Concerti annullati, sì all'emendamento McCartney: rimborso in denaro al posto del voucher

Concerti annullati, sì all'emendamento McCartney: rimborso in denaro al posto del voucher
Concerti annullati, sì all'emendamento McCartney: rimborso in denaro al posto del voucher
di Mattia Marzi
Venerdì 10 Luglio 2020, 16:20 - Ultimo agg. 11 Luglio, 09:51
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Dopo aver incassato la fiducia alla Camera, arriva al Senato il Dl Cura Italia, contenente anche l'emendamento relativo ai rimborsi per i concerti annullati a causa delle restrizioni legate all'emergenza epidemiologica da coronavirus. E sul tema dei discussi voucher, i buoni erogati dagli organizzatori dei concerti agli acquirenti dei biglietti degli spettacoli rinviati o cancellati, sono previste novità. Nel nuovo testo, prossimo ad essere convertito in legge, è scritto infatti che gli organizzatori potranno emettere sì dei voucher ma solo in caso di eventi rimandati e non cancellati. Questi ultimi dovranno essere rimborsati direttamente. Quanto ai concerti rimandati, i buoni avranno una validità di 18 mesi e al termine della scadenza, se lo show non si sarà svolto, gli organizzatori di concerti dovranno rimborsare gli acquirenti. L'emendamento è stato battezzato "emendamento McCartney", in omaggio all'atto di accusa rivolto dall'ex Beatle sui social al governo e ai promoter italiani - riuniti in Assomusica, associazione di categoria - per il meccanismo di rimborso dei biglietti per i concerti annullati a causa del Covid-19.

Nel Decreto Cura Italia, infatti, per evitare di mettere in ginocchio l'intero settore dell'intrattenimento dal vivo, si era deciso di permettere agli organizzatori di concerti ed eventi di rimborsare con buoni chi aveva acquistato i biglietti per i live in programma in Italia quest'estate e poi sospesi, rinviati o annullati a causa delle restrizioni, anziché restituire la somma spesa. I voucher potevano essere erogati non solo per concerti rinviati (tra gli artisti costretti a rimandare al 2021 i grandi raduni negli stadi anche Vasco Rossi, Ultimo, Tiziano Ferro, Cesare Cremonini e Ligabue) ma anche per quelli annullati. Come i due show di Paul McCartney in programma lo scorso giugno a Napoli e a Lucca, appunto.
«È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan», aveva tuonato Paul McCartney, solo una delle star internazionali attese nel nostro Paese quest'estate ma che in nessun modo potranno tornare in concerto in Italia il prossimo anno, per altri impegni.

Oltre agli show dell'ex Beatle sono state annullate senza possibilità di recupero anche Lana Del Rey, Tove Lo e Post Malone, tra gli altri. Il post di Paul McCartney aveva alimentato il malcontento diffuso tra i titolari dei tagliandi, non interessati ai voucher, spendibili peraltro solo per concerti organizzati dallo stesso promoter che aveva prodotto lo show annullato. A tranquillizzarli era stato il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, facendo sapere che il Parlamento sarebbe intervenuto per fare chiarezza sul tema dei rimborsi:
«È evidente che la ratio della norma è che il voucher valga solo per un concerto dello stesso artista e che se questo non si terrà lo spettatore avrà diritto al rimborso», aveva commentato Franceschini.

In attesa del passaggio al Senato e dell'effettiva conversione in legge dell'"emendamento McCartney", il Codacons canta già vittoria:
«Si tratta di una misura sacrosanta, un principio di civiltà che il Governo aveva calpestato - afferma il presidente dell'associazione che tutela i consumatori, Carlo Rienzi - Ora però si apre un nuovo fronte legale: quello di chi ha già richiesto il voucher per un evento cancellato. È evidente che tutti coloro che hanno in mano un voucher debbano essere rimborsati in denaro qualora decidano di non utilizzare il buono entro il periodo di validità, e se il concerto originariamente acquistato non viene replicato. Questo perché lo stesso voucher è stato richiesto in stato di necessità e sotto la minaccia di perdere i soldi già versati, a causa del pasticcio delle norme contenute nel decreto Rilancio».

Se gli organizzatori si rifiuteranno di restituire i soldi a chi ha già richiesto il voucher, fa sapere il Codacons, sarà inevitabile una denuncia nei loro confronti per truffa.


 

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