Kekko dei Modà: «La mia lotta con la depressione: non riuscivo a piegare le gambe e a uscire dal letto»

Il leader dei Modà: «A mia figlia Gioia dicevo che non cantavo più perché avevo mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me»

Kekko dei Modà: «La mia lotta con la depressione: non riuscivo a piegare le gambe e a uscire dal letto»
Kekko dei Modà: «La mia lotta con la depressione: non riuscivo a piegare le gambe e a uscire dal letto»
Domenica 29 Gennaio 2023, 09:17 - Ultimo agg. 18:38
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Successo e depressione. Due facce di una medaglia che spesso si sovrappongono. Lo ha raccontato Kekko Silvestre, leader dei Modà che sarà in gara a Sanremo con il brano "Lasciami". «Ho scoperto di soffrirne il 29 aprile 2021 - ha raccontato al Corriere - Mi sono svegliato e non riuscivo a piegare le gambe. Pensavo fosse un'influenza ma dopo dieci giorni a letto ho temuto che potesse essere una malattia degenerativa. Mi ha visitato un neurologo e mi ha diagnosticato la depressione. Da anni avevo attacchi di panico prima dei concerti ma sono andato avanti negando, mostrandomi forte anche per il senso di responsabilità verso la mia famiglia e i miei genitori. Ho accumulato troppo e il cervello alla fine mi ha bloccato il fisico. La depressione è un male oscuro che non si fa vedere e vive dentro di te»

Kekko dei Modà racconta la depressione

Il leader dei Modà racconta dei primi segnali nel 2017 quando dopo i due concerti di San Siro le sue gambe non lo reggevano più in piedi.

Tanto che ha pensato anche di smettere: «All'ultima data mia madre aveva in mano il rosario - ha detto nell'intervista al Corriere della Sera - Nei mesi successivi mia figlia Gioia mi ha chiesto più volte: "Papi, perché non canti più?". E io le dicevo che era per il mal di gola. Mi si è stretto il cuore quando la pediatra le ha prescritto un antibiotico e lei le ha detto di darlo anche a me».

La pandemia e la rinascita 

La pandemia, poi, gli ha dato il «colpo di grazia». L'addio al ristorante di fiducia, agli amici di sempre. Da cui però piano piano è uscito: «L'11 maggio ho iniziato a curarmi. I farmaci sono il veleno di cui parlo nella canzone. All'inizio li vedi così, pensi che quelle medicine si diano ai pazzi. Mi vergognavo, ma lentamente sono tornato a vedere i lati positivi della vita. Ora non sono guarito, ma il tour mi ha lasciato carico di adrenalina e mi ha fatto capire che se stai sul divano non guarisci. Questo mi ha dato il coraggio di affrontare il Festival».

 

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