L'antico adagio tale padre, tale figlio non si applica a Paolo Jannacci, che ama la musica come il padre Enzo Jannacci, ma che ha sempre avvertito una differenza incolmabile con il cantante milanese. «Non era facile convivere con un papà così geniale» ha raccontato lui stesso a Serena Bortone a Oggi è un altro giorno. «L’elemento geniale ce l’aveva lui. Quando capisci i tuoi limiti, ci convivi e riesci a creare qualcosa di meraviglioso. Il rapporto era così bello perché entrambi conoscevamo i nostri limiti. Lui non aveva tante sfumature, era tutto o bianco o nero».
Enzo Jannacci e il confronto difficile con il padre
Per il jazzista il confronto con il padre non è mai stato difficile, anzi entrambi, sostiene, ne hanno giovato. «Abbiamo cominciato a cambiare rotta e a dare una linea.
Merito forse anche della madre Giuliana Orefice che è sempre stata una spalla per entrambi, autentico perno della famiglia. «La mamma è stata il perno della famiglia Jannacci. È riuscita a mantenere ferme le bocce anche quando c’erano i nubifragi. Devo dire che la sua grande pazienza, la sua grande gentilezza ci hanno tenuto insieme». Il musicista, che negli anni si è avvicinato alla passione di famiglia imparando a suonare il pianoforte, la fisarmonica e il basso, ha poi rimarcato il rapporto speciale con il padre. «Era un padre molto buono, è sempre stato presente nonostante i suoi mille spostamenti. Non ho mai sentito la sua mancanza. E questo per me è stato un grande insegnamento». E conclude: «Da lui spero di avere ereditato tutto».
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