Ranieri tra Raitre e disco:
«Ma presenterei Sanremo»

Massimo Ranieri 2020
Massimo Ranieri 2020
di Federico Vacalebre
Giovedì 3 Dicembre 2020, 19:31 - Ultimo agg. 19:54
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Massimo «Stakanov» Ranieri non si smentisce: compare su Zoom per annunciare le novità che lo riguardano, che sarebbero, appena appena, uno show televisivo, un nuovo album con collaborazioni eccellenti, una collana di ristampe dei suoi lp. Ma, fedele alla propria irrequietezza, annuncia anche l’album successivo, con ulteriori griffe pregiate, e butta lì: «Mi piacerebbe condurre Sanremo, certo, se mi vogliono dopo Amadeus io sono pronto. Direttore artistico? Meglio di no, che giudicare non fa per me, qui giudica uno solo e sta nel cielo».
Massimone, e da cantante? Ci torneresti all’Ariston?
«No, guaglio’, so viecchio. L’anno scorso Amadeus mi voleva con uno degli inediti del mio nuovo disco in uscita domani, “Qui e adesso”, ma gli ho spiegato che non avevo più l’età. Poi Tiziano Ferro mi ha invitato e sono tornato comunque all’Ariston».
Dove trionfasti nel 1988.
«E pensare che dovevo portare in gara un’altra canzone, “Pierina”, cambiai idea all’ultimo minuto: passai per caso, di sera, dagli uffici della Wea e decisi sull’istante di andare in gara con il capolavoro di Marrocchi e Artegiani, "Perdere l'amore"».
Fu un trionfo.
«Papà svenne davanti alla tv all’annuncio della vittoria. Il giorno dopo lasciai tutto e tutti e scappai a festeggiare a Napoli, lunedì ero già a teatro a Roma con “Rinaldo in campo”».
Il disco, in qualche modo, nasce proprio dal fatto che il teatro ti ha spesso impedito di portare in scena le canzoni dei tuoi dischi.
«È vero: voglio dare loro una seconda vita, che poi è la prima, a “Via del conservatorio” o “Quando l’amore diventa poesia”, approfittando di un mito come Gino Vannelli».
Il grande canadese ha vestito di nuovo i tuoi brani del periodo ‘71-‘74, dandogli nuovo spessore strumentale. E firma nei due cd anche gli arrangiamenti dei cinque preziosi inediti che si aggiungono ai 12 brani di repertorio.
«”Quando il sogno diventa inutile” me lo regalò Aznavour: eravamo a casa sua, in Costa Azzurra, davanti a un bicchiere di vino rosso italiano. “È tua”, mi disse, io ricambiai con un ulivo del mio amico Al Bano. Il testo di Gianni Togni è perfetto per questa chanson. Charles è il mio faro per la canzone come Strehler lo è per il teatro: aver cantato con lui in piazza San Marco nel 2010 mi ha reso felice».
Continuiamo con gli inediti.
«”Mia ragione”, un regalo di Fabio Ilacqua, l’avevo presentata a Sanremo. Poi c’è “Un tango per me”, “Una favola d’amore” e “Siamo uguali”, versione in italiano di “We are brothers” di e con Vannelli, brano registrato in parte a Roma e in parte in Canada. Lui è un mito, ci siamo intesi in inglese e francese: anche se è di origini italiane, la nostra lingua non la conosce proprio».
E l’inedito di Modugno di cui si è parlato?
«Uscirà nel prossimo album, magari a settembre 2021, con Mauro Pagani di nuovo al mio fianco ed altri inediti, tra cui uno di Fossati».
Chapeau: prima parlavi di Aznavour e Strehler come i tuoi fari.
«Certo, ma anche Eduardo e Patroni Griffi, Carosone e Murolo e Bruni, e Celentano: quando nel 1961 a Sanremo voltò le spalle a tutti e sculettò scandalizzando i bempensanti cambiò il corso della canzone».
«Qui e adesso» è anche il titolo dello show al via stasera su Raitre.
«Doveva partire una settimana fa, ma non me la sono sentita, era appena morto Diego».
Maradona ci manca.
«I so’ napulitano, so che cosa ci ha dato. Quando sui giornali si scriveva che Ferlaino faceva avanti e indietro dalla Spagna per comprarlo non ci credevo, mi sono convinto solo quando l’ho visto sbucare dai sotterranei del San Paolo che ora porterà il suo nome».
Tifoso?
«Sì, e ringrazio Ringhio: Gattuso ha ridato alla squadra il respiro. Senza quella storia di Asl e Juventus oggi saremmo primi, credo».
Perché uno show su Raitre?
«È diretta da un napoletano, Franco Di Mare: mi ha invitato su una rete che non fa varietà e... io alle sfide non so dire di no anche se non avevo voglia di fare tv».
Che cosa vedremo? So che hai voluto con te le Ebbanesis, talentuoso duo verace. Che Cristiana Dell'Anna canterà una canzone.
«Bisogna scommettere sui giovani, io ascolto anche i trapper, tipo Tha Supreme: il mondo è loro. Tra i duetti delle quattro puntate troverete Irama, facciamo anche “La canzone di Marinella”, lui ama De André».
Gli altri ospiti?
«Iniziamo con Gianni Morandi, aspettando il giorno che si liberi per fare quel famoso tour a tre con Al Bano di cui si chiacchiera da tempo. Poi De Gregori, la Nannini, Allevi, Renato Zero... Ci confrontiamo su cose intime, roba che di solito non si fa negli show, parliamo delle nostre ansie, provo a metterli a loro agio nel mio “confessorio”: ne vengono fuori chiacchierate intime, confidenziali».
Stasera vedremo anche Adriano Panatta nel Sistina che hai scelto non a caso come studio. Ma chiudiamo con le canzoni. In edicola stanno uscendo le ristampe di 16 tuoi album, dagli inizi ai tempi più recenti, domani tocca proprio a «Perdere l’amore».
«Mi piace sapere che quelle canzoni reggono il tempo: a 69 anni sono loro la mia giovinezza. Per questo sono orgoglioso di aver fatto rinascere “Via del conservatorio”: è stata sfortunata. Mentre stavo missandola venne Luchino Visconti, volle ascoltarla in anteprima. Mi disse: “Bravo, è molto bella, magari non facile”. Aveva ragione ancora una volta il maestro, spero che Gino Vannelli sia riuscita a renderla, se non facile, almeno pronta a presentarsi ai più. Dentro c’è davvero la mia storia di scugnizzo che ce l’ha fatta».

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