Fedez: «Il tumore al pancreas scoperto per caso. Gianluca Vialli mi ha aiutato molto»

Il rapper si confessa al talk «Brutto male addio» a Il Tempo della salute di Milano

Fedez: «Il tumore al pancreas scoperto per caso. Gianluca Vialli mi ha aiutato molto»
Lunedì 14 Novembre 2022, 11:52 - Ultimo agg. 15:29
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Fedez torna a parlare della sua malattia raccontando quali sono le conseguenze che ancora subisce dopo l'intervento per un tumore al pancreas. «Vivo assolutamente bene oggi, anche se ho ancora problemi di tipo gastrico, di digestione. Il mio pancreas, o meglio quel che ne rimane, non produce più abbastanza enzimi e sono costretto ad assumerli prima di mangiare». Così è iniziato il racconto del cantante al talk «Brutto male addio» a Il Tempo della salute di Milano. Sono diversi i punti che ha toccato nel suo intervento. Ci ha tenuto a fare una riflessione sulla narrazione che si crea dopo che una persona ha superato una malattia. «Si crea una sorta di imperativo a essere migliori. Ma chi lo ha detto che uno per forza deve essere migliore?», ha esortato l’influencer al microfono. «Il pensiero – spiega – che ho fatto io è questo: se non sono migliorato, forse sono ancora peggio di prima. E lì subentra un senso di colpa che non dovrebbe esserci perché non è detto che dalla malattia bisogna uscire migliori». E aggiunge: «Se si è stronzi si può anche rimanere benissimo stronzi come prima, senza che per questo subentri un senso di colpa».

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Com'è cambiata la vita

«Sono stato comunque fortunato» Su come sia cambiata la sua vita dopo il tumore, Fedez ha detto: «È presto per tirare le somme».

Ma spiega che ha ancora alcune difficoltà nella digestione. «Devo cercare di mangiare lentamente, cosa che mi riesce difficilissima, ma rispetto quello a cui andavo incontro, è un grande lusso», ha detto spiegando che ora fa molta attenzione alla sua alimentazione. Infine, ci ha tenuto a ribadire che «nel momento in cui scopri di avere una malattia c’è una rigerarchizzazione delle tue priorità ma non è sempre detto che ci si ricordi per sempre di un’esperienza così traumatica, è un esercizio che bisogna fare per capire quanto si è stati fortunati».

 

Comunicare a tutti il tumore

«Ho deciso di parlare sui social della mia malattia in parte perché sentivo la necessità di condividere quello che mi stava accadendo, in parte anche per aiutare chi sta vivendo o dovrà vivere la mia stessa esperienza — ha raccontato il cantante —. Quando ho avuto la diagnosi ho cercato su internet e ho trovato poche informazioni. Il tumore neuroendocrino del pancreas è molto raro ed era quello di Steve Jobs, notizia non rassicurante. Non avevo altri riferimenti. E poi c’è Gianluca Vialli, con il quale sono riuscito a parlare il giorno dopo e mi ha aiutato, mi ha dato sollievo. Ero consapevole che avrei ricevuto anche critiche, come quelle, puntualmente arrivate, sul mio affrontare esami e cure da “privilegiato”, ma volevo aiutare gli altri. Mi hanno persino chiamato “narcisista patologico”. Ma ho ottenuto anche tanto affetto e sono tuttora convinto e contento della mia scelta».

La paura e l’aiuto

Nel corso dell’incontro Federico ha ricordato la grande angoscia iniziale: come per tutti, la diagnosi di cancro è stato uno choc accompagnato da paura e ansia. «Per me il cancro non era tabù, purtroppo abbiamo avuto diversi casi in famiglia e ho perso alcuni parenti. Nei primi terribili giorni, e per tutto il periodo successivo, l’aiuto più grande è arrivato dalla mia famiglia e dagli amici. L’appoggio che può arrivare se parli è uno dei motivi per cui non bisogna nascondersi. La vicinanza di chi ti vuol bene è un grande aiuto per non scoraggiarsi».

Il tumore scoperto «per caso»

Federico, però, è stato almeno in questo fortunato: la sua diagnosi è stata precoce («L’ho scoperto per caso tramite un esame di controllo, sono ipocondriaco e faccio dei check up, tra i quali una Tac ai polmoni per un pregresso problema respiratorio che ha evidenziato qualcosa che non andava. Da lì è partito l’iter di controlli: questo è stato il mio vero grande privilegio» ha detto Fedez), non c’erano metastasi e l’esame istologico ha poi evidenziato che la neoplasia non aveva intaccato i linfonodi. Quindi non ha dovuto fare chemioterapia, è bastato l’intervento chirurgico, «ma l’operazione è stata importante — come lui stesso ha ricordato — con l’asportazione di duodeno, cistifellea, testa del pancreas e un pezzo di intestino. Devo assumere farmaci ogni giorno, stare attento all’alimentazione, ho spesso problemi di digestione e fitte allo stomaco, che spero passino col tempo. Ma sto bene, riesco a fare le stesse cose di prima»

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