Mina «scopre» Zorama e incide «Il tuo arredamento»

Mina
Mina
di Federico Vacalebre
Venerdì 16 Marzo 2018, 10:31 - Ultimo agg. 22 Marzo, 20:48
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L'aliena e il napoletano d'Irpinia, ovvero come Mina scoprì il talento di Zorama e incise la sua «Il tuo arredamento». Nostra signora della canzone, si sa, si diverte a cercare melodie e versi di illustri Carneadi, e stavolta, anzi a dir la verità già da qualche tempo, ha messo gli occhi sulla produzione di Mariano Rongo (così all'anagrafe), cantautore partenopeo trapiantato a Sirignano, di cui ha inciso un brano nel suo atteso nuovo album di inediti, «Maeba», in uscita il 23 marzo.

«Tre anni fa circa le inviai per email quattro brani», racconta Zorama, che non vede l'ora di «sentire un mio pezzo con la sua Voce, grazie all'errore di un digital store che per qualche tempo ne ha messo in rete una breve anteprima ne ho ascoltata appena una trentina di secondi... che sballo». Come tanti colleghi, ci aveva provato, ma non riponeva molte speranze in quell'iniziativa: «Avevo scelti i pezzi senza stare a pensarci su più di tanto, mi dicevo: figurati se Mina tra tutti sti brani che le inviano sceglie proprio uno dei miei!. Invece, dopo pochi mesi, mi scrive il figlio Massimiliano Pani dicendomi che sua madre mi faceva i complimenti e che aveva preselezionato due dei quattro pezzi che le avevo spedito. Dopo qualche tempo si rifece vivo per chiedermi se mi andava bene se ne incideva uno nel suo disco. Andarmi bene? Non ci credevo quasi!».

Per un po' Mariano non ne seppe niente, la signora Mazzini aveva puntato sulla reunion con Celentano e rimandato il suo disco solista, ma ora.... «Il tuo arredamento» è pronta a fare sfoggio di sè tra le canzoni di «Maeba», in copertina la Mina aliena già vista a Sanremo: «In quel poco che ho potuto ascoltare è molto vicina alla versione embrionale da me inviatale: l'arrangiamento di Franco Serafini guarda ai Beatles più sperimentali, a certi spunti dei Deep Purple. Alla fine è una ballad rock molto strana e bizzarra. Solo lei poteva capire le onde anomale di un brano così: il testo è una metafora continua, una canzone d'amore che non tira mai in ballo questa parola, e nemmeno la sua gemella di rima, cuore. Si snoda su note arzigogolate e sinuose in cui l'ugola si esalta. Alla batteria c'è Alfredo Golino, al basso Lorenzo Poli ed alle chitarre Luca Meneghello».

78 anni il 25 marzo, alle spalle oltre 150 milioni di dischi venduti, da quarant'anni lontana dalle scene, Mina ha anticipato l'album con il singolo «Volevo scriverti da tanto». Nel disco dodici brani, tra cui anche le cover di «Last Christmas» dei Wham! e «Heartbreak hotel» di Elvis Presley. Tra gli inediti, firmati da autori come Giorgio Calabrese o Boosta dei Subsonica, spicca «'A minestrina» di Paolo Conte: che l'avvocato di Asti sia tornato a scrivere in napoletano?

Zorama, tre album alle spalle, una scrittura pop-rock in odore di «zerofollia», si gode l'inattesa popolarità, ma non dorme sugli allori, anzi, è pronto a battere il ferro finché è caldo: «Ho appena finito la masterizzazione del mio nuovo album ad opera di Giovanni Versari, vincitore di un Grammy Award. Si intitola "Virus in fabula", suona molto rock ed ha copertina e retro firmate dal pittore e scultore campano Prisco De Vivo. Per lanciare il primo video, Munch, ci sarà un videoclip registrato in Finlandia col regista francese Marc Sabat».
 

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