Con Gail Ann Dorsey e Donny McCaslin rivive David Bowie: stasera il mitico "Blackstar" al Torino Jazz Festival

David Bowie nel video di "Blackstar"
David Bowie nel video di "Blackstar"
di Mattia Marzi
Venerdì 25 Giugno 2021, 12:03
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Lei è stata per David Bowie ciò che Sheila E fu per Prince: una sorta di alter-ego femminile. Lui ha accompagnato l'iconica rockstar britannica nelle ultime sessions in studio, quelle che videro il cantante - già malato - incidere il suo meraviglioso canto del cigno, l'album "Blackstar" (uscito due giorni prima della sua morte, nel gennaio del 2016). Ora la bassista e chitarrista Gail Ann Dorsey e il sassofonista Donny McCaslin si incontrano sui palchi, per provare a ricreare la magia che caratterizzò quelle ultime sessioni in studio di Bowie. È McCaslin a guidare il quartetto Bowie's Blackstar, composto insieme al tastierista Jason Lindner, al bassista Tim Lefebvre, con lui nella band che suonò nel disco d'addio alle scene di Bowie, e al batterista Nate Wood. Stasera la formazione - nella quale Gail Ann Dorsey riveste il ruolo di ospite d'eccezione - si esibisce al Torino Jazz Festival: «Mai avrei immaginato che Blackstar sarebbe stato l'ultimo disco di Bowie. Dopo le registrazioni dell'album, che si tennero tra gennaio e maggio del 2015, continuammo a sentirci e a fare delle sessions. Parlai con lui l'ultima volta a dicembre. Disse che gli sarebbe piaciuto fare di nuovo qualcosa insieme alla band. Quando, pochi giorni dopo, si diffuse la notizia della sua scomparsa, rimasi sconvolto», racconta McCaslin, 54 anni, che aveva già alle spalle una carriera ventennale quando il fu Duca Bianco lo chiamò a collaborare al suo testamento artistico.

Gail Ann Dorsey, classe 1962, che cominciò a suonare con Bowie nel '95 in occasione dell'"Outside tour", dopo aver già affiancato Boy George e Charlie Watts, alle sessions di "Blackstar" non fu ammessa: «Nonostante fossi tra i più fidati collaboratori di David, per quel disco restai fuori dallo studio. Nessuno dei musicisti con i quali Bowie aveva suonato fino a quel momento partecipò alle registrazioni di Blackstar ad eccezione del suo storico produttore Tony Visconti. C'era un velo di mistero intorno a quel progetto. Ci fu detto solo che David voleva discostarsi da quello che aveva fatto fino a quel momento, lavorando con persone che non avevano mai avuto niente a che fare con lui per incidere un disco spiazzante". L'obiettivo fu in effetti centrato. Quando uscì, l'8 gennaio del 2016, il giorno del suo 69esimo compleanno, Blackstar lasciò a bocca aperta tutti: Bowie s'era messo a fare jazz. Ma un jazz particolare. Non gioioso e vivace, ma paranoico, tetro, nostalgico, proprio come i video dei singoli Blackstar e Lazarus (dove Bowie si chiudeva in un armadio, quasi come fosse una bara). «Fu la musicista jazz Maria Schneider a fare a David il mio nome - ricorda McCaslin - uno dei primi brani che registrammo insieme fu Sue (Or In a Season Of Crime), che uscì nel 2014. Bowie arrivava in studio alle 11 del mattino e lavorava fino al tardo pomeriggio. Parallelamente all'album stava preparando anche il musical Lazarus. Sembrava così pieno di energie. Invece dentro stava morendo».

Gail Ann Dorsey e Donny McCaslin hanno già condiviso in questi anni più volte i palchi, per alcune esibizioni-tributo a David Bowie: «Quando ho deciso di portare in tour il quartetto Bowie's Blackstar per suonare il mio album Blow, mi sono messo alla ricerca di una cantante: inevitabilmente la mente è andata a Gail, che è un'ottima performer». Durante i concerti delle tournée di Bowie alle quali partecipò a partire dal '95, in effetti, Gail Ann Dorsey non si limitò solamente a suonare chitarra e basso: spesso Bowie le lasciava il microfono o lo condividevano per memorabili duetti. Come quello su Under Pressure, durante il tour del '98 in supporto a Earthling: «Quando iniziai a lavorare con lui ero terrorizzata. Avevo 33 anni, ma non ero ancora affermata. Mi prese sotto la sua ala protettiva. Di quelle tournée ricordo le risate sul palco e nel backstage. Non ci si annoiava mai. David aveva un grande senso dell'umorismo. Amava quello che facevamo - dice la musicista - tanti artisti dicono di essere stati influenzati da lui: ma nessuno ha avuto sulla cultura pop l'impatto che ha avuto David Bowie».

In questi anni gli archivi di Bowie sono stati aperti più volte e il materiale uscito fuori è stato utilizzato per diversi cofanetti e dischi postumi.

Alcuni brani registrati durante le sessions di "Blackstar" ma rimasti fuori dal disco del 2016 furono inclusi l'anno successivo nell'Ep "No Plan", che uscì l'8 gennaio 2017, in occasione di quello che sarebbe stato il 70esimo compleanno di Bowie. La magia di "Blackstar", però, potrebbe non essersi esaurita: "Di quelle sessioni c'è una canzone che è ancora inedita: ad oggi non è ancora uscita - rivela McCaslin - non so se David la completò, negli ultimi giorni, o se invece è rimasta solamente una demo. È un brano bellissimo: mi piacerebbe riascoltarlo".

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