Primo maggio stile Sanremo: «Hanno copiato loro da noi»

Primo maggio stile Sanremo: «Hanno copiato loro da noi»
di Federico Vacalebre
Mercoledì 28 Aprile 2021, 09:23 - Ultimo agg. 18:54
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La questione non è di lana caprina come potrebbe sembrare. È il Primo maggio ad essersi sanremizzato, e, quindi, imborghesito, perdendo le sue caratteristiche alternative e radicali, se non militanti? O è il festivalone della terra dei cachi ad essersi fatto permeare dalle nuove consonanze indie portate avanti dal concertone per la Festa del Lavoro voluto da Cgil, Cisl e Uil (un tempo avremo detto: la triplice)? Prima di affidare ai posteri l'ardua sentenza, Massimo Bonelli, il manager salernitano di iCompany che organizza l'evento, reclama la primogenitura del cast: «Abbiamo avuto la capacità di intercettare negli scorsi anni alcuni artisti prima di altri, sintonizzandoci sui suoni della contemporaneità piuttosto che sulla nostalgia degli anni Novanta che vigeva prima in questa manifestazione».


Sia come sia sono 16 - più i due giovani Folcast e Wrongonyou - i big reduci dall'Ariston attesi sabato, in diretta su Raitre, Radiodue e RaiPlay, sul palco della cavea del parco della musica di Roma, piazza San Giovanni ancora è off limits con i suoi mega-ssembramenti e lo sventolio di bandiere rosse, giamaicane, palestinesi, cheguevariane, sarde: Bugo, Colapesce-Dimartino, Coma_Cose, Ermal Meta, Extraliscio (con i Tre Allegri Ragazzi Morti), Fasma, Willie Peyote, Francesca Michielin con Fedez, Francesco Renga, Gaia, Ghemon, Gio Evan, La Rappresentante di Lista, Madame, Max Gazzè & The Magical Mystery Band, Noemi.

E se spuntasse anche Amadeus, in una sorta di inatteso compromesso storico canoro?


«Un cast eterogeneo, per raccontare come attraverso un grandangolo tanti aspetti e tante storie diverse. Era giusto non bucare l'appuntamento: è uno snodo tra quello che abbiamo vissuto in quest'ultimo anno e ciò che ci aspetta», aggiunge Bonelli, che più che fare convocazioni ha risposto ad appelli, a richieste di esserci: attesi anche, tra gli altri, Alex Britti, Edoardo Bennato, Enrico Ruggeri, Fabrizio Moro con Vinicio Marchionni e Giacomo Ferrara, Fast animals and Slow Kids, Gianna Nannini e Claudio Capéo, L'Orchestraccia, Mara Sattei, Michele Bravi, Modena City Ramblers, Motta, Nayt, Piero Pelù, Zen Circus, Vasco Brondi. Più, in quota «internazionale», Noel Gallagher e Lp, e, in quota «doveva essere una sorpresa», il «pentito» Antonello Venditti, che dovrebbe aprire la manche serale in collegamento con la ritrovata piazza San Giovanni, dopo non essere stato tenero l'anno scorso con la manifestazione: «Vorrei che il Primo Maggio si tramutasse in una giornata del silenzio della musica a favore di tutti quelli che ci lavorano senza essere minimamente calcolati né sentiti. Chiedo a tutti i miei colleghi una giornata lontana dai social e dalla tv», dichiarò.


Conduce Stefano Fresi, «with a little help from» Ambra Angiolini, ben più coinvolta l'anno scorso. La vera incognita, l'ultimo tassello necessario per parlare davvero di Primo maggio della ripartenza, è la presenza del pubblico, negato a Sanremo: «L'anno scorso in questo spazio si sono fatti concerti per mille persone, con mascherine, distanza di sicurezza, posti numerati e quant'altro. Se ci sarà possibile avere una platea... noi siamo pronti, speriamo bene», conclude Bonelli.

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