Elton John, nuovo album con tanti duetti: «Giovani e queer, così mi diverto molto»

Elton John, nuovo album con tanti duetti: «Giovani e queer, così mi diverto molto»
di Andrea Spinelli
Lunedì 18 Ottobre 2021, 12:00
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Metti un lockdown a Los Angeles. La storia del nuovo album di Elton John è nata proprio nel momento in cui s'è scatenata la pandemia oltre oceano e s'è trovato a fare i conti con la sua bulimia artistica. «Non avevo intenzione di fare musica, questo album è venuto in modo assolutamente accidentale», spiega il Pinball Wizard a proposito di «The lockdown sessions», sul mercato venerdì. «Avevo appena terminato le tappe australiane del Farewell Yellow brick road tour e stavo per iniziarne alcune negli Stati Uniti quando tutto si è fermato. Ho incrociato Charlie Puth, che anche se vive quattro portoni dopo il mio non avevo mai incontrato prima, in un ristorante. Mi ha detto: ho uno studio se hai voglia di venire a scrivere qualcosa mentre sei qui in California ci sono andato ed è venuta fuori After all». Da lì l'idea di costruirci attorno un disco intero, una specie di patchwork con pezzi nuovi, rivisitazioni, cover confezionate chiamando a raccolta uno stuolo amici vecchi e nuovi come Brandi Carlile, Charlie Puth, Dua Lipa, Eddie Vedder, i Gorillaz, Lil Nas X, Nicki Minaj, Rina Sawayama, SG Lewis, Stevie Nicks, Stevie Wonder, Surfaces, Years & Years (con la «It's a sin» dei Pet Shop Boys), Young Thug e molti altri ancora contattati via Face Time e via Zoom. E nei rarissimi casi di registrazione in presenza ci ha pensato una robusta lastra di cristallo a separarlo in studio dall'ospite di turno. A 74 anni, con una serie di criticità fisiche lunga così (pacemaker, postumi di un intervento alla prostata e, di recente, all'anca), la sicurezza non è mai troppa. Per non farsi mancare proprio nulla, il pianoman è andato a riprendersi in archivio perfino il file della «Nothing else matters» realizzata con Miley Cyrus, Watt, Yo-Yo Ma, Robert Trujillo & Chad Smith per l'album tributo ai Metallica «The Metallica mlacklist». Per i fans italiani l'appuntamento segnato in rosso è quello milanese del 4 giugno tra gli spalti dello stadio di San Siro per quello che sir Elton annuncia come ultimo concerto di qua dalle Alpi della sua carriera. 

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Di duetti lei ne ha sempre fatti tanti.
«Ho conosciuto tutti i più grandi artisti e ho avuto la fortuna di lavorare con la maggior parte di loro.

Ho cantato con Dylan, Lennon, Cohen, Aretha Franklin, Stevie Wonder, Ray Charles. Ho suonato in un disco di George Harrison e ne ho inciso uno con Leon Russell».

Ed ora?
«Sono più interessato a cantare con artisti giovani perché mi diverto molto. Mi piacerebbe fare qualcosa con Billie Eilish, ma aspetto, sta cercando ancora una sua strada».

Ci sono molti giovani musicisti nel disco.
«Ho fatto un programma radiofonico per sei anni di fila su Apple e sono nate diverse amicizie che col tempo ho coltivato. Mi emoziona sentire qualcosa di nuovo da un emergente. Quando sono arrivato in America per la prima volta ho trovato gente come Neil Diamond, i Beach Boys, The Band, George Harrison, che mi cercava per farmi i complimenti. Leon Russell mi ha perfino portato in tour con lui. È stata un'iniezione di fiducia formidabile che trovo giusto restituire».

Accogliendo artisti come Lil Nas X, Years and Years e Rina Sawayama il disco punta sul mondo queer.
«In giro ci sono un sacco di grandi talenti queer. Penso che Lil Nas X in particolare stia abbattendo le barriere tra la comunità hip hop e quella nera che a volte può essere omofobica. Ma ci sono molti giovani artisti gay che fanno dischi eccellenti. Uno dei miei amici, Oliver Sim, che viene da The XX, sta registrando uno straordinario disco da solista. Jake Wesley Rogers è fortissimo, diventerà una grande star. Perfume Genius è brillante. E poi ci sono Troye Sivan, Arlo Parks...».

Chi l'ha colpita di più tra gli ospiti di «The lockdown sessions»?
«Tutti, in un modo o nell'altro. Damon Albarn è uno spirito libero proprio come me, uno che ama quello che fa. Da ogni artista con cui lavoro imparo qualcosa. Che si tratti di Stevie Nicks o Stevie Wonder, di Sam Lewis o Lil Nas X. Se hai la mia età e riesci ancora ad imparare qualcosa dagli altri sei fortunato: saper imparare è il dono più grande di tutti».

Com'è nato il duetto con Dua Lipa di «Cold heart» che combina «Sacrifice» e «Rocket man» su un ritmo dance che l'ha riportata, dopo 16 anni, al primo posto della classifica dei singoli più venduti nel Regno Unito?
«Ho portato Dua Lipa a cena a Los Angeles e siamo diventati amici. Il mio manager le ha detto: Ascolta questo pezzo e vedi se ti piace, ascoltalO a bordo piscina ad alto volume alto e facci sapere. L'ha fatto e ci ha detto: ci sto».

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