Maneskin, e adesso spogliati: il look diventa rock Domenica sul palco a Las Vegas con i Rolling Stones

Maneskin, e adesso spogliati: il look diventa rock
Maneskin, e adesso spogliati: il look diventa rock
di Giulana Matarrese
Venerdì 5 Novembre 2021, 07:37 - Ultimo agg. 10:00
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Il glam rock è tornato di moda, e i responsabili sono quattro ragazzi di Roma. L’ascesa dei Maneskin – che domani saliranno sul palco dei Rolling Stones, di cui apriranno il concerto a Las Vegas – passa, in effetti, anche per l’armadio. E nel loro guardaroba c’è stata un’evoluzione stilistica che ha colto alla perfezione lo spirito dei tempi e la filosofia di molte maison del lusso, tra genderless e riscoperta del corpo, inserendosi in un discorso globale, comprensibile ben al di fuori dei confini nazionali: non è un caso che il quartetto abbia riscosso l’interesse e l’ammirazione di star globali, da Ed Sheeran a Miley Cyrus, passando per Iggy Pop.

Maneskin sul palco a Las Vegas con i Rolling Stones


Andando a ritroso nel passato, e cercando immagini degli esordi, prima di approdare come concorrenti a X Factor, nel 2017, si fa fatica persino a riconoscerli: in jeans sdruciti e t-shirt, pantaloncini cargo e Converse, la loro carriera è iniziata facendo la necessaria gavetta, esibendosi per le strade e nei locali della Capitale.

I prodromi di quello che sarebbe divenuto poi il look identificativo dei Maneskin, sono apparsi durante la competizione musicale di Sky Italia: camicie paisley, fedora con tesa larga, cappotti in suede con frange. Damiano David (22 anni, voce) Victoria De Angelis (23 anni, bassista), Thomas Raggi (20 anni, chitarrista) ed Ethan Torchio (21 anni, batterista) avevano chiari i loro riferimenti musicali – che affondano le radici nel rock e nelle sue iterazioni, dal punk al glam, da Iggy Pop a David Bowie – meno quelli stilistici.


Un’incertezza comprensibile, considerata la giovanissima età: a vedere il loro potenziale ci sono stati però diversi padri putativi. Se in ambito musicale il giudice Manuel Agnelli li ha presi sotto la sua ala – arrivando a esibirsi sul palco con loro a Sanremo, in una cover dell’iconico brano dei CCCP, Amandoti – le maison del lusso hanno subito intravisto la capacità, in 4 ragazzi giovani ed energici, di tramutarsi in un fenomeno da hit-parade, capace di dettare le tendenze non solo nelle classifiche – superando a giugno i Beatles su Spotify, in quanto a numero di ascoltatori mensili – ma anche nell’armadio. A rompere le righe è stata Veronica Etro, che ha deciso, vedendoli gareggiare a X Factor – dove sono arrivati secondi, scalzati dal podio da Lorenzo Licitra – di volerli vestire per il programma: è nata così una collaborazione che ha scavato nell’iconografia del rock, da David Bowie a Jimi Hendrix, dai body neri in pizzo con scolli profondi ai pantaloni pitonati, passando per le tutine trasparenti con ricami piazzati ad arte – che guardava invece ai costumi di scena di Freddie Mercury – con le quali hanno trionfato a Sanremo 2021.


LO STYLIST
Un percorso di crescita guidato anche dalla mano di Nick Cerioni, già stylist di Achille Lauro, che ha permesso al quartetto di portare in vita, e indosso, l’immagine di sé che desideravano proiettare all’esterno. Androginia, look lontani dalle definizioni di genere, zatteroni per lui e smoking per lei, un flirt persistente con un certo immaginario legato al mondo BDSM (bondage, dominanza, sadismo e masochismo) – già sdoganato negli Anni ‘70 e ‘80 dal punk e dal glam, dai New York Dolls ai Sex Pistols – i Maneskin sono così arrivati sul palco dell’Eurovision con gli occhi del mondo (della moda) puntati addosso, e non hanno deluso le aspettative. Le tute-corsetto in pelle laminata, con borchie applicate in metallo brunito – sempre realizzate da Etro – hanno amplificato visivamente la potenza musicale di Zitti e buoni, permettendo loro di finire sul gradino più alto della competizione, che l’Italia non vinceva dal 1992 (Insieme, di Toto Cutugno).


L’INCLUSIVITÀ
Mezzo per esprimere posizioni anche sociali – il superamento delle definizioni di genere, la condanna della transfobia, l’inclusività – i vestiti sono così diventati biglietto da visita di una band che ha superato i confini europei, entrando nel cono di attenzione della maison che, dal 2015 ad oggi, si è fatta pioniera degli stessi messaggi: Gucci. Testimonial della campagna della collezione Aria, voluti personalmente dal designer Alessandro Michele, la band ha compiuto così la metamorfosi finale, tramutandosi in fenomeno dalla portata globale.

Boa di struzzo alla maniera del fondatore del glam rock, Marc Bolan, completi sartoriali dai profili affilati, come Tom Petty, a loro agio in glitter e lustrini, i Maneskin sono così approdati, la settimana scorsa, sul palco del Tonight Show with Jimmy Fallon, dove si sono esibiti con Beggin’ – disco di platino negli Stati Uniti. Presenti alla sfilata losangelina di Gucci, all’after party hanno improvvisato il ritornello di Beggin’, forse per scaldare i motori in previsione del concerto dei Rolling Stones verso le 4 del mattino (ora italiana) di domenica 7 novembre. Arrivare secondi, in fondo, non è così male.
 

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