Ligabue. 30 anni in un giorno: «La mia storia al cinema»

«Rivedendomi nel film rivedo il cumulo di emozioni, dalla frustrazione all'impazienza, all'ansia da prestazione, che ha significato per me Campovolo»

Luciano Ligabue
Luciano Ligabue
di Lorenza Fruci
Giovedì 16 Marzo 2023, 07:00
4 Minuti di Lettura

«Per la prima volta in vita mia ho fatto i conti con la mia storia», si confessa così il cantautore di Correggio nel docufilm «Ligabue. 30 anni in un giorno», sul grande schermo il 20, 21 e 22 marzo 2023. E poi aggiunge «Che mio padre pensasse che i musicisti sono tutti dei morti di fame ne sono certo. Perché abbia contraddetto a sé stesso regalandomi una chitarra acustica rimane un mistero». Il motivo, ce ne fosse ancora bisogno, qualcuno ne avesse ancora bisogno, si fa chiaro durante la visione del film, dove si ripercorrono i primi 30 anni di carriera di successo del cantante, regista e scrittore, con un diploma di ragioniere in tasca e un'esperienza da consigliere comunale alle spalle.

Il docufilm parte e gira intorno al concerto evento di Campovolo del 4 giugno 2022, il primo dopo lo stop per la pandemia da Covid, con cui il rocker intimista emiliano ha festeggiato questo traguardo importante della sua carriera insieme a più di 100.000 fan.

Una festa in grande, a cui hanno partecipato anche amici e colleghi con cui ha condiviso tratti di questo percorso: Francesco De Gregori, Elisa, Loredana Bertè, Eugenio Finardi, Gazzelle, Mauro Pagani. 

Il regista Marco Salom li ha intervistati, insieme ai suoi collaboratori e ai suoi musicisti che Ligabue chiama il «gruppo di moschettieri» con cui ha condiviso e condivide tournée, registrazioni e ore di prove con complicità. Ne viene fuori il ritratto di una sorta di famiglia allargata che omaggia coralmente con ricordi e aneddoti Luciano Ghezzi, il musicista ironico e amabile scomparso, il grande assente del concerto.

«Rivedendomi nel film», commenta il Liga, «rivedo il cumulo di emozioni, dalla frustrazione all'impazienza, all'ansia da prestazione, che ha significato per me quel concerto. C'era bisogno di una celebrazione della vita. Quello che mi ha colpito di più del documentario è stato vedere le facce del pubblico perché io dal palco ne ho una visione parziale ed è stata una grande emozione». Il pubblico infatti è uno dei protagonisti del racconto, inquadrato, intervistato e descritto come rispettoso, educato e partecipativo. Lo scambio dell'energia tra Ligabue e i suoi fan è la chiave del suo successo. Così come il legame con la sua terra d'origine. Il concerto del 2022 è stato anche l'occasione per trasformare Campovolo nella RCF Arena Reggio Emilia, uno spazio creato per la musica con una pendenza che garantisce un'ottima visuale e un'acustica.

Il docufilm, che il regista definisce «film musicale», scorre sui grandi successi di Ligabue, dalle canzoni degli anni 90, come «Balliamo sul mondo», «Piccola stella senza cielo», «Leggero», fino all'ultimo «Non cambierei questa vita con nessun'altra», scritta di getto nella primavera del 2022, dopo aver terminato la sua autobiografia Una storia, come una sorta di ringraziamento alla vita, che lo ha portato fino ad ora, sempre tra palco e realtà. Ne esce un ritratto di Ligabue che Mauro Pagani sintetizza così: «Un uomo grato, generoso, felice». 

Il docufilm è una produzione Bamboo Production, Friends&Partners e Riservarossa e distribuito da Vision Distribution.

Lunedì 20 marzo Ligabue presenterà il docufilm e saluterà il pubblico del The Space Odeon di Milano e di un altro centinaio di sale di tutta Italia collegate in streaming. Ma poi subito di nuovo sul palco: prossimi concerti il 5 luglio allo stadio San Siro di Milano e il 14 luglio all'Olimpico di Roma. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA