Fedez verso la squalifica da Sanremo 2021. Il rapper ha diffuso per errore su Instagram un breve filmato nel quale si sente un pezzo della sua canzone in gara quest'anno al festival, «Chiamami per nome», in coppia con Francesca Michielin. La "storia" incriminata non è più visibile sul profilo di Fedez, ma il video ha cominciato a circolare rapidamente sui social, dove inevitabilmente è scoppiata la polemica. Il regolamento del festival di Sanremo, del resto, parla chiaro: le canzoni in gara devono restare inedite fino all'inizio della competizione canora. Un'edizione decisamente tormentata questa per il direttore artistico Amadeus, già alle prese con la questione pubblico all'Ariston, e ora travolto da questa nuova grana da risolvere.
LEGGI ANCHE Sanremo, Amadeus va avanti: si rimetterà a Rai e Cts
Fedez espulso da #sanremo2021 dopo aver rivelato il pezzo. Il regolamento è chiaro pic.twitter.com/RCsO2bZHEl
— vipera (@___vipera___) January 30, 2021
La Rai avvia le verifiche
La Rai e la direzione artistica di Sanremo si sono attivate per le verifiche sul caso Fedez e si riservano di procedere nei prossimi giorni perché le canzoni in gara al Festival, in base al regolamento della kermesse, devono essere inedite.
Sanremo, Amadeus non lascia
Amadeus non lascia.
Alla base del progetto del festival c'è stata finora l'idea di un grande evento in un teatro che si può assimilare a uno studio televisivo dove - come chiariscono anche le Faq pubblicate sul sito di Palazzo Chigi - la presenza del pubblico è ammessa, come peraltro accade in diversi show della Rai e della concorrenza. Di qui il proposito di aprire una parte della platea a 380 figuranti, tamponati e contrattualizzati, con la galleria invece chiusa. Ma se - dopo lo stop del governo - gli esperti dovessero dire no anche a questa soluzione per ridurre i rischi di contagio, Amadeus è pronto ad adeguarsi.
Dopo giornate di tensione, di amarezza, di sensazione di isolamento, a mente lucida è prevalso nel conduttore e direttore artistico il senso di responsabilità per il proprio ruolo: far saltare Sanremo significherebbe mettere in seria difficoltà tutti coloro che ci lavorano, l'industria discografica che confida in una spinta per la ripartenza, gli artisti che sperano nella vetrina dell'Ariston dopo un anno eventi e live annullati, l'impegno dello sponsor Tim, la Rai stessa che grazie al festival lo scorso anno ha messo in cassa oltre 37 milioni di ricavi pubblicitari. Per ricucire lo strappo si sarebbe messa in moto anche la diplomazia di Viale Mazzini, dal vertice aziendale a Rai1. Del resto sono giorni di continue riunioni, con il direttore dell'ammiraglia Stefano Coletta e con lo stesso ad Fabrizio Salini: obiettivo, realizzare Sanremo in sicurezza, grazie al gioco di squadra e alla coesione di tutti, compresi il mondo delle istituzioni e della cultura su cui la Rai continua a investire.
L'attenzione è rivolta anche al mondo del teatro: allo studio ci sono cinque collegamenti con altrettanti palcoscenici italiani, per "riaccendere" dal festival uno dei settori più colpiti dalle chiusure e che in questi giorni si è schierato compatto con Franceschini. «L'Ariston è un teatro e come tutti gli altri è sottoposto alle limitazioni imposte dalla pandemia», sottolinea oggi Mogol. «Viviamo un periodo difficile e nessuno deve essere messo a rischio. Le regole devono essere uguali per tutti, non servono certo forzature», avverte il presidente della Siae. Ma c'è anche chi, come Fiorella Mannoia, ricorda che «Sanremo mette in moto una macchina enorme, è industria che crea lavoro» e dunque «bisogna stare attenti a dire "lo rimandiamo" o "se non si fa è uguale". Non so perché nella scala della cultura noi siamo sempre visti come fanalino di coda».