​Napoli, Bob Dylan prenota San Carlo e Pompei

Napoli, Bob Dylan prenota San Carlo e Pompei
di Federico Vacalebre
Venerdì 11 Novembre 2016, 08:24 - Ultimo agg. 23:28
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Bob Dylan non ha cambiato le sue abitudini dopo l'assegnazione del Premio Nobel. Solo la personale pittorica in corso a Londra l'ha spinto a concedersi alla stampa, sia pur con le consuete enigmatiche risposte. Il prestigioso alloro che si aggiunge alla sua collezione di Oscar, Pulitzer, Grammy e via dicendo non lo ha spinto ad alzare il suo cachet, nè a pensare di interrompere il suo «neverending tour»: il 23 novembre, al Broward Centre for the Performing Art di Fort Lauderdale, Florida, è previta la fine dei concerti programmati per il 2016, ma già si lavora agli appuntamenti dell'anno prossimo. Che dovrebbero comprendere anche l'Italia, probabilmente in maggio: si era detto di trattative avanzate con l'Auditorium di Roma, ma si ipotizzano anche cornici più prestigiose, degne di uno chansonnier letterato. E stavolta la Campania potrebbe mettere in campo due location mozzafiato.
 



Mimmo D'Alessandro, il promoter di Somma Vesuviana che con il suo socio Adolfo Galli ha riaperto Pompei al rock con David Gilmour e Elton John, ha infatti messo sul tappeto la disponibilità proprio dell'Anfiteatro romano di Pompei insieme a quella del San Carlo. «Ho visto Dylan qualche settimana al Desert trip festival in California, è stato l'unico artista a non permettere che sul maxischermo venissero proiettate le immagini in diretta del concerto, ha incassato l'omaggio dei Rolling Stones che dividevano con lui il palco ma non si è fatto trovare in camerino nemmeno da Mick Jagger, che pure conosce bene da una vita», racconta D'Alessandro: «Troppi parlano di lui senza conoscerlo, è davvero un marziano, uno che ragiona solo con la sua testa, non conosce altra regola o convenienza. Quando l'allora presidente americano Barack Obama nel 2012 gli consegnò la Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile della nazione, lui si limitò a commentare con un grazie a mezza voce e una pacca sulla spalla al signore della Casa Bianca. Mi piacerebbe davvero portarlo in Campania, la data potrebbe essere il 2 maggio, il problema è che il San Carlo conta 1.300 posti, pochi rispetto a quelli dell'Auditorium di Roma (fino a 2.500 posti), il Carlo Felice di Genova (1.900), l'Opera di Firenze (1.900), tutto candidati ad ospitare l'uomo di All along the watchtower. Per reggere i costi bisognerebbe immaginare biglietti a 300 euro l'uno, oppure trovare la disponibilità delle istituzioni per trasformare la serata in un evento aperto anche a chi ha minori disponibilità economiche. Pompei ha una capienza ben maggiore, ma bisognerebbe rischiare l'open air, confidando nella clemenza del tempo».

Sua Bobbità ha suonato in Campania già quattro volte: la prima allo stadio Simonetta Lamberti di Cava de' Tirreni il 21/6/1989. Iniziò con «Subterranean homesick blues» e finì con «Maggie's farm», in scaletta anche «Pancho and Lefty», un brano di Townes Van Zandt lanciato da Emmylou Harris e poi ripreso da Willie Nelson e Merle Haggard, e solo sei volte proposto in tour dal songwriter di Duluth: quella fu la prima.
Il 25 giugno 1993 fu la volta del Palapartenope di Napoli, dove tuttò cominciò con un'altra cover, «Hard times come again no more», dell'Edison Male Quartette, per concludersi con «It ain't me, babe». Il 26 giugno 2001 bis napoletano, per l'inaugurazione della restaurata Arena Flegrea: di nuovo come incipit un brano non suo, «Hallelujah» di Ricky Scaggs, ultimo bis un'acustica «Blowin' in the wind». Infine, il 17 luglio 2006 fu la volta di un'esibizione all'ombra dei templi di Paestum, con Ligabue e Capossela tra il pubblico: «Maggie's farm» arrivò per prima, «Like a rolling stone» e «All along the watchtower» come bis.

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