Dolores O' Riordan, tre anni fa l'addio alla voce dei Cranberries. Il gruppo: «Non voleva morire»

Dolores O' Riordan, tre anni fa l'addio alla voce dei Cranberries. Il gruppo: «Non voleva morire»
Dolores O' Riordan, tre anni fa l'addio alla voce dei Cranberries. Il gruppo: «Non voleva morire»
Venerdì 15 Gennaio 2021, 07:57 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 11:51
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Sono passati 3 anni. Di già. Sembra assurdo, ma è così. Era il 15 gennaio 2018 quando nella vasca da bagno della camera 2005 dell’Hotel Hilton a Park Lane di Londra veniva trovata morta annegata Dolores O’Riordan, 46 anni, leader dei Cranberries. Aveva la  faccia rivolta verso il basso ed era intossicata dall’alcol. «Ci eravamo sentiti al telefono, non voleva morire, ne sono certo», dice a Rolling Stones Noel Hogan, fondatore e chitarrista della band, confermando ancora una volta la tesi del medico legale Shirley Radcliffe che ha stabilito che la cantante non aveva intenzione di suicidarsi e che la sua morte è stata un tragico incidente.

 

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Perché beveva tanto? «Era riuscita a superare tantissimo dolore e i suoi dolori sono noti a tutti (abusi sessuali quand’era piccola da parte di un conoscente, anoressia, instabilità mentale, depressione, divorzio). Prima della morte sembrava essere felice, nei limiti in cui si può intendere la felicità per una persona come lei. Guardava al futuro, guardava avanti, ne sono certo. Era fragile, questo sì, ma non da arrivare a volersi uccidere. In quei momenti è difficile capire, non so cosa le sia potuto succedere la sera prima, devo essere onesto», spiega ancora l'artista.

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Il mondo della musica l’ha divorata, la fama ha riaperto ferite mai chiuse. «Nei primi tempi siamo finiti in un vortice di popolarità. Eravamo giovani e inesperti. A quei tempi non avevamo una vita al di fuori della band, però potevamo sempre scomparire nelle nostre famiglie. Lei no. Tutta l’attenzione era su di lei. Per Dolores è stata durissima. Era la leader del gruppo, una donna, i media volevano parlare sempre con lei, tornava a casa e non poteva uscire, la gente la fermava ovunque. Per questo motivo è andata a vivere a Toronto per tanto tempo in una sorta di bosco dove doveva poteva fare le sue lunghe passeggiate e questo la rilassava molto. Gestire la fama è stato per lei qualcosa di enorme, non aveva tregua. Ma lì era tornata ad avere una vita normale. Poi, sai, le sono successe cose che hanno riacutizzato la sua fragilità, ha divorziato dopo 20 anni di matrimonio».

Di lei, della band, restano pezzi memorabili: a partire da Zombie, brano simbolico dei '90.

Ma poi ci sono tanti altri pezzi cult: Salvation, Ode to my family, Just my immagination, Linger, Animal Instinct, Free to decide. La memoria ci tiene vivi e tiene vivo il ricordo di chi ha lasciato un segno tangibile (ascoltabile, in questo caso) sulla Terra.

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