Jane Birkin torna alla musica con «Oh! Pardon tu dormais..»

Jane Birkin
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Venerdì 11 Dicembre 2020, 20:31 - Ultimo agg. 22:43
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Dopo 12 anni dall’ultimo disco di inediti torna la cantante e attrice francese Jane Birkin con il nuovo album Oh! Pardon tu dormais..., adattamento musicale dello spettacolo teatrale omonimo scritto dalla Birkin negli anni ‘90. Il disco contiene alcuni testi recenti scritti durante la sua realizzazione ed è il progetto più intimo che la Birkin abbia mai pubblicato. La cantante, attrice e icona di stile racconta la nascita di queste 13 canzoni (scritte da lei stessa e messe in musica e prodotte da Etienne Daho e Jean-Louis Piérot) con queste parole: «Quando qualche anno fa, hanno programmato il mio film Oh! pardon, tu dormais ... a La Gaîté Montparnasse, Etienne Daho veniva a trovarmi spesso. Il film gli è piaciuto molto e ha passato anni a cercare di convincermi a farne un adattamento musicale». «Con Dolly, la mia cagnolina, sono andata a casa di Etienne per un incontro preliminare sul progetto - prosegue la Birkin raccontando come è nato il disco - Mi sono seduta sul divano ed Etienne e Jean-Louis Piérot mi hanno fatto ascoltare alcune melodie che stavano scrivendo per me. È così che sono iniziate le sessioni di scrittura. Etienne ha rielaborato le mie parole sulla musica: ha funzionato subito, è stato tutto molto affascinante». «All’inizio, ci siamo ispirati alla sceneggiatura del film -prosegue - poi gradualmente ci siamo allontanati e abbiamo affrontato temi più urgenti: mia figlia Kate, la perdita, il crepacuore, i fantasmi, persino la scrittura dei testi in inglese ... poco a poco siamo andati alla deriva verso altri orizzonti». Parlando del rapporto che si è creato con Etienne Daho e Jean-Louis Piérot, la Birkin racconta: «Per un attimo sono andata nel panico, perché ho capito che il nostro concept album era finito. I voli musicali e gli arazzi di Jean-Louis ... Così spesso silenziosi. Solo un sorriso per mostrare la sua approvazione di un’idea, la nascita di una canzone, quando i miei testi si sono inseriti in modo così naturale nelle sue melodie. Etienne, e l’eccitazione di essere stata compresa così perfettamente da lui. Ho riflettuto su come presentava i miei testi, mettendoli in ordine. La cura con cui ha suggerito i cambiamenti, ha rielaborato i miei monologhi con un tocco incredibilmente leggero, tenero come un amante, assicurando che fosse nello stesso spazio della mia testa. Forse siamo spiriti affini. Mi ha salvato da una vecchia ferita, mi ha liberato dalla malinconia e dall’inerzia. Abbiamo dato tutto, preso tutto e sono ancora sbalordita da ciò che noi tre abbiamo creato. Abbiamo dato vita a questa cosa ... e questo mi commuove». 

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