Giacca di pelle nera borchiata, jeans che la illuminano con mille strass e «peccato che non si vedono gli stivaletti, guarda che tacco pazzesco che hanno». La rocker d'Italia è tornata, con il suo graffio inconfondibile. A quattro anni dall'ultimo album di inediti Inno (2013), e dopo le raccolte Hitalia e Hitstory, Gianna Nannini ha tra le mani Amore Gigante (in uscita venerdì per Sony Music), il nuovo disco di inediti, il suo diciottesimo, «15 canzoni, tutto amore e colore». E anche per questo sono state pensate cinque copertine di cinque tonalità diverse. «In effetti, ci è voluto un pò prima che vedesse la luce - racconta l'artista senese in un albergo romano, dopo una veloce seduta di spa e cyclette -. Dopo Inno, il mio processo creativo si era un pò atrofizzato, c'è stata la morte di mia madre (e per questo i primi brani scritti hanno un sapore più tragico) e soprattutto sono stata presa dal mio ruolo di mamma».
Piano piano, a raccolte e live archiviati, il flusso creativo è ripreso, dando vita a una sorta di «cinemascope dell'anima», dove sguardo e poetica affondano nei sentimenti. Perché è l'amore, in tutte le sue sfaccettature, il fil rouge che corre lungo le 15 nuove canzoni. «Si può dire che il disco sia una sorta di film in musica; in fondo ogni canzone è un piccolo film. Ma non ho nessuna intenzione di farlo diventare davvero un film, eh? Piuttosto, è il modo che ho di approcciare: mi affascina lavorare per cinema e teatro dove i personaggi si muovono intorno alle canzoni, così come io mi muovo attorno a uno stato d'animo per realizzare il brano», spiega la Gianna nazionale che aggiunge: «L'Amore gigante del titolo racchiude tutti gli amori, li spalanca, allarga i confini. È un modo di accogliere, di porsi rispetto agli altri». Per il nuovo lavoro - che nella versione deluxe comprende anche un secondo cd con il live «Sotto la pioggia - Live a Verona» - ha collaborato con i produttori Will Malone, Alan Moulder e Michele Canova, tra Londra, dove è di casa («La Brexit? presto per capire cosa cambierà davvero. A me invece è cambiata la quotidianità: posso uscire con mia figlia senza che nessuno mi riconosca, vivere da mamma e non da rockstar»), e la novità di Los Angeles. «Ho voluto sperimentare cose nuove, con produttori diversi. E con Canova era da tempo che volevamo lavorare insieme. Nessun rischio di un album disomogeneo: a far da collante c'è la mia voce. Magari altri non ci sarebbero riusciti, io sì», dice senza timore di essere smentita.
Gianna Nannini è pronta anche a tornare dal vivo: 4 anteprima a dicembre (dopo la data zero di Rimini il 30 novembre, sarà il 2 a Roma, il 4 a Milano, il 6 e 7 a Firenze) e poi tour al via a marzo dall'Alte Oper di Francoforte, con dieci date in Germania, e poi i palasport italiani. «Il palco è il momento in cui uno trascende da se stesso. È la prova del nove. E il mio Amore Gigante è proprio il mio pubblico al quale dedico l'album.