«Passione» live: tutto esaurito, omaggio a Pino Daniele ma il cast si divide sui neomelodici e lancia la campagna antibotti | Video

«Passione» live: tutto esaurito, omaggio a Pino Daniele ma il cast si divide sui neomelodici e lancia la campagna antibotti | Video
di Francesca Cicatelli
Mercoledì 30 Dicembre 2015, 12:23 - Ultimo agg. 14 Gennaio, 19:24
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Una Napoli ecumenica al Palapartenope. "A Pino, a tte che staje addò staje". Ha aperto Raiz ieri sera l'avventura musicale di Passione Live, seconda data napoletana del concerto-evento tratto dal film di John Turturro con ben 2500 presenze e tutto esaurito. Lo ha fatto con un classico, Carmela, e chiuso con una dedica in musica, con un'emozionante Napul e' cantata dal pubblico e dalla compagnia al completo, all'amico cantautore scomparso, insieme con una graffiante e energica Pietra Montecorvino e il cast "napolegno" composto da Monica Pinto, M’Barka Ben Taleb, James Senese, Enzo Gragnaniello (new entry rispetto al film), Almamegretta, Pietra Montecorvino, Spakkaneapolis 55 e Gennaro Cosmo Parlato. Quest'ultimo ha intrattenuto il pubblico con voce penetrante e ironia, come nel siparietto scanzonato con Raiz a cantare 'O Sarracino e a raccontare degli inseguimenti a Higuain, inscenando uno spogliarello in cui è rimasto in tenuta "Azzurra" in omaggio alla sua squadra del cuore.
 



Insomma una Napoli di tutti, cantata da tutti, con la sorpresa del bis finale di Gragnaniello con Indifferentemente, in una città che, a detta di Pietra Montecorvino, "ha amore da dare anche se manca ordine". Lo spettacolo, con la supervisione registica di John Turturro, la direzione artistica del giornalista de Il Mattino e critico musicale Federico Vacalebre e la direzione musicale di Luigi De Rienzo, ha passato in rassegna la tradizione della musica partenopea e di "una lingua universale - come l'ha definita Senese - che è un linguaggio sonoro a cui si avvicina solo l'America". Una musica sciamanica che "non esiste, che si compone senza pensare ed è poesia e trascendenza" ha spiegato Gragnaniello che ha ricordato come "nel '500 la lingua napoletana serviva solo per curare i malati. E se Napoli fosse una nota, sarebbe un sol minore per la malinconia". Una storia che non si ferma quella dei suoni napoletani per Raiz. "Non abbiamo una tradizione ingessata sulle mensole dei musei che viene rispolverata ogni tanto" ha aggiunto l'artista ricordando anche il suo Pino, che l'ha liberato dalla ghettizzazione dell'essere migrante: "Il ricordo più bello che ho di lui risale a quando non lo conoscevo. Abitavo a Milano con la mia famiglia e lo ascoltavo sulle radio libere, dove andava fortissimo. Per me è stato un eroe, ha ribaltato la posizione subalterna dell'emigrante".

Nell'intervista video rilasciata a Il Mattino.it, gli artisti si sono lasciati andare anche ad una critica ai neomelodici che ha diviso un Raiz garantista (secondo cui "non c'è distinzione tra neomelodici e il resto dei cantautori. Per me la musica o è bella o è brutta. Io ascolto quello che mi piace, e alcuni neomelodici possono collocarsi nel solco della tradizione") da Senese e Gragnaniello, più feroci nell'attacco (secondo i quali quella dei neomelodici è una "musica che non esiste e per questi cantanti ci sono peperoni, melanzane e la terra"). Quindi, sempre a Il Mattino, tutti hanno lanciato una campagna antibotti: da Pietra Montecorvino, che ha invitato allo sciopero contro il rumore del terrorismo, a Senese e Gragnaniello che hanno tuonato: "Stateve accorte.
Dio lo sa e la Madonna o' vvere. Mettete il cervello". Anche se ironicamente Raiz ha chiosato: "Ma a tutti piace sparare una bottarella...".