Flo racconta le sue Brave Ragazze: «Omaggio le donne che hanno dato la vita per la cultura»

Flo racconta le sue Brave Ragazze: «Omaggio le donne che hanno dato la vita per la cultura»
di Valentina Bonavolontà
Domenica 28 Novembre 2021, 19:37 - Ultimo agg. 25 Marzo, 14:11
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«È senza dubbio il mio album più importante», dice così Flo parlando del suo ultimo lavoro “Brave ragazze” in uscita a gennaio. 

Floriana Cangiano, in arte Flo, napoletana classe 1983, parla della sua carriera con semplicità e del suo prossimo progetto, formato da undici brani, di cui sette sono rielaborazioni di classici della tradizione del sud Italia e traduzioni di brani provenienti dall’area Mediterranea e Latina. Storie di donne protagoniste di grandi battaglie e successi, come ad esempio Leda Valladares, la cantante ricercatrice del Tucuman, che con il suo registratore raccolse canzoni antiche e urla solitarie. Al fianco di queste storie, ci saranno i brani inediti, scritti con il polistrumentalista Michele Maione, con il quale continua il forte sodalizio umano e musicale.

Tutto ciò prima di salire sul palco al Teatro Bolivar per il suo spettacolo Racconti Mediterranei, terzo appuntamento della rassegna “Nu Tracks”, un miscuglio energetico tra ritmiche e suggestioni mediterranee, su cui si staglia un racconto magnetico di una canzone d’autore femminile e selvaggia.

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Flo, come nasce Racconti Mediterranei?
È un progetto che nasce dai miei quattro album.

Sono tutte canzoni di storie minori, gente comune, non avvolta dalla gloria. Io ho scritto pezzi per personaggi entrati nella storia. Invece questo spettacolo è l’altra faccia. La storia di Ilde Terracciano, la storia di mia nonna, ad esempio. È nato durante la pandemia, ho provato a non arrendermi ad una situazione così complicata. Piace molto perché ho capito che le persone amano ascoltare le storie.

Storie di molte donne.
Io ho scoperto il femminile da grande. Ho capito dopo i trent’anni cosa significa essere donna nella società. Prima pensavo che tutto sommato eravamo tutti uguali, invece crescendo, viaggiando, mi sono resa conto che essere donna è penalizzante soprattutto nel mondo del lavoro.

Qual è uno dei momenti più importanti della sua storia?
Sicuramente l’incontro con Daniele Sepe, che è stato il mio maestro. È stato lui che mi ha messo di fronte a ciò che non sapevo fare, alle mie lacune. Grazie a lui mi sono iscritta al conservatorio, mi sono laureata, per esempio. Tutti ti dicono solo che sei brava, ma nessuno ti dice come devi fare per raggiungere delle cose. Daniele mi ha fatto capire la musica. Oggi se sto sul palco e mi posso permettere dei musicisti di alto livello è perché ho imparato a relazionarmi.

Quando ha capito che era diventata una cantante?
Ho capito che facevo veramentela cantante quando sono andata in banca e ho ottenuto un mutuo perché faccio la cantante. A volte penso che ho comprato casa solo per dimostrare a me stessa che è un vero lavoro!

Ci racconta qualcosa del tuo prossimo album?
"Brave Ragazze" è il mio disco più importante. Innanzitutto ha preso forma durante la pandemia, ha salvato le mie giornate e quelle di Michele Maione. L’abbiamo fatto a distanza, io raccontavo i suoni, i profumi, le suggestioni e lui li concretizzava in musica. È un disco in cui riprendo i capolavori delle più grandi artiste del mondo latino. Donne che hanno dato la vita per la cultura. E poi ho scritto tre inediti e ho avuto finalmente il piacere di poter alzare il telefono e chiamare un’artista e sentirmi dire "sì". Tre anni fa non sarebbe accaduto. Non vi svelo nulla, ma il 10 dicembre uscirà il prossimo singolo con un ospite speciale. Questi tre inediti hanno concluso il discorso di Brave Ragazze. Mancavano dei pezzi. Ho scritto un pezzo sulla maternità attraverso il percorso dell’adozione, Fortunata, poi mancava una donna nata nel corpo di un uomo, Maddalena, e poi Bocca Amara, un’altra faccia della femminilità, una donna ferita che diventa velenosa.

Crede di avere una responsabilità civile portando questi temi sul palco?
Non si può andare sul palcoscenico, prendere un microfono e non capire che c’è una responsabilità in questo gesto. Io ho capito dopo quanto la musica riesce ad entrare nelle vite delle persone. Un sacco di gente mi scrive, mi racconta e immagina quale sia il mio pensiero sulle cose. Entrare nelle vite delle persone, in punta di piedi è la più grande magia.

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