daniel: «L'Orchestra Oren con ragazzi campani»
di Barbara Landi
Giovedì 23 Maggio 2019, 13:00
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«Il sogno mio è creare un'orchestra di giovani, plasmarla, scegliere tutti i suoi componenti, selezionando i talenti più grandi, magari in Campania. Fondare l'Orchestra Daniel Oren composta solo di giovani, lavorare sodo, in maniera seria e profonda e partire in tournée in tutto il mondo. È il desiderio di Daniel Oren, direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno e direttore musicale dell'Arena di Verona Opera Festival. «Vuol dire dare lavoro ai giovani campani che spesso spariscono a Milano o all'estero insiste - Tantissimi talenti eccezionali. Raccoglierli e partire con una missione, non più da Gerusalemme ma dalla Campania». Perché la musica per Oren «non è un mestiere, ma una passione, una missione» trasmessagli dalla madre. Un messaggio di pace che contrasta con le forme di razzismo e xenofobia emergenti: «Oggi lo intendo come un messaggio universale. Sono contento di essere un ambasciatore sia per la musica che per Israele in tutto il mondo, anche in Campania e a Salerno, che sono entrati tanto nel mio cuore».
 
Due ore e mezzo, una lectio magistralis al Teatro di Ateneo, un dialogo intenso e sincero. Oren si racconta agli studenti delle scuole primarie e dei licei di Salerno, protagonista della rassegna Open Class, in sinergia con l'associazione Tempi Moderni. «La musica è la più alta occasione di socialità e strumento di impegno politico», sottolinea Gennaro Iorio, direttore del Dipartimento di Studi politici e sociali. «Esiste una forte spaccatura tra mondo accademico, università e città - insiste Alfonso Amendola, docente di Sociologia dei media e ideatore del format L'obiettivo di Open Class è stimolare un dialogo vivo, propulsivo con il territorio. La ricerca della bellezza diventa forza motrice». Sullo schermo scorrono le immagini di Oren mentre dirige, i muscoli in tensione, la concentrazione estrema, lo sforzo fisico, per poi sprigionarsi nel canto lirico degli interpreti della Tosca, in scena al Teatro Verdi, con le performance a sorpresa del soprano Maria Josè Siri, Gustavo Porta e Sergey Murzaev. «Il talento per l'80 per cento è un dono divino, il restante 20 per cento è studio incessante e tecnica», insiste il maestro israeliano che, nel pomeriggio, si trasferisce al Conservatorio Martucci per le audizioni de «La vedova allegra» dirette a identificare coro, orchestra e solisti. L'opera è in cartellone nella stagione lirico-sinfonica del Massimo salernitano. Mentre tra gli studenti del contest di Open Class, che prevedeva la realizzazione di un elaborato su «Tosca», saranno selezionati venti universitari che avranno accesso al backstage all'Arena di Verona, e venti tra scuole medie e superiori per le prime e le repliche al teatro Verdi. «È un'emozione grandissima essere al campus, sono molto felice - ribadisce Oren - È un pubblico meraviglioso di ragazzi, che non ho mai affrontato in vita mia.

L'intento è di avvicinare i giovani, soprattutto coloro che non studiano musica, perché la casa, la tv, la radio e la scuola sono assenti: come pretendiamo che si appassionino a una musica così meravigliosa che è un patrimonio così importante dell'Italia, a loro sconosciuto? È un crimine, dovrebbero essere i primi a difenderlo con grande forza. È l'orgoglio dell'Italia nel mondo».

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