Rolling Stones, Mick Jagger e i supernonni rockano e rollano ancora

Rolling Stones, Mick Jagger e i supernonni rockano e rollano ancora
di Andrea Spinelli
Giovedì 2 Giugno 2022, 11:00
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«Questa non è una band di sopravvissuti che rievoca la grandezza di una volta, questa è la grandezza» aveva scritto il «Washington Post» lo scorso settembre recensendo l'ultima tranche di quel «No filter tour» che ha tenuto sulla strada i Rolling Stones per quattro anni, pandemia compresa. E ieri notte la «grandezza» è tornata a raccontarsi in Europa, sul palco della Wanda Arena di Madrid, primo passo di un cammino in 14 tappe che vedrà Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood, 231 anni in tre, transitare col loro «Sixty tour» anche da Milano, il 21 giugno, a San Siro, supporter i Negrita. 

Tour celebrativo, dunque, come il palco di saette e stelle filanti giallorosse squarciate dai tre maxischermi che si portano dietro in questa nuova avventura. Erano quattro gli «screen» del «No filter», ma la vita ha spento l'anno scorso quello di Charlie Watts, lo «stone tranquillo» scomparso la passata estate, ad 80 anni, lasciando la batteria della band al muscoloso Steve Jordan.

«Charlie era il ragazzo più cool al mondo e il suo addio ha lasciato un vuoto enorme, ma gli Stones vanno avanti», ammette il light designer Patrick Woodroffe, con la band di «Miss you» da quarant'anni. «Con Mick e Keith non abbiamo mai parlato di tour d'addio, perché penso che non si ritireranno mai».

Lo sa bene il popolo rockettaro planato in Spagna per l'evento, varato da due formazioni iberiche di gran richiamo come i Sidonie e la Vargas Blues Band arricchita dal nipote di Mick, John Byron Jagger, figlio di suo fratello Chris (in scena all'armonica). 

Il boato dei 53.000 accoglie sir Mick & Co. sul palco per dare fuoco alle polveri di una maratona in bilico tra «Street fighting man», «19th nervous breakdown», «Tumbling dice», «Jumping Jack Flash», «Gimme shelter», «Out of time» («È la prima volta che la suoniamo»), «Beast of burden» (scelta tra quelle suggerite dai fan sul web), «Honky tonk woman», «Midnight rambler», «(I can't get no) Satisfaction» e tutte le altre. In scena, oltre ai tre (festeggiatissimi i 75 anni compiuti da Ron Wood proprio ieri) e a Jordan, l'ex Allman Brothers Band Chuck Leavell affiancato alle tastiere da Matt Clifford, dall'irrinunciabile Darryl Jones al basso, Tim Ries e Karl Denson ai fiati, Sasha Allen e Bernard Flower (altro veterano) ai cori. Jagger, 78 anni, entra con addosso un giacchetto rosso poi rimane in camiciona colorata dai disegni psichedelici: rotola e rolla ancora come nessun altro, anche se è impossibile paragonare le sue performance geriatriche di oggi con quelle giovanili che avevano davvero simpatia per il diavolo. Richards, stessa età, sembra suo nonno ma è, invece, persino più demoniaco di allora. Canta - si fa per dire - «Happy» e «Slipping away», ma, soprattutto, distilla blues dalla sua chitarra come se non sapesse nè volesse fare altro nella vita, e probabilmente è proprio così. Il pubblico balla e sballa, è cresciuto con quelle canzoni, quei riff, quell'adrenalinica mistura di suoni neri e suoni bianchi, pensa che forse è l'ultima occasione per vedere le Pietre Rotolanti dal vivo, conta quante volte ha già staccato il biglietto per un loro concerto, ricorda la propria gioventù, i capelli, gli amori, i compagni perduti per strada con «quella» colonna sonora. Insomma, nostalgia canaglia sopra e sotto il palco. 

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Due gli album dal vivo che accompagnano le fortune europee di questo tour. Il 13 maggio è arrivato, infatti, sul mercato «Live at The El Mocambo», registrato dagli Stones nel marzo del 77 quando si esibirono per due sere al Mocambo di Toronto davanti ad una platea di sole 300 anime sotto mentite spoglie: si ribattezzarono Cockroaches, che poi è un altro modo di dire «scarafaggi». L'altro progetto dal vivo esce entro il mese e s'intitola «Licked live in NYC», realizzato al Madison Square Garden nel 2003, durante la fase americana del monumentale tour celebrativo (117 date) messo in strada per il quarantennale. Due cd più dvd in cui spunta Sheryl Crow nei panni di ospite in «Honky tonk women».

Intanto, ai Måneskin non è andata già una dichiarazione di Jagger che il mese scorso, durante l'intervista con la radio svedese, aveva ringraziato gruppi come Yungblud e Machine Gun Kelly per tenerlo ancora in vita. In overdose da successo, Damiano (un po' stizzito) non ci ha pensato sopra due volte a dire la sua al «New Musical Express» replicando che nessuno tiene vivo il rock'n'roll, perché è semplicemente impossibile da uccidere». Merito degli Stones, bisognerebbe ricordarglielo. 

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