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Oasis, il sogno della reunion: i fratelli litigiosi Noel e Liam Gallagher sono tornati a parlarsi

Novità in arrivo per il gruppo di Manchester, scioltosi nel 2009. La rinascita potrebbe essere vicina: se lo augurano migliaia di fan

Oasis, il sogno della reunion: i fratelli litigiosi Noel e Liam Gallagher sono tornati a parlarsi
Oasis, il sogno della reunion: i fratelli litigiosi Noel e Liam Gallagher sono tornati a parlarsi
di Andrea Andrei
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 24 Gennaio 2023, 07:01
5 Minuti di Lettura

Chi ama il rock, e in particolare quello degli Anni 90, sa che la saga dei fratelli Gallagher ha spesso assunto i toni di una pantomima. Liam e Noel (50 anni il primo, 55 il secondo), hanno segnato con i loro Oasis la storia del brit-pop, uno degli ultimi grandi movimenti della musica rock, nato e cresciuto in Gran Bretagna all'inizio dei Novanta mischiando l'amore per le melodie dei Beatles a quello per le chitarre distorte e segnando una contrapposizione con l'altro grande fenomeno di quegli anni, il grunge, partito dall'America. Una storia evidentemente mai finita del tutto: i due litigiosissimi fratelli, che esasperati dai continui scontri hanno deciso di sciogliere il gruppo nel 2009 dopo una colossale rissa nel backstage di un concerto a Parigi, dove se le diedero di santa ragione, da allora flirtano - seppure con i loro modi ruvidi - con l'idea di tornare insieme, facendo sognare i fan di tutto il mondo, rimasti orfani di una delle più significative band degli ultimi 30 anni.

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TELENOVELA

L'ultimo capitolo della telenovela è stato scritto la scorsa settimana, quando Noel, presentando il suo nuovo album Council Skies (entrambi i fratelli hanno continuato a suonare in due diverse band) ha dichiarato di non escludere una reunion, anche se «sono necessarie una serie di circostanze straordinarie». La risposta di Liam è stata forse ancora più sorprendente: «Ho appena sentito mio fratello al telefono che mi supplicava di perdonarlo ha scritto pochi giorni dopo su Twitter Vuole che ci vediamo. Cosa faccio, lo incontro o lo mando a fanc...?».

VALANGA

Da lì è partita una valanga di commenti tra l'entusiastico e lo speranzoso di migliaia di persone che già sognano il ritorno del gruppo da oltre 70 milioni di copie vendute che è stato in grado di sfornare, solo nei primi due album, capolavori come Supersonic, Wonderwall, Don't look back in anger e Morning glory. Tra queste c'è anche Graham Coxon, bassista dei Blur, l'altra grande band capostipite del brit-pop e presunta rivale degli Oasis, che subito ha consigliato a Liam di incontrare il fratello. Gli Oasis nelle loro canzoni hanno messo un mix di irresistibile strafottenza, di voglia di riscatto della working-class britannica (sono figli di immigrati irlandesi - padre operaio con problemi di alcol e madre bidella - che si stabilirono a Manchester), il tutto condensato in ritmi elettrizzanti e in quel modo di vivere sopra le righe a testa alta e col petto all'infuori, proprio come fa Liam quando canta davanti all'asta del microfono, con una postura che è diventata iconica.

«La nostra non è arroganza», spiegò una volta Noel, «crediamo davvero di essere la miglior band del mondo». A essere onesti, gli ultimi album degli Oasis (Don't believe the truth del 2005 e Dig out your soul del 2008) non erano stati all'altezza dei precedenti. Anzi, sembrava che i Gallagher fossero a corto di idee originali. Perciò l'entusiasmo per un'eventuale reunion è compensata dalla consapevolezza che spesso questi ritorni di fiamma si trasformano in tentativi nostalgici di replicare i fasti del passato. Ma la verità è che di figure come Liam e Noel oggi si sente davvero la mancanza.

DOMANDA

E qui veniamo alla domanda più delicata di tutte, specialmente nel momento in cui molto di discute sul finto matrimonio allestito da Spotify per i Maneskin a Roma per presentare il nuovo album Rush!: che cos'è il rock? È solo un genere musicale che, come riporta Wikipedia, è «basato su canzoni con un tempo in 4/4 che utilizza una forma strofa-ritornello»? Oppure è uno stile di vita fatto di eccessi, di feste folli e di abiti eccentrici? Il vero problema è che il rock non è nessuna di queste cose. E non solo perché musicalmente ha dato origine a decine di sottogeneri molto diversi tra loro, dall'indie al metal, ma perché è stato un complesso movimento culturale che ha fatto da colonna sonora alle più grandi rivoluzioni di quasi mezzo secolo, spesso ispirandole.

 

JOHN LENNON

Pensiamo solo a John Lennon, ai Sex Pistols, ai Queen, ai Nirvana, e agli stessi Oasis: questi artisti non erano solo musica, ma erano l'incarnazione del loro tempo: la guerra in Vietnam e il pacifismo, la ribellione, l'alienazione e la droga, la voglia di divertirsi e l'Aids, l'isolamento, la disillusione e la voglia di riprendersi il proprio posto nel mondo. Non si tratta di fare confronti nostalgici e insensati tra il vecchio e il nuovo: è chiaro che gli Oasis non erano i Beatles, ma l'attitudine rock era la stessa. Perché il rock è stato essenzialmente questo: un'attitudine alla vita che puntualmente contrapponeva gli artisti alle case discografiche, il disordine creativo dell'arte ai meccanismi pianificati del marketing.

CONTRASTO

Si è sempre nutrito di questo contrasto, il rock: è grazie al commercio se tutti lo ascoltiamo, ma è grazie ai Beatles che rifiutano di esibirsi dal vivo e si rintanano in India, a David Bowie che scappa a Berlino con Iggy Pop, a Kurt Cobain che a Top of The Pops resta immobile e smaschera il playback, ai Queen che puntano i piedi con i discografici per far uscire Bohemian Rhapsody, ai Radiohead che pubblicano due album in sei mesi, ai Pearl Jam che portano in tribunale Ticketmaster, e sì, anche alle sfuriate di Noel e Liam se lo sentiamo vero, se lo sentiamo nostro, se lo amiamo.
Detto con le parole di Noel: «Ecco come si fa. Prendi la chitarra, scopiazzi canzoni da un po' di gente, le cambi un po', metti tuo fratello nella band, gli tiri pugni in testa ogni momento... e vendi». Ecco, oggi che la tv e il marketing sembrano aver fagocitato tutto il resto, ridateci quella verità, quell'autenticità, quei cortocircuiti, quelle pantomime che nel loro essere stucchevoli sapevano di vita reale. Ridateci il rock. Ridateci gli Oasis. Anche se non dovessero tornare insieme.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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