successo «senza se e senza ma» riscosso al debutto all’Augusteo, e la lista di sold out in prevendita che si allunga giorno dopo giorno, non raccontano tutto di «Italiano di Napoli», il nuovo show di Sal Da Vinci, che l’ha prodotto e scritto con l’amico Alessandro Siani, a cui ha affidato anche la regia.
Rispetto ai suoi spettacoli precedenti - «Io + Voi = Noi/Il mercante di stelle», «È così che giro il mondo», «Se amore è...» e «Stelle a metà» - il cantattore verace ha fatto un doppio salto mortale facendo sfoggio di una nostalgia elevata a valore culturale e morale e, nello stesso tempo, puntando su uno spettacolo più asciutto e compiutamente moderno: nel cast, nelle coreografie di Marcello e Momo Sacchetta, nel disegno luci di Francesco Adinolfi, nelle scene di Roberto Crea. La trama, esile quanto necessario in simili occasioni, lo vede al centro di una fabbrica chiusa, quella dei sogni, metafora di un’Italia che deve destarsi rappresentata dal sex appeal di Lorena Cacciatore, a suo agio nel ruolo (canto a parte, ma forse era l’emozione del debutto) e presenza più che indovinata, come quella di Davide Marotta, diavoletto-coscienza napulegna, che si scatena tra gag a presa rapida. Lello Radice è ormai l’attore feticcio di Sal, che lo usa volentieri come spalla, questa volta nel ruolo del custode deluso del sognificio nazionale.
Il successo di Da Vinci, italiano di Napoli

di Federico Vacalebre
Giovedì 22 Dicembre 2016, 23:20
- Ultimo agg. 23:42
3 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout