Napoli, oggi l'ultimo saluto a Rino Zurzolo: ​fu anima del neapolitan power

Napoli, oggi l'ultimo saluto a Rino Zurzolo: fu anima del neapolitan power
di Federico Vacalebre
Domenica 30 Aprile 2017, 17:53 - Ultimo agg. 1 Maggio, 09:56
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L’ultima immagine pubblica di Rino Zurzolo è quella nel docufilm dedicato a suo fratello (d’arte) Pino Daniele, «Il tempo resterà», l’ultima immagine privata quelle postate da suo fratello Marco su Facebook, a Pasquetta, e prima ancora il 9 aprile: gli Zurzolo brothers finalmente riuniti e felici.

Come per il Nero a Metà il tempo è stato inclemente, ieri se n’è andato via il più grande contrabbassista italiano a nemmeno 59 anni, li avrebbe compiuti il 14 giugno. A dirgli addio, nella sua casa-museo di Villa Belvedere, in quell’angolo di Vomero che conserva un profumo insieme popolare e aristocratico, sono passati in serata i «soul brother» James Senese, Enzo Avitabile, Antonio Onorato, Elisabetta Serio. Quando sono andati via, intorno al capezzale del musicista è rimasta la moglie Valentina Crimaldi, flautista; i figli Livia, 20 anni, e Leandro, 13; il fratello sassofonista Marco e la sorella cantante Francesca.

Sul web gli hanno detto addio in anticipo, già nel pomeriggio di ieri, ma il suo cuore ha retto fino a mezzanotte circa, poi si è arreso contro la malattia bastarda: in settembre gli avevano diagnosticato un cancro ai polmoni. Cinquantanove anni il 14 giugno, il miglior contrabbassista italiano ha continuato a suonare fino all’ultimo, quando il male ha aggredito il cervello, mandandolo in coma.
 

 

La musica era di casa dagli Zurzolo. Rino era il secondo, il maggiore un giorno gli rubò due corde dalla chitarra, quello strumento monco divenne il passaporto per il contrabbasso, che il papà gli regalò presto. Si iscrisse al conservatorio, stregato dalle armonie dei madrigali e dal contrappunto di Bach, ma nella Napoli degli anni ‘70 c’erano suoni più urgenti e nuovi da creare. Aveva solo 13 anni quando formò i Batracomiomachia con Enzo Avitabile, Rosario Jermano, Paolo Raffone e Pino Daniele, il primissimo nucleo del futuro neapolitan power pronto alla rivoluzione degli americani di Napoli. 

Il 1977 è l’anno dell’esordio del Nero a Metà con «Terra mia» e Zurzolo è uno dei punti fermi della formazione che incide l’lp. Con Pino resterà sino a metà anni ‘80, passando per quello storico 19 settembre 1981 con i 200.000 di piazza del Plebiscito ad eleggere il supergruppo con lui, Senese, De Piscopo, Esposito e Amoruso a miglior dream team italiano di tutti i tempi. Proprio quella notte, però, l’unione non fece più la forza e le ambizioni soliste portarono soprattutto De Piscopo e Esposito a inseguire strade soliste, aprendo una ferita sanata solo nel 2008 con «Ricomincio da 30».
 
 

Rino, diplomatosi a San Pietro a Majella e poi perfezionatosi con Petracchi, inseguì un proprio percorso artistico, di jazz da camera e si prestò come sessionman d’eccezione con Chet Baker, Don Cherry, Billy Cobham, Toots Thielemans, Trilok Gurtu, Bob Berg, Giorgio Gaber, Mia Martini, Giorgia, Lina Sastri. Nel 1990 il primo album a suo nome, «Fuorlovado», poi vennero «Rua catalana» (‘94), «Alchimusa» (‘98), «Wunderkammer» (2003) e «Rino Zurzolo live in concert» (2014). A suo agio anche sul basso, sul contrabbasso era il numero uno, capace di un pizzicato netto quanto delicato, di far cantare il legno prima di violentarlo come la più potente macchina ritmica, di chiedere colore e calore, precisione ed improvvisazione. In cattedra al conservatorio di Benevento, da docente, suggeriva agli allievi la curiosità, l’apertura ai nuovi suoni, oltre al caparbio studio di quelli «vecchi». 

I funerali si terranno alle 11 nella chiesa degli Artisti in piazza Trieste e Trento a Napoli.

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